Caro iCrewer per l’uomo la scrittura è stata sicuramente una scoperta importante. Che fosse per esprimere i propri pensieri, per emanare editti e leggi oppure tenere conti era essenziale avere un supporto scrittorio. Dalle tavolette di argilla alla carta, l’uomo ha sperimentato e usato diverse tipologie di supporti, oltre alla pergamena il più famoso sicuramente è
Il Papiro
La carta di papiro leggera, di colore chiaro risultava facilmente pieghevole e quindi molto apprezzata come supporto scrittorio. Il suo utilizzo infatti durò per più di 4000 anni. Era ricavata da un’erba palustre perenne con fusti alti dai 2 ai 5 metri, della famiglia delle Cyperaceae conosciuta con il nome di Cyperus papyrus la cui fioritura avviene da luglio a settembre, molto comune nel delta del Nilo e in alcune parti del Mediterraneo come la Sicilia orientale, in particolare nel territorio di Siracusa, lungo il corso dei fiumi Anapo e Ciane, e alle sorgenti del Fiumefreddo nel catanese.
Il primo e quasi unico produttore del papiro fu l’Egitto. In particolare Alessandria che ne controllava il commercio internazionale e grazie alle vaste paludi del delta, poteva coltivare le canne da cui si ricavava la fibra dalla qualità migliore.
Oggi viene coltivato soprattutto a scopo ornamentale, ma nell’Antico Egitto era simbolo di fecondità, fertilità e rigenerazione; era spesso rappresentata anche nei riti religiosi e utilizzato come offerta agli dei. Il testo religioso egizio più famoso e conosciuto scritto su papiro è il Libro dei morti.
Aveva molteplici usi e ogni sua parte era utilizzata per ottenere oggetti o materiale: il midollo fonte di fibre tessili era usato anche come alimento; i fiori venivano utilizzati per decorare ghirlande, il rizoma era un’ottimo combustibile e le parti più robuste come le radici e il fusto venivano intrecciate per creare utensili, pentole, calzature e piccole imbarcazioni.
Se l’uso delle tavolette d’argilla fu ristretto principalmente all’area della Mesopotamia, il papiro fu utilizzato per millenni in gran parte dei territori del bacino mediterraneo e nel Medio Oriente. A partire dal III millennio a.C. infatti vi fu un forte scambio commerciale per il papiro attraverso i porti della Fenicia, e dal X secolo a.C. il commercio aumentò notevolmente grazie alla diffusione della scrittura in tutto il Mediterraneo. I Greci lavorarono il papiro dal VI secolo a.C. mentre gli arabi già dal secolo precedente. L’utilizzo del papiro scomparve solo quando si diffuse la produzione di un nuovo e più economico supporto scrittorio: La Carta.
Durante tutta l’antichità, il papiro d’Alessandria fu il supporto più utilizzato in Europa per la stesura di ogni tipo di documento. Nelle case dei romani ad esempio era possibile trovare biblioteche dove i rotoli una volta etichettati con il sillybos, una linguetta sporgente, e muniti di indici venivano impilati in scaffali.
Grazie al clima secco dell’Egitto e del Medio Oriente, gli archeologi hanno ritrovato papiri risalenti al terzo millennio a.C. Ritrovamenti sono stati fatti anche in Siria e nell’area del Mar Morto in Palestina o la Nubia, anche se più rari. I famosi Manoscritti del Mar Morto databili tra il 150 a.C. e il 70 d.C. è in parte scritta su papiro.
Il clima europeo invece non è molto indicato per la conservazione dei papiri, per questo motivi è molto difficile poterne rinvenire di originali databili in età greca o romana. Le uniche eccezioni sono i papiri carbonizzati rinvenuti nel sito archeologico di Ercolano.
La parola papiro in alcune lingue europee è utilizzata ancora oggi per indicare la carta, ad esempio in inglese si traduce con paper, in francese e in tedesco papier, in spagnolo papel. Può sembrare che la nostra lingua faccia eccezione, in quanto la parola papiro viene utilizzata solo per indicare alcuni documenti particolari. In realtà la parola “carta” deriva dal latino charta, che indicava un singolo foglio ricavato dal papiro oppure dalla pergamena.
Ti aspetto nei prossimi giorni per la seconda parte con altre curiosità e approfondimenti.