Ho deciso di leggere La schiava ribelle di Eleonora Fasolino (edito da Newton Compton) per due motivi principali: il primo è che adoro la mitologia greca: Iliade, Odissea e L’Eneide ho imparato ad apprezzarli con il tempo e rileggere le avventure degli eroi greci, le divinità con le loro caratteristiche e il loro rapporto complicato con i mortali riesce a trasportarti in un altro mondo, decisamente affascinante. Il secondo motivo è il protagonista di questo retelling che ha avuto un forte impatto nella vita del semidio Achille e l’autrice Eleonora Fasolino è stata brava a ripercorrere lo scenario della guerra tra achei e troiani inserendo la storia d’amore tra il piè veloce e Briseide.
La copertina e i capitoli de La schiava ribelle
Prima di addentrarci nella recensione vera e propria, inizio a parlare della copertina di questo libro. Fasolino intende dare assoluto rispetto per l’opera eccelsa dell‘Iliade, direi in punta di piedi, e sceglie un’illustrazione semplice, in cui si raccoglie l’essenza del mito greco: viene raffigurata una schiava in adorazione forse al Dio Apollo, forse allo stesso Achille e viene utilizzato un colore caldo, sull’ocra, quasi a ricordare il dio del sole appunto.
Osservo come vengono suddivisi i capitoli e i loro sottotitoli per comprendere meglio la scelta della scrittrice e il viaggio che vuole far percorrere ai suoi lettori. Analizzando i capitoli l’autrice fa notare il suo amore per l’Eneide di Virgilio inserendo alcuni estratti dell’opera che fanno capire già al lettore l’argomento di cui si parlerà. Ma andiamo al dunque e immergiamoci nella recensione pura!
La schiava di Achille di Eleonora Fasolino: ecco la mia recensione
Briseide o Ippodamia è nativa di Lirnesso, un’antica città dell’Asia Minore che è sotto l’influenza di Troia. Lei è una principessa ed è la sposa del re Minete, che viene ucciso da Achille nella presa della città e lei stessa viene fatta prigioniera e schiava del re dei Mirmidoni.
All’inizio la schiava appare dimessa, silenziosa, ormai rassegnata alla sua fine ed esprime anche il desiderio di togliersi la vita; ma poi qualcosa dentro di lei inizia a cambiare e l’autrice fa emergere benissimo la trasformazione del carattere di Briseide che, da timida e impacciata, diventa ribelle, determinata e abile nel curare le ferite dei soldati, da vera esperta di erbe.
A parte qualche errore e diversità rispetto al racconto dell‘Iliade (d’altronde parliamo di un poema di enorme grandezza), in questo romance scaturisce il crescere delle emozioni e di un rapporto che si evolve in una storia d’amore e di possesso tra Achille e la sua schiava. Ma il vero colpo di scena è la scelta della scrittrice di inserire un rapporto poliamoroso, rendendo il libro con un taglio moderno. Tra Achille e Briseide si inserisce la figura di Patroclo, presenza costante e indispensabile dell’eroe, suo migliore amico e amante. Patroclo ha un carattere dolce, protettivo, premuroso, romantico, equilibrato rispetto ad un Achille impetuoso, iracondo, brusco, cinico e possessivo.
Si era arresa all’idea di desiderarlo, si era arresa all’idea di aver già scelto, di aver scelto quell’uomo tra tutti gli Achei, di aver scelto il migliore dei Mirmidoni. Dopo Achille, per quanto ne sapeva.
E, al contempo, riusciva ad accarezzare il desiderio per Patroclo solo tra le idee, fingendo di crederlo lontanamente possibile, poi osservava Achille e tutto quello di cui Briseide sentiva di essere certa veniva meno. Come chicchi di melograno soffiati via dalla risata potente di Ade. Briseide temeva quasi di morire, trafitta da quelle visioni confuse, da quelle sensazioni sulla pelle, nel ventre.
Briseide si accorge piano piano che si sta innamorando di entrambi e ama di loro proprio i loro tratti distintivi. Può coesistere un amore tra tre persone? Come si possono amare contemporaneamente?
Nel romance La schiava di Achille il racconto è narrato in terza persona dal punto di vista di Briseide ed Eleonora Fasolino trasmette molto bene le sensazioni, le emozioni a volte contrastanti, la battaglia emotiva di questa principessa. Il suo cuore è sempre diviso tra Troia e il legame affettivo nuovo che nutre per gli achei.
Il libro possiede descrizioni erotiche e momenti di passione descritti in modo intenso, anche se avrei preferito meno dettagli da parte dell’autrice.
La figura di Teti
Uno dei personaggi che ha mi ha totalmente affascinato e ha contribuito a rendere interessante questo romance è la figura divina della madre di Achille, Teti. Teti è una ninfa del mare, la più bella in assoluto e dall’amore per Peleo, re di Ftia, nasce Achille, potente eroe in cerca di gloria assoluta, che però non è totalmente invulnerabile a causa del suo tallone.
La madre di Achille è una presenza costante durante tutto il racconto; la scrittrice inserisce questa figura nei momenti di sfogo del figlio Achille e la ritrae come una madre amorevole, giusta, dolce. Teti c’è sempre per Achille e lo accoglie negli incontri sulla spiaggia con pazienza, nutrendo per lui un amore incondizionato.
Ti lascio con un ultimo estratto sulla madre di Achille:
Poco rimaneva del bambino che aveva cullato tra le braccia. Eppure nulla nel cuore della dea era mutato, di certo non il terrore di vederlo soffrire. C’era ancora una speranza intatta in quel corpo scolpito dall’esercizio solerte.
Qualcosa di quel bambino che lanciava biglie di vetro sulla sabbia calda sotto gli occhi amorevoli di Peleo sembrava voler resistere a tutti i costi perché il suo cuore di madre non si struggesse.