Caro iCrewer, oggi mi ritrovo di nuovo a segnalarti l’uscita di un nuovo romanzo edito da Bompiani. L’autore è l’attore e regista Pietro Castellitto, figlio d’arte di Sergio Castellitto. Il suo romanzo d’esordio si intitola Gli Iperborei ed è già disponibile sia in formato cartaceo che nella versione digitale.
Nel giro di un anno, è il secondo esordio del giovane attore e regista. L’anno scorso ha esordito come regista con il film I Predatori, dove ne è stato anche l’interprete. Un film che ha ottenuto importanti premi e riconoscimenti, tra cui il Premio Orizzonte per la miglior sceneggiatura alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il David di Donatello, il Nastro d’Argento 2021 come miglior regista esordiente.
Ma conosciamo meglio il libro, il cui titolo, Gli Iperborei, richiama la grande passione che Pietro Castellitto ha per Nietzsche.
La trama di Gli Iperborei di Pietro Castellitto
Sono stati il leone, la balena, il cerbiatto, protagonisti di una recita di fine anno nella quale il canguro era scomparso e i suoi amici dovevano ritrovarlo. Adesso hanno quasi trent’anni e vagano nei meandri di una vita dorata: mangiano pesce crudo e patanegra, bevono vini pregiati, fumano essenze, assumono droghe come da bambini consumavano caramelle, navigano, festeggiano, inseguono le arti, tentano la politica.
Hanno corpi scolpiti e vestiti costosi, sono figli di primari e giornalisti celebri, di miliardari dai patrimoni solidi e antichi o recenti e sospetti, ma sono anche gli eredi dei ribelli che hanno caratterizzato stagioni gloriose e disperate della storia: coloro che, prosperando nella pace, hanno invocato la guerra, che amando i genitori ne hanno patito le ipocrisie, smascherato le contraddizioni e sognato l’annientamento.
Poldo Biancheri, “Ciccio” Tapia, Guenda Pech, Stella Marraffa, Aldo: hanno tutto ma si sentono in trappola, e questa è la loro estate, quella in cui vogliono uscire dal cerchio. È Poldo la voce narrante della loro ebbrezza, della loro sfida: racconta come se vedesse tutto già da una distanza, registrando ogni cosa con fermezza ma senza nascondere la nostalgia per un’infanzia ancora vicina, la rabbia verso padri che si sono presi tutto non lasciando che briciole, la tenerezza per i fratelli e i coetanei capaci di farsi del male per protesta o per amore.
Poldo ha portato in barca con sé L’Anticristo, in cui Nietzsche sembra parlare di loro: “Guardiamoci in viso: noi siamo Iperborei… Abbiamo trovato l’uscita per interi millenni di labirinto. Oltre il nord, oltre il ghiaccio e la morte: la nostra vita, la nostra felicità…”
L’autore: Pietro Castellitto
Pietro è il figlio maggiore di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini. Si è laureato in filosofia presso la Sapienza – Università di Roma.
Esordisce al cinema all’età di tredici anni in una piccola parte nel film del padre Non ti muovere, basato su un’opera della madre. Viene diretto dal padre in altri due film: La bellezza del somaro del 2010 e Venuto al mondo del 2012. Viene scelto da Lucio Pellegrini per interpretare il ruolo di Marco nella commedia È nata una star?.
Nel 2018 interpreta Secco in La profezia dell’armadillo, per cui vince il Premio Guglielmo Biraghi ai Nastri d’argento 2019. Nel 2020 esce il suo primo film da regista e sceneggiatore, I predatori, vincitore del Premio Orizzonti per la Miglior Sceneggiatura alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
L’anno seguente interpreta Francesco Totti in Speravo de morì prima, miniserie televisiva di Sky diretta da Luca Ribuoli.