Caro iCrewer per i nostri appuntamenti dedicati ai luoghi da scoprire del Piemonte ci spostiamo oggi in un piccolo comune del vercellese, precisamente a Rovasenda e andiamo ad incontrare una curiosa leggenda che ho scoperto qualche anno fa…
Il Castello Clone di Rovasenda
Inizierei questo nostro viaggio odierno parlandoti del comune di Rovasenda. Si tratta di un piccolo borgo piemontese di circa novecento abitanti e localizzato nella provincia di Vercelli, come già sai ci troviamo in Piemonte. Il comune è circondato da ampie pianure, coltivate a risaie o occupate da poetici vigneti. Due torrenti bagnano queste terre: il Torrente Rovasenda e il Torrente Marchiazza; tra i corsi d’acqua presenti è piuttosto importante il canale de la Roggia del Marchese.
Veniamo a ciò che ci interessa oggi, devi infatti sapere che tra i monumenti e i luoghi di interesse presenti a Rovasenda abbiamo ben due castelli: quello conosciuto come il Castello di Rovasenda, costruzione risalente al decimo secolo e il Castello Nuovo di Rovasenda, una costruzione meno recente, risalente al novecento e ai progetti del celebre Carlo Nigra.
Ora ti chiederai: Perché in un unico comune esistono ben due castelli e molto simili tra loro?
Almeno, io me lo sono chiesta quando in un pomeriggio assolato mi sono trovata a vagabondare proprio in questi luoghi. La questione relativa l’esistenza di due castelli mi ha così incuriosita che mi sono addentrata in una particolare leggenda che ha poi ispirato il mio libro L’Ultima notte al mondo.
L’Ultima notte al mondo
La storia di Freddi, un ragazzo che non sa cos’è l’amore, incontra quella di Nessi una ragazza che ha sofferto, forse troppo e ora cerca di cancellare il suo dolore e lottare per il presente. Due ragazzi che in un’Italia segnata da una profonda crisi economica e da un’Europa lacerata dall’ansia del terrorismo lottano per crearsi un angolo di mondo che possano chiamare casa.
Il castello clone di Rovasenda
La leggenda che aleggia tra queste verdi lande è una storia che ci riporta indietro nel tempo, sino all’Ottocento. Protagonista della vicenda è Luigi di Rovasenda, un conte che per motivi dinastici non riuscì ad ereditare la proprietà del Castello di Rovasenda e per dispetto più che per altro, decise di costruirne un altro, soprannominato dagli abitanti del luogo: Castello Clone di Rovasenda.
Durante il 1770 Alberto di Rovasenda iniziò la costruzione di un favoloso castello, dotandolo di un ampio fossato, questo anche perché la struttura aveva scopi militari: difendere la città dagli attacchi nemici. Durante il corso dei secoli la costruzione ha poi rivestito differenti scopi, infatti da ruoli esclusivamente militari, passò ad essere un’abitazione signorile, per divenire durante il XVIII secolo un centro della struttura economica e agricola dei luoghi limitrofi. Subendo anche necessarie trasformazioni e ampliamenti. Ad esempio nel 1459, per volere di Antonio di Rovasenda venne eretta la torre attualmente visibile, pensa caro iCrewer che è alta ben quarantotto metri e tale altezza le consente di essere ancora oggi una delle edificazioni più alte di tutto il territorio del vercellese. La torre poggia su di un unico arco e sul lato nord è stata anche edificata un’ala fortificata a cui venne aggiunta, in epoca rinascimentale, una nuova ala decorata con affreschi, soffitti a cassettoni ed ampie volte. Nel 1667, epoca in cui è avvenuta la guerra tra gli Spagnoli e Carlo Emanuele I, il castello ha purtroppo subito gravi danni per via degli assedi, dei saccheggi e degli incendi. Un fatto piuttosto curioso è invece avvenuto nel 1721, anno in cui un fulmine si abbatté sul lato occidentale della nuova torre provocando nell’area di sud-ovest uno squarcio di ben quindici metri, tale danno verrà riparato solamente nel 1927.
La nostra storia inizia qui, quando agli inizi del Novecento, questo edificio venne clonato dall’architetto Carlo Nigra per realizzare il Castello nuovo di Rovasenda per via di un’idea geniale e che è diventata leggenda. Protagonista della vicenda è appunto Luigi di Rovasenda, nobile che, anche se era originario della zona di Ivrea, era imparentato con la famiglia dei Rovasenda e per questi motivi era convinto che proprio lui sarebbe stato l’erede del castello di proprietà della sua famiglia. Tuttavia egli scoprì che non era un discendente diretto di Alberto di Rovasenda; a quanto pare era un figlio illegittimo e così il castello di Rovasenda, dal conte tanto desiderato non sarebbe mai stato suo.
Alla scoperta di Luigi di Rovasenda seguirono, come è possibile immaginare, una serie di dispute familiari, talune anche piuttosto violente, sino a che il Conte Luigi di Rovasenda non partorì un’idea ambiziosa quanto folle: chiamò il celeberrimo architetto torinese Carlo Nigra e gli ordinò di costruire un castello identico a quello già esistente, ma più bello e più grande dell’originale. Inoltre, tanto per indispettire i parenti decise di costruirlo proprio nei terreni limitrofi all’altro castello, tanto che dalle finestre di un castello fosse ben visibile l’altro edificio più grande e meraviglioso del proprio antenato.
Così, sotto finanziamento della moglie, nobildonna piuttosto ricca, si trattava infatti di Caroline Ashburner Nix, figlia di un potentissimo armatore inglese, il nuovo castello iniziò a sorgere. Fu costruito tra 1901 e il 1904, si trattava di un’edificio esemplare, con gli interni decorati da superbi affreschi stile liberty. Il conte e la moglie vi trascorsero il resto dei loro giorni; entrambi moriranno prima dell’avvento della Seconda Guerra Mondiale: il conte morì nel 1940 e la moglie pochi anni dopo.
Si compì così la triste sorte del castello che venne trascurato per poi venire abbandonato nel 1955 e lasciato a ladri e vandali che nel tempo lo hanno depredato e violentemente deturpato. Gli eredi del conte per un certo periodo hanno anche provato a riacquistare il castello per portarlo alla sua antica gloria, ma dopo aver rifatto il tetto, furono costretti a rivenderlo per le spese di gestione e ristrutturazione, tuttavia a quanto pare, la sfortuna di questo castello sembra recentemente essersi conclusa.
Secondo recenti notizie il castello clone dell’originale sembra aver trovato dei nuovi acquirenti, a quanto pare l’edificio sarebbe stato acquistato da una società brianzola che vuole ristrutturarlo per farne una location per matrimoni o accogliere ricevimenti e cerimonie.
Non ci resta che sperare che l’edificio torni al suo antico splendore.