La tecnologia dell’intelligenza artificiale (IA) è diventata una parte integrante della nostra vita quotidiana. La usiamo per svegliarci al mattino, per gestire i nostri impegni e persino per interpretare i nostri desideri. Tuttavia, con questi progressi, sorgono anche preoccupazioni significative. Questo è il tema centrale discusso da Mauro Crippa e Giuseppe Girgenti nel loro libro “Umano, poco umano: esercizi spirituali contro l’intelligenza artificiale”, presentato al festival Il Libro Possibile.
Intelligenza artificiale e i suoi rischi
Secondo Mauro Crippa, direttore generale dell’informazione e della comunicazione di Mediaset, l’IA rappresenta una rivoluzione mimetica che si integra profondamente nelle nostre vite, influenzando il nostro linguaggio, i nostri pensieri e le nostre emozioni.
“Non è possibile staccare la spina a questo punto,”
afferma Crippa, sottolineando come il controllo dell’IA non sia nelle mani di singoli individui o paesi, ma piuttosto dei grandi gruppi tecnologici internazionali che gestiscono questi sistemi.
Con ogni progresso tecnologico, si guadagna qualcosa ma si perde anche qualcosa. L’intelligenza naturale rischia di essere sopraffatta dall’efficienza e dalla velocità dell’IA. Per questo, Crippa e Girgenti propongono nel loro libro una serie di esercizi mentali per mantenere viva la nostra capacità critica e la nostra intelligenza naturale.
L’impatto dell’IA sull’educazione e sulla società
Giuseppe Girgenti, professore di filosofia antica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, esprime preoccupazione per l’introduzione dell’IA e degli assistenti virtuali nelle scuole. “Ci sono moltissimi rischi,” afferma, “perché si rischia di appiattire e omologare i nostri ragazzi“. La capacità di pensiero critico e l’originalità sono a rischio in un ambiente dominato da assistenti virtuali che forniscono risposte standardizzate.
Crippa aggiunge che l’IA è già in grado di svolgere molte attività meglio dell’intelligenza umana.
“È più veloce, più economica e elimina la variabile tempo,” osserva.
Questo potrebbe portare a significativi benefici, come la sconfitta di grandi malattie e un miglioramento generale del benessere fisico. Tuttavia, Crippa avverte che c’è un prezzo da pagare per questi progressi, un prezzo che potrebbe includere la perdita di posti di lavoro e un impatto negativo sulla democrazia.
Il ruolo dei giornalisti nell’era dell’IA
Un aspetto critico sollevato da Crippa riguarda l’impatto dell’IA sull’informazione.
“Chi se non i giornalisti dovrebbero essere i garanti dell’autenticità di una storia, di una notizia?”
chiede. Ogni volta che un giornalista viene sostituito da un sistema digitale, è una sconfitta per l’informazione e per la democrazia stessa. La tecnologia non può sostituire la capacità umana di contestualizzare, interpretare e comunicare storie con empatia e comprensione.
L’integrazione dell’IA nella nostra vita quotidiana è inevitabile, ma è fondamentale mantenere un equilibrio. Crippa e Girgenti ci esortano a non perdere di vista la nostra umanità, mantenendo viva la nostra intelligenza naturale e la capacità critica.
La questione centrale che emerge da queste riflessioni è: stiamo davvero controllando l’IA o è l’IA a controllare noi? La risposta a questa domanda determinerà come vivremo in futuro e come gestiremo le sfide e le opportunità presentate da questa rivoluzione tecnologica.
Cosa ne pensi? L’intelligenza artificiale sta migliorando la nostra vita o la sta complicando?