Chi è realmente Igor Sibaldi?
E’ con piacere che parlo di questo Scrittore e Filosofo, Igor Sibaldi, che ho avuto l’onore di incontrare un paio di anni fa a Brescia, ad una presentazione di uno dei suoi libri Eros e amore. Un autore che mi ha sempre affascinato per i temi trattati, oso dire non accessibili a chiunque, in primis proprio per le tematiche impegnative, ma non impossibili da comprendere per persone dalla mentalità aperta e con voglia di conoscenza, invogliati nella ricerca dell’invisibile e non.
Ma cominciamo a conoscere questo autore un po’ meglio.
Igor Sibaldi è nato a Milano nel 1957, di origine russa è uno scrittore e filosofo. Nell’arco degli anni ha pubblicato molti libri, specialmente con Mondadori.
Nel 1997 si è lanciato con “I Maestri invisibili” cominciando a strutturare la sua teoria della psiche, toccando argomenti riguardante la spiritualità, angeologia, mitologia e la storia delle religioni. Su questi argomenti Sibaldi tiene regolarmente tuttora delle conferenze e seminari in tutta Italia.
E’ riuscito a tradurre dall’ebraico antico una parte del libro della Genesi e ne ha dato un commento decisamente ereticale. A proposito ha pubblicato La creazione dell’universo (1998), Il Libro della creazione (2011) che è una versione più ampliata del primo libro citato. Nel 2004 pubblicò Il codice segreto del vangelo in cui tradusse e commentò il Vangelo di Giovanni.
Altre sue pubblicazioni molto interessanti sono:
- Il frutto proibito della conoscenza;
- Il libro degli Angeli;
- Il Libro della personalità;
- Il Libro delle Epoche, dove espone la sua teoria dei cicli storici della civiltà occidentale;
- I confini del mondo.
Sibaldi illustra anche i punti principali della sua interpretazione delle Sacre Scritture, edito Anima Edizioni in una serie di DVD intitolati “Esegesi”.
Una delle sue ultimissime opere appena pubblicate è “Il coraggio di essere idiota”.
“Per essere felici dobbiamo avere il coraggio di essere idioti”
Secondo Igor Sibaldi, le storie nascono dall’ossessione degli scrittori per la felicità. “Se non c’è ricerca della felicità non c’è storia” disse lo scrittore, riportando l’esempio di Adamo ed Eva, che secondo lui non hanno avuto storia finché non hanno deciso di voler essere felici. Ogni romanzo racconta sempre di un personaggio che tenta di essere felice, anche se magari non riesce a raggiungere il suo obbiettivo.
“La parola felicità deriva dal latino felix, che indica la persona che produce e genera cose nuove” spiega Sibaldi, “Ma se si produce qualcosa in più vuol dire che quello che si ha non ti basta. E’ proprio questo che fa un’autore, aggiunge qualcosa alla realtà perchè quello che già c’è non è sufficiente, ma per far ciò ci vuole un grande coraggio.”
“Chi ha una storia è diverso. I normali detestano i diversi, che vengono visti come strani, come idioti. (russo=disprezzo, greco: colui che sta solo) Ci vuole quindi un coraggio tremendo per essere felice, perché per essere felice devi essere diverso”
Dunque la domanda sorge spontanea: Perché abbiamo tanto paura della felicità?
Secondo lo scrittore, la felicità ci costringe a cambiare e a rompere i ponti con il passato. Una persona cambia davvero quando non riesce più a spiegare perché prima si è comportata in certi modi. E’ un passaggio che fa paura perché se rompi con il passato, non torni più indietro. Dunque, abbiamo paura di rompere i ponti, tagliare quel cordone ombelicale che ci ancora al passato.