Il mondo è pieno di soggetti accusati ingiustamente e il “treno” dell’ingiustizia la fa da padrone, le istituzioni vengono sempre meno perchè troppo miopi per indagare a fondo.
E tanti sono i casi in cui c’è chi assurge a paladino degli indifesi. Questo è il caso del giallo scritto da Fabiano Massimi, che ha vinto nel 2017 il Premio Tedeschi, e ora edito da Mondadori per la gioia di noi lettori nella nuove ed accattivante veste grafica.
Il club Montecristo di Fabiano Massimi
Un giallo che incuriosisce per la scelta di affidare a un gruppo particolare la risoluzione dell’enigma che avvolge la morte di una giovane donna, Viviana Ferrante.
I personaggi sono per la maggior parte ex galeotti, che hanno creato un gruppo chiamato appunto Il club Montecristo, e la cui particolarità è essere ex carcerati, gli Ammutinati, con lo scopo precipuo “di mutuo soccorso per chi è stato dentro e non vuole tornarci più” e il luogo di incontro è il più esclusivo della città di Mutina.
E sai cosa ho scoperto? Mutina è l’antico nome in latino di Modena, e questo denota la conoscenza dell’autore della letteratura, della storia e dell’arte, i cui riferimenti, molto precisi e accurati, imprimono scorrevolezza al racconto, oltre a “pungolare” chi legge a effettuare ricerche sulle notizie riportate (vedi me).
Una trama che vede in campo Arno e Lans, detective sui generis, entrambi ben costruiti e connotati sia fisicamente che psicologicamente. Il primo indaga sui movimenti informatici della vittima e di chi l’ha circondata, il secondo si mette in moto investigando l’ambiente in cui Viviana ha lavorato e vissuto. Questo mette in evidenza alcune dati che spiazzano il lettore, perchè innesta tanti temi di stringente attualità.
A fare da contorno diversi comprimari e antagonisti che rendono la storia intrigante e piena di suspence. Il commissario Fosco Cassini, chiamato anche Cazzini, uno come tanti, schiavo del pregiudizio: “Colpevole una volta, colpevole sempre”, afferma quando procede all’arresto di Daniele Sticchi, ex detenuto, e primo sospettato del delitto.
Donne ce ne sono in Il club Montecristo?
Certo, come in ogni giallo che si rispetti anche in Il club Montecristo c’è anche un’affascinante ispettrice, Lana, che non è solo bella ma è decisa a non fermarsi alle apparenze come il suo collega Cassini; sarà anche fautrice di esilaranti circostanze.
Pagina dopo pagina ti sentirai sempre più coinvolto in un mix di sospetti, divertimento, toccherai con mano temi di attualità, per esempio come funziona il mondo delle escort di lusso o il mondo del “mistero“:
Quello che vedrai è molto strano. Non fare domande , e soprattutto non ridere. d’accordo? Per bislacco che possa sembrare, Vario è il migliore informatore della città.
…
Una voce profonda e spettrale risuonò da dietro il legno: ” Entrate, uomini”.
La stanza era piccola, poco più di uno studiolo, ma la penombra e l’assenza di qualsiasi arredo, la faceva sembrare più grande, per fortuna dell’uomo che sedeva al centro del pavimento nella posizione del loto. Calvo ed obeso come un Buddha, in una stanza arresata normalmente sarebbe sembrato un soprammobile.
“Sedete, uomini” disse il Buddha. Arno e Lans obbedirono. “Cosa mi portate?”
“Questo” disse Lans porgendogli il reggiseno piegato. “Apparteneva ad una donna che non c’è più, uccisa brutalmente. Si chiamava Viviana Ferrante. Ti chiediamo. Vario. di parlare con lei e chiederle perchè, e come, per per mano di chi.”
Ecco perchè mi piace leggere, soprattutto quando ho la possibilità di poterlo fare con testi che ti scavano dentro, sia che siano narrativa o gialli come in questo caso; e concludo con un altro estratto:
“Eccolo, infine, il segreto della pienezza; mentre affrontiamo come possiamo il tempo che ci è stato dato, non dimentichiamoci di fare quello che siamo nati per fare.”
Buona lettura.