Krampus edito da Dark Zone è il titolo del libro di un autore triestino Davide Stocovaz, “appassionato” del genere horror. L’autore non mi è del tutto sconosciuto, ho avuto il piacere di conoscerlo leggendo Abissi, un altro dei suoi libri, uscito nel 2017 di cui ho curato anche la recensione.
In verità ho scoperto l’arcano legame alla fine della lettura del libro, curiosando tra le note biografiche e questo mi ha permesso di non farmi condizionare dal precedente giudizio.
Detto questo, penso che, oltre al racconto, ad identificare un autore sia il suo personale stile letterario, trattandosi di un horror, a mio avviso è importante che i ritmi dei dialoghi e la scorrevolezza della scrittura debbano essere quelli più adeguati, se non altro per creare la giusta suspense.
Krampus, tra tradizione e leggenda, l’eterna lotta tra il bene e il male
Nel caso di Krampus, e quindi con l’autore, il mio approccio ahimè, non è stato del tutto positivo. Fin dall’inizio ho purtroppo notato una mancanza di scorrevolezza nel linguaggio e una immediata difficoltà a seguire i dialoghi, a tratti troppo telegrafici. Questo non mi ha impedito di continuare nella lettura, anzi ho cercato di farmi catturare dalla storia alla ricerca di sensazioni migliori.
La storia di per sé rispetta i canoni del genere, tuttavia mi sono chiesta, perché Stocovaz ha scelto questo titolo per il suo libro? Cos’è un Krampus? Sono andata a curiosare e ho scoperto che la parola “Krampus” per alcuni, deriva dal tedesco “Kramp”, artiglio, per altri deriverebbe dal bavarese “Krampn” morto o putrefatto.
I Krampus sono figure legate a riti pagani nei quali era viva la lotta tra il Bene e il Male. Con l’avvento del Cristianesimo il Bene è stato identificato nella figura di San Nicolò mentre il Male è rimasto connotato nei Kramps O Krampus.
La tradizione vuole che ogni 5 dicembre di ogni anno, il Santo, accompagnato dagli angeli, porti dolci e leccornie ai bambini più buoni e più piccoli. I bambini cattivi purtroppo sono inseguiti dai diavoli cattivi, i “krampus”appunto, che escono allo scoperto al tramonto, per andare alla loro ricerca.
Sono descritti come esseri spaventosi, vagano nella notte con vestiti sporchi facendo rumore e creando scompiglio. Le leggende legate ai Krampus sono molto particolari e ancora adesso rinnovate da buona parte del Friuli.
Krampus, una trappola per i quattro protagonisti dell’horror
La storia di Stocovaz si svolge in questo scenario. Il desiderio di trascorrere il Capodanno da un amico comune, spinge quattro amici ad avventurarsi nelle impervie montagne del Friuli Venezia Giulia. Improvvisamente una piccola frana cambia le carte in tavola trasformandosi in una vero e proprio rebus quanto mai difficile da risolvere. L’atmosfera in questo caso è quella giusta, misteriosa, ultraterrena, sconvolgente e costantemente contrassegnata da strani episodi che farebbero rizzare i capelli a chiunque.
Per Marco Simona Paola e Danilo, i protagonisti del racconto, tutto diventa troppo pericoloso e difficile da interpretare soprattutto se si ha a che fare con le dure leggi del soprannaturale. A fare da corollario, tutta una serie di personaggi che, oltre ad interagire con i protagonisti, dando un senso ai loro mille interrogativi .
Senza nulla togliere ai vari momenti di pathos, quasi inevitabili, il finale della storia è senza dubbio quella che regala e restituisce valore all’horror. Stocovaz finalmente si lascia andare creando quel senso di precarietà e inadeguatezza tipico del genere, la scrittura è più veloce, marcata, efficace, intrappola il lettore fino alla fine.
Nel complesso il libro di Stocovaz si fa leggere, non si dilunga e questo è un bene. Insomma Krampus è come un bel diesel: devi arrivare alla fine per poterlo apprezzare.