Cari iCrewers, prosegue la nostra avventura nel mondo che circonda la pubblicazione di un libro. Sperando di esservi utili in questo complicato pianeta che è l’editoria oggi vi parleremo di uno degli espedienti di Masterpiece, il “pitch” o meglio “elevator pitch”.
Cos’è il “pitch”?
Questo curioso termine inglese è stato coniato a Hollywood, nasce come strategia di marketing e consiste in una breve presentazione scritta o, talvolta raccontata a voce, del proprio romanzo.
È facile capire il motivo per cui il “pitch” sia tanto temuto e in alcuni casi odiato dagli scrittori, da esso dipende la pubblicazione stessa della loro opera o, nel caso in cui quest’ultima, sia già stata pubblicata la sua vendita.
A cosa serve?
La sua importanza è fondamentale. È il biglietto da visita che chiunque abbia un manoscritto nel cassetto dovrebbe avere. Serve a convincere il proprio interlocutore che quello su cui sta puntando è un ottimo prodotto e quindi a investire il proprio denaro su di esso.
Perché temerlo?
In questo mondo, in cui la comunicazione efficace si basa su descrizioni che non superino i 140 caratteri e dove un discorso, per essere interessante, deve durare un tempo incluso tra i 30 e i 100 secondi, scrivere un buon “pitch” diventa quasi impossibile.
Immaginate di dover riassumere un romanzo di 1000 pagine in 20 righe e potete capire la difficoltà che questo meccanismo richiede.
Ma ciò non toglie che riuscire a scriverlo è necessario e doveroso e, solo se esso sarà più convincente rispetto a quello scritto dai nostri possibili concorrenti, allora le case editrici sceglieranno la nostra opera piuttosto che il manoscritto di altri e, proseguendo per logica: la stessa userà sempre un ottimo “pitch” per suggerire il nostro libro ai propri lettori/librai (magari chiederà allo scrittore stesso di crearlo) e i librai faranno lo stesso con i loro clienti e i loro clienti con i loro amici.
Che caratteristiche deve avere?
In rete potete trovare moltissimi suggerimenti su come scrivere un buon “pitch“, noi ve li riassumiamo qui…
Essere sintetico, come faceva notare il Talent Show Masterpiece deve durare il tempo di una salita in ascensore; deve colpire, in particolare nelle prime frasi, inoltre è preferibile inserire informazioni facili da ricordare; bisogna dare valore a ogni parola e ispirare fiducia e credibilità.
Il nostro consiglio
Se si vuole creare un “pitch” efficace, vi consigliamo di usare la stessa tecnica che si usa per scrivere i romanzi, ovvero: riscrivere.
Quando un paragrafo, un capoverso o anche solo una frase non ci convince è essenziale continuare a scriverla usando termini differenti.
Lo stesso vale per la nostra descrizione, se non ci convince o non si riesce a riassumere nei 35 minuti massimi conviene riformularla, magari creandone di diverse tipologie. Si noterà che a furia di scrivere questo breve riassunto del nostro romanzo migliorerà di volta in volta, diventando più breve e incisivo.
Vi saluto cari iCrewers e come dico sempre…