Ancora una volta, caro iCrewer, mi metto a scrivere un articolo da condividere con te, dopo aver finito di vedere una serie TV, Peaky Blinders, per lo meno dopo aver finito di guardare tutti gli episodi fin qui usciti. E ancora una volta, con la possibilità che mi concede lo scrivere questo articolo, son qui a segnalarti il prezioso collegamento che lega il mondo delle serie con quello dei libri.
Come detto, questa volta analizziamo il mondo dei Peaky Blinders, la gang di gitani che imperversava a Birmingham negli anni venti del secolo scorso. La serie TV ideata e diretta da uno straordinario Steven Knight, è una delle più apprezzate e seguite del momento, e narra, appunto, le vicende della famiglia Shelby, che subito dopo la Prima Guerra Mondiale, iniziò, partendo da Birmingham, a espandere il proprio dominio spargendo sangue, violenza e affari poco leciti, fino a raggiungere alcuni alti incarichi all’interno del parlamento britannico.
A capo della famiglia dei Peaky Blinders, così chiamati per via delle lamette nascoste nella visiera del berretto, c’era Thomas Shelby, un reduce di guerra con una grande capacità organizzativa e un forte senso verso gli affari leciti e non leciti. Un personaggio davvero fantastico, secondo il mio parere, sicuramente uno dei più riusciti e meglio caratterizzati nella storia delle serie TV. Almeno delle tante che ho avuto la fortuna di vedere.
Del resto Steven Knight, il creatore della serie, uno che ha nel suo curriculum l’invenzione del programma Who wants to be a millionair? conosciuto in Italia con il format condotto da Gerry Scotti, è riuscito nel difficile compito di fare affezionare lo spettatore al protagonista, nonostante il suo continuo essere scorretto e al di sopra di ogni tipo di legge.
Lo ha fatto facendoci immergere nel suo lato intimo e famigliare, lo ha fatto mettendo allo scoperto tutta la fragilità di un soldato che difficilmente potrà dimenticare e uscire dagli effetti di una guerra combattuta sul fronte e, cosa non da poco, lo ha fatto mettendo spesso in risalto l’amore per le donne, o per i fratelli, quasi a voler giustificare ogni decisione scorretta e ingiusta.
È una domanda che mi pongo spesso, come è possibile che noi che guardiamo un film, o in questo caso una serie, e finiamo per fare il tifo per il cattivo? Cattivo che in un ribaltamento di ruoli finisce sempre per essere il buono lasciando a chi invece, agisce in nome della legge, la parte dell’odiato antagonista. Come può succedere? Ne è un esempio lampante anche il Professore de La casa di carta.
Sai rispondere caro iCrewer?
LA VERA STORIA DEI PEAKY BLINDERS: IL LIBRO
Se anche tu sei un amante di questa serie, se anche tu ti sei appassionato alle vicende di Tommy, Arthur, zia Polly, Lizzie e tutti gli altri protagonisti, ecco che l’amore per i libri ti viene a sostegno mentre, come me, attendi l’uscita della sesta stagione, che a detta del produttore, sarà la penultima.
È uscito infatti nel mese di Marzo di quest’anno, per Sperling & Kupfler, il libro La vera storia dei Peaky Blinders, scritto da Carl Chinn, storico, scrittore e insegnante inglese. Apparentemente, vista la data che pone l’uscita di questo libro a distanza di anni dalla prima puntata della serie andata in onda, sembrerebbe di trovarsi di fronte al percorso inverso rispetto al solito lavoro televisivo tratto da un libro, ma non è così.
Certo il riferimento alla serie c’è tutto e probabilmente la fortuna di questo libro sarà senza dubbio legata ai tanti fans che la seguono, ma non si tratta di un romanzo che riprende le vicende già viste attraverso le immagini. Questo libro, porta, nelle sue più di duecento pagine, un grande lavoro di ricerca storica e di testimonianze dell’epoca.
Quindi, Chinn, tralascia l’aspetto romanzato delle vicende, e ricostruisce attraverso la storia, i fatti realmente accaduti e i personaggi veramente esistiti, la vera epopea di questa gang che già seminava il terrore prima della Guerra. Non solo, avendo il privilegio, inteso in funzione di questo lavoro, di essere il pro-nipote di un vero Peaky Blinders, l’autore riesce nel difficile compito di fornire documenti e fotografie decisamente veritiere legate a questa compagnia di gitani che ha legato per sempre il suo nome alla città di Birmigham.
Una occasione dunque per conoscere come era davvero la situazione in quella Inghilterra degli anni venti e per, poi, giocando con la fantasia, inserire i personaggi della serie che tanto apprezziamo nel contesto, secondo la nostra libera volontà.
PEAKY BLINDERS: LA COLONNA SONORA
Il rischio di ripetermi è sempre molto elevato, se, amico iCrewer, sei uno che segue con regolarità i miei articoli, ma in questo caso, in questa serie TV, la colonna sonora è un autentico valore aggiunto. Le atmosfere cupe e noir ambientate nelle fabbriche e nelle strade buie dei quartieri poveri della vecchia Birmingham, assumono il doppio del fascino attraverso le canzoni e la musica scelta dagli autori.
Una su tutte quella della sigla: Red Right Hand di Nick Cave & The Bad Seeds, che davvero ti invito ad ascoltare qui sotto, prima di chiudere la pagina di questo articolo.
A presto.