Caro lettore,
quest’oggi torno a parlare di un autore che non è estraneo ai nostri Icrewer. Sto parlando di Dino Buzzati. Ti abbiamo già parlato del suo capolavoro: il Deserto dei Tartari ma oggi voglio presentarti un’altra delle sue opere.
La famosa invasione degli orsi in Sicilia è forse meno conosciuta ma è a suo modo un classico. Infatti, lo si può considerare come una delle prime fiabe per bambini.
Di questo meraviglioso racconto di Dino Buzzati è stato tratto anche un film d’animazione che tra il 2019 e il 2020 ha riscosso grandissimo successo in numerosi festival internazionali tra cui quello di Cannes.
Se sono riuscito a incuriosirti con questa breve introduzione, allora aspetta di leggere il seguito!
La famosa invasione degli orsi in Sicilia – la genesi dell’opera
Nel 1945 quando quest’opera vede la luce, Dino Buzzati aveva già avviato la sua carriera letteraria. Cinque anni prima aveva già pubblicato Il Deserto dei Tartari e da diversi anni ormai pubblicava racconti sul Corriere della Sera per il quale era redattore e inviato.
Tuttavia Dino Buzzati era anche un artista a tutto tondo e si dilettava anche nella musica, nel teatro e, soprattutto, nell’arte. Tra gli anni Venti e Trenta aveva dipinto diversi quadri ma destinati, per lo più, ad una circolazione privata.
Fu proprio La famosa invasione degli orsi in Sicilia a dargli l’occasioni di farsi conoscere anche come pittore oltre che come scrittore. L’opera, infatti, è nata dagli schizzi di alcuni piccoli orsetti disegnati da Dino Buzzati per i suoi nipoti Pupa e Lalla. Da quelli che erano poco più che scarabocchi è nata l’idea di un’opera destinata ai più piccoli.
Pubblicata inizialmente a puntate sul Corriere dei Piccoli, La famosa invasione degli orsi in Sicilia è stata successivamente raccolta in un volume unico con illustrazioni curate dallo stesso Buzzati.
Trama e struttura del romanzo
Il romanzo si apre con una sezione dedicata ad un’ironica e vivace presentazione dei personaggi che compaiono nel libro, con tanto di “ritratto” dedicato.
Dino Buzzati parla in maniera personale di ciascuno di loro, introducendoli un po’ come fossero personaggi teatrali con il quale il pubblico deve iniziare a familiarizzare prima di vederli recitare la loro parte.
Dopodiché inizia la storia vera e propria che si suddivide in dodici brevi capitoli.
Ci troviamo in una Sicilia mitica e dall’aspetto fiabesco che descrive così:
In quegli anni la Sicilia non era come adesso ma in un’altra maniera: alte montagne si levavano al cielo con la cima coperta di gelo e in mezzo alle montagne i vulcani che avevano la forma di pani. Specialmente uno ce n’era con un fumo che pareva una bandiera e di notte ululava come ossesso (non ha finito di ulular neppure adesso).
Qui gli orsi vivevano pacificamente in grotte e caverne. Ma un inverno particolarmente rigido spinge il loro re, Leonzio, a considerare di scendere a valle dove vivono gli uomini. Lì spera di trovare cibo per i suoi orsi ma anche il figlioletto Tonio, scomparso qualche anno prima.
A valle, invece, il perfido Granduca, tiranno della Sicilia, scatena una guerra contro gli orsi a causa di una profezia del mago di corte De Ambrosiis. Gli orsi dovranno fronteggiare un poderoso esercito oltre a svariate altre creature (cinghiali, fantasmi, troll, serpenti di mare) ma alla fine riusciranno a vincere il tiranno e persino a ritrovare il piccolo Tonio.
Ma il periodo di pacifica convivenza tra orsi e umani inaugurato da re Leonzio ha vita breve. Ben presto gli orsi adottano i costumi degli umani e con essi anche vizi e difetti. E così vediamo l’orso Salnitro, ciambellano di re Leonzio che pian piano viene corrotto da una sete di potere del tutto identica a quella del precedente tiranno di Sicilia.
Il finale, a differenza di gran parte delle fiabe moderne, è tutt’altro che felice. Gli orsi realizzeranno che non sono fatti per essere come gli umani e decideranno quindi di tornare nelle loro montagne per ritrovare la loro natura pacifica ed innocente.
Perchè leggere La famosa invasione degli orsi in Sicilia
La famosa invasione degli orsi in Sicilia è considerata un classico ed ha suscitato l’interesse di molti artisti che ne hanno tratto rifacimenti e adattamenti (oltre al film del 2019 c’è anche una rappresentazione teatrale). Le ragioni di questo successo si ritrovano nella straordinaria abilità di Dino Buzzati.
Il suo intento era certamente quello di creare una fiaba per bambini senza tuttavia privarsi della possibilità di offrire spunti di riflessioni anche agli adulti.
Basta guardare la lingua adoperata: un alternarsi tra una prosa leggera ma studiata, fatta di nomi parlanti e giochi di parole, e versi in rima che richiamano le atmosfere giocose e ritmate delle filastrocche.
E non dimentichiamo che La famosa invasione degli orsi in Sicilia è stata scritta nel 1945 quando la Seconda Guerra Mondiale volgeva al termine, dopo aver mostrato al mondo intero le atrocità e le assurdità di cui il genere umano è capace.
Lo spettro della guerra, infatti, si intravede sin dalle pagine iniziali quando il crudele Granduca decide di sterminare i pacifici orsi prima ancora che questi possano rivelarsi una minaccia. La denuncia contro la guerra e le cause che le muovono è fortissima, seppur mascherata dietro ad immagini rassicuranti e fanciullesche.
E Dino Buzzati non manca di esternare anche quella visione amara e disincantata verso la realtà che si ritrova facilmente in tutte le sue opere. Gli orsi sembrano creature buone e innocenti, rappresentano la Natura pura e incontaminata e combattono soltanto per sopravvivere. Per questo vincono la guerra. Ma gli umani, anche da sconfitti, riescono a corromperli, con i loro vizi, le loro usanze e tutti i loro difetti.
Agli orsi non resta che ritirarsi per salvare sé stessi, perché la convivenza con l’uomo non sembra possibile.
Il lettore, al termine di queste pagine non potrà che domandarsi: ma la guerra è mai giusta? L’uomo riuscirà a convivere con la Natura senza tentare di snaturarla? E la Natura sopravviverà a questa convivenza?
Dino Buzzati non dà risposte. Lascia al lettore la possibilità di leggere la sua opera come meglio crede: come una meravigliosa storia per bambini, lasciandosi cullare da dolci e rassicuranti illustrazioni; oppure come un libro di metafore e allegorie che descrivono una società che, in fondo, non è più assurda di un esercito di orsi che invade la Sicilia.