Su Netflix sta spopolando la serie Dahmer, il cannibale del Milwaukee. Jeffrey Dahmer è stato uno dei serial killer più spietati della storia americana. A 34 anni è stato ucciso, massacrato di botte, in carcere. Tra il 1978 e il 1991 ha seminato il panico mietendo diciassette vittime, quasi tutti uomini neri e omosessuali. Si guadagnò un soprannome: “Il cannibale di Milwaukee”.
Dahmer, la serie Netflix
La vita di Jeffrey Dahmer è disponibile sulla piattaforma di streaming, Netflix. La sceneggiatura di Dahmer – Mostro: la storia di Jeffrey Dahmer è di Ryan Murphy. Nella serie sono messi in evidenza i crimini efferati contro persone di colore e omosessuali. Non si può non rimanere sconvolti dall’efferatezza con cui l’arco narrativo di Dahmer viviseziona fatti che toccano la nostra società ancora oggi, nel profondo. Un viaggio all’inferno, così lontano eppure così pericolosamente vicino alle radici del Male.
Sono innumerevoli le chiamate che, nel corso degli anni, hanno raggiunto la questura di Milwaukee per dare l’allarme: riportavano di aver sentito grida, nauseabondo e persistente odore di carne marcia, di aver visto giovani correre, terrorizzati e nudi, per i corridoi del palazzo. Sempre lo stesso palazzo.
Il caso Dahmer
Nel luglio del 1991 la polizia di Milwaukee entra nell’appartamento del trentunenne Jeffrey Dahmer e scopre il macabro museo personale di un serial killer: un freezer colmo di teste umane, teschi, ossa e altri resti in vari stati di decomposizione. Dahmer confessa sedici omicidi compiuti nei quattro anni precedenti nel Wisconsin, oltre a uno in Ohio nel 1978, ammettendo anche atti inimmaginabili di necrofilia e cannibalismo.
Questa scoperta sciocca gli Stati Uniti e sconvolge la comunità locale infuriata del fatto che un assassino così depravato abbia potuto operare per tanto tempo nella loro città. Come mai Dahmer, condannato nel 1988 per abusi sessuali su un minore, è riuscito a evitare i sospetti e l’attenzione delle forze dell’ordine mentre perlustrava la scena gay di Milwaukee alla ricerca di vittime in prevalenza di colore
Questo documentario è il terzo della serie del regista Joe Berlinger (Conversazioni con un killer: Il caso Bundy, Conversazioni con un killer: Il caso Gacy) e presenta colloqui audio inediti tra Dahmer e il suo team di difesa, fornendo uno spaccato della sua psiche contorta e rispondendo in chiave moderna alle domande rimaste aperte sulla responsabilità della polizia.
I libri sulla vita del serial killer di Milwaukee
Per capire meglio la storia, o se si vuole approfondire il profilo psicologico del killer, vi consiglio alcune letture.
Jeffrey Dahmer: Il cannibale di Milwaukee di Jacopo Pezzan e Giacomo Brumoro
Lo sguardo del diavolo: Jeffrey Dahmer di Andrea Franco
Entra nella mente del serial killerJeffrey Dahmer è il cannibale di Milwaukee. Jeffrey Dahmer, Jeff, è un diavolo che indossa la maschera del bravo ragazzo. Cosa si nasconde dietro il suo sorriso silenzioso? Cosa c’è dietro quello sguardo, lo sguardo del Diavolo, del carnefice spietato che non conosce il confine tra il mondo reale e le immagini oscure che prendono forma nella sua mente? Diciassette omicidi. Diciassette anime cadute tra le fiamme di un inferno caldissimo, tra gli artigli di un demonio insospettabile. È il 1978 quando il male prende il sopravvento.
Jeff ha solo diciotto anni. Uccide la prima vittima con ferocia inverosimile. E ne smembra il cadavere. Cannibalismo, necrofilia, stupro, adescamento di minori. Una condanna a quindici ergastoli. Un viaggio nella perversione dell’animo. Un viaggio ipnotico. Nel buio. E nel terrore oscuro. Feroce.