Ciao iCrewer! Se qualche volta ti capita di scrivere, allora di sicuro saprai che le idee geniali, le intuizioni che possono dare una svolta a una storia che non convinceva, possono arrivare sempre e ovunque.
A volte è un particolare di una situazione in cui ci troviamo. Oppure uno schizzo disegnato distrattamente parlando al telefono. Una battuta, uno scherzo. Non c’è limite all’immaginazione, basta solo essere pronti a cogliere l’attimo.
Tuttavia, può accadere che ciò che abbiamo scritto non ci paia all’altezza, o semplicemente non ci piaccia. Cosa fare? Liberarsene? Non ti è mai successo che, raccontando una trama per te ancora traballante, sia stato proprio questo potenziale lettore a incoraggiarti a continuare e non abbandonare il progetto?
E come a volte può succedere a noi, anche i grandi autori lo sperimentano! Ti va di conoscere qualche aneddoto?
Carrie di Stephen King
Già abile con i racconti da rivista, Carrie è stato il primo romanzo di Stephen King, pubblicato nel 1974. Fino a qui nulla di strano, giusto? Vuoi sapere la chicca dietro questa storia? Lo scrittore, dopo aver concluso una prima stesura sotto forma di racconto, non fu soddisfatto. La trama e il personaggio non lo convincevano e aveva paura che il pubblico potesse non apprezzare uno scritto simile. Risultato? Scartò completamente questa storia.
Per fortuna, sua moglie recuperò il manoscritto, incoraggiò King a riprenderlo in mano, ampliarlo, modificarlo, farlo diventare un romanzo. L’autore seguì il consiglio, dando alla luce la prima di un’incredibile serie di opere.
La trama dell’opera
“Carrie è un’adolescente presa di mira dai compagni, ma ha un dono. Può muovere gli oggetti con il potere della mente. Le porte si chiudono. Le candele si spengono. Un potere che è anche una condanna. E quando, inaspettato, arriva un atto di gentilezza da una delle sue compagne di classe, un’occasione di normalità in una vita molto diversa da quella dei suoi coetanei, Carrie spera finalmente in un cambiamento. Ma ecco che il sogno si trasforma in un incubo, quello che sembrava un dono diventa un’arma di sangue e distruzione che nessuno potrà mai dimenticare.“
Zona pericolosa di Lee Child
A proposito di idee inaspettate, sai com’è nato il nome del protagonista dei numerosissimi romanzi d’azione di Lee Child?
Come spesso accade, può essere difficile raggiungere la merce esposta sugli scaffali più alti del supermercato (non so tu, ma a volte io potrei non arrivarsi neanche in punta di piedi). Così l’autore prestò alla moglie la sua statura, allungando il braccio e prendendo proprio il barattolo che lei desiderava. Come ringraziamento, con tono scherzoso, gli disse che la carriera perfetta per lui sarebbe potuta essere il puntare in alto, essere un reacher.
Per Child, che in quel periodo stava cercando di cambiare il corso che la sua vita aveva intrapreso, fu quasi un segno e il protagonista della storia che stava scrivendo divenne Jack Reacher. Chi avrebbe pensato a Zona pericolosa sarebbero seguiti più di venti romanzi?
Ecco la trama
“Nome: Jack Reacher, ex agente della polizia militare, un vero duro, distintosi per coraggio e onestà nelle molteplici azioni in cui è stato impegnato, fino a diventare una leggenda vivente.
Luogo: Margrave, una tranquilla cittadina della Georgia rurale, dove nulla sembra accadere e tutto pare avvolto nel più assoluto anonimato.
Jack Reacher giunge a Margrave proprio nel momento in cui la polizia scopre un efferato delitto. Ma, quel che è peggio, in breve le indagini sembrano far convergere su di lui tutti i sospetti. Chiuso nella prigione della contea, Jack dovrà dimostrare – fino a prova contraria – la propria innocenza a un’intera comunità che lo ha già condannato.
Jack non è un uomo che si arrende facilmente. E quando scopre che la vittima è addirittura suo fratello, si decide a passare all’azione. Anche se sa bene di non poter contare su nessuno e di essere entrato in una zona pericolosa.“
Lo hobbit di J. R. R. Tolkien
Tutti abbiamo sentito almeno qualche volta il nome di questo celebre professore universitario e filologo. È più probabile che ad attirarci siano state le avventure di Frodo, rispetto ai saggi di linguistica, ma ciò che veramente conta è che quando J. R. R. Tolkien viene nominato, pare che nell’aria ci sia un pizzico di magia.
E a dare vita a quel mondo gigantesco, sfaccettato e, per certi versi, ancora inesplorato, è stata una frase, scribacchiata dal professore sul margine del compito di letteratura che stava correggendo: “In un buco nel terreno, lì viveva un hobbit“.
Chissà cos’ha pensato, che idee gli frullavano nella mente. Chissà se per lui il termine hobbit trasmetteva già l’immagine di una persona di bassa statura, con piedi molto grandi e pelosi, una propensione a vivere in buchi e un’amore sconfinato per gli spuntini. Quello che è certo è che una manciata di parole è stata sufficiente per dare l’input alla creazione de Lo hobbit, l’avventura di Bilbo Baggins che precede quella della Compagnia dell’Anello.
La trama per te!
“Pubblicato per la prima volta nel 1937, Lo Hobbit è per i lettori di tutto il mondo il primo capitolo del Signore degli Anelli, uno dei massimi cicli narrativi del XX secolo.
Protagonisti della vicenda sono, per l’appunto, gli hobbit, piccoli esseri “dolci come il miele e resistenti come le radici di alberi secolari”, che vivono con semplicità e saggezza in un idillico scenario di campagna: la Contea. La placida esistenza degli hobbit viene turbata quando il mago Gandalf e tredici nani si presentano alla porta dell’ignaro Bilbo Baggins e lo trascinano in una pericolosa avventura. Lo scopo è la riconquista di un leggendario tesoro, custodito da Smaug, un grande e temibile drago. Bilbo, riluttante, si imbarca nell’impresa, inconsapevole che lungo il cammino s’imbatterà in una strana creatura di nome Gollum.“