Henryk Adam Aleksander Pius Sienkiewicz, così recita il nome per esteso di Henryk Sienkiewicz, autore in tasca e Premio Nobel 1905, di oggi. Saprai bene, caro lettore che questa rubrica di iCrewplay presenta e fa conoscere i vari autori insigniti del prestigioso Nobel, anche se hanno nomi improbabili e la memoria collettiva li ricorda più per i titoli dei loro libri che per il nome.
Certo, ritrovarsi in tasca un autore polacco dal nome impronunciabile non è cosa che succede ogni giorno e per giunta non vicino temporalmente, in quanto appartenente ai primi anni del Novecento, però siamo qui per questo no? Per tentare di allargare conoscenze e orizzonti culturali, al di là del tempo e dei nomi impronunciabili… E quindi, andiamo insieme alla scoperta di Henryk Adam Aleksander Pius Sienkiewicz, più semplicemente conosciuto come Henryk Sienkiewicz.
Polacco, nato a Wola Okrzejska, il 5 maggio 1846 e morto a Vevey, il 15 novembre 1916, Henryk Sienkiewicz è stato uno scrittore e giornalista. È l’autore del più che celebre e conosciuto romanzo Quo vadis?, per il quale ha ottenuto il Premio Nobel per la letteratura nel 1905 e del quale si conoscono un gran numero di edizioni. Motivo per cui me lo sono ritrovato in tasca a totale sua insaputa…
Mi permetto di scherzare per alleggerire: un nome così è già pesante da leggere e se alzo la posta con un articolo serioso e impostato, finisco per rendere tutto più greve e rischio di perdere i pochi lettori che ho… E quindi, Premio Nobel o no, ho deciso di adottare un tono scherzoso e leggero. Spero di non far inorridire gli eventuali lettori che potrebbero pensare: “Scherza con i fanti e lascia stare i santi… E gli scrittori. La letteratura cosa seria è… “
Henryk Sienkiewicz dalla Polonia al mondo
Terminato il ginnasio, Henryk Sienkiewicz frequentò il dipartimento di giurisprudenza e poi, forse perché consapevole che un avvocato con un cognome così avrebbe potuto avere futuro alquanto incerto, decise di cambiare e frequentare i corsi di medicina. Ma anche qui non ebbe requie: probabilmente pure da medico il cognome gli avrebbe condizionato la carriera… E allora? Meglio scegliere di fare lo scrittore e ritrovarsi dritto dritto nelle tasche di un altrettanto improbabile redattrice che deve proporne l’operato fra le pagine di un sito online.
Finì quindi col laurearsi in lettere, un sogno coltivato da sempre. E come uomo di lettere, il cognome sarebbe stato un quid in più, o no ? A Varsavia si occupò di recensioni e questo lo rende già simpatico e praticamente un collega: in fondo qui, in iCrewplayLibri, facciamo la stessa cosa anche se i nostri cognomi sono più potabili… Infatti, il nostro Henryk Sienkiewicz, consapevole di avere un cognome quasi ingestibile, adottò lo pseudonimo di Litwos.
Da redattore e articolista a scrittore il passo, a volte ma non sempre, è breve? Per Henryk Sienkiewicz lo fu. Pochi anni dopo, pubblicò il suo primo romanzo, Invano (Na marne) e, successivamente, la Trilogia Il diluvio (Potop), Col ferro e col fuoco (Ogniem i mieczem) e Il signor Wołodyjowski (Pan Wołodyjowski). I suoi romanzi ebbero un’ ampia diffusione e grande successo in Polonia, soprattutto grazie alle tematiche che ponevano l’accento sull’indipendenza nazionale. E si, a volte anche gli scrittori con cognomi improbabili hanno a cuore la libertà e sanno trasmetterla nei loro libri.
Divenuto famoso e apprezzato in Polonia, Henryk Sienkiewicz si diede ai viaggi: Russia, Germania, Francia, Svizzera, Grecia, Turchia, Egitto, India, Stati Uniti ed infine Italia, paese nel quale dove approdò e tornò sempre volentieri e vorrei vedere chi potrebbe fare il contrario… Henryk Sienkiewicz amò talmente tanto il nostro stivale immerso nell’azzurro mare che lo considerò quasi una seconda patria.
Henryk Sienkiewicz ebbe proprio in Italia l’ispirazione per il suo romanzo più famoso, Quo vadis?
Nel 1983, a Roma, dove si stabilì in via Bocca di Leone, accompagnato da Henryk Siemiradzki, pittore polacco con un altro improbabile nome, ebbe modo di visitare, tra la via Appia Antica e la via Ardeatina, la ormai famosa cappella nel cui ammattonato c’era ( forse c’ancora) un pezzo della vecchia strada con l’impronta di un piede. Secondo la tradizione e il Vangelo Apocrifo degli Atti di Pietro, Cristo avrebbe incontrato proprio in quel posto il capo degli Apostoli in fuga da Roma e avrebbe risposto alla domanda di quest’ultimo, il famoso: –Domine, quo vadis?-, –Dove vai Signore?–
Come rispose Gesù, di preciso non ci è dato di sapere. Sappiamo però cheil posto dove è andato Lui è anche il nostro, o almeno lo speriamo. E sappiamo anche che uno scrittore può trovare e prendere ispirazione da qualsiasi episodio per scrivere un libro, senza neanche aspettarsi di vincere il Premio Nobel.
Successe così ad Henryk Sienkiewicz? È possibile. Il suo Quo Vadis? non solo divenne famosissimo e ultra letto da intere generazioni ma gli valse anche il prestigioso premio ambito ed agognato da chiunque coltiva l’arte della scrittura. E se non bastasse, il titolo del libro divenne un modo dire usato ancora oggi… Quando si dice che uno scrittore dal nome impronunciabile attraversa i secoli e resta sempre attuale.!
Finisco questa chiacchierata semi-seria e semi-confidenziale con la speranza che Henryk Sienkiewicz non si stia rivoltando nella tomba dove giace da oltre un secolo. E che dirti, caro lettore? Malgrado me lo sia ritrovato in tasca e mi sia preoccupata di cosa raccontare di lui, di cui conosco solo il celeberrimo Quo Vadis?, tutto sommato e considerato, nome impronunciabile a parte, non è stato eccessivamente pesante…
Tu che ne pensi?