Il mondo della moda saluta Giorgio Armani, scomparso giovedì 4 settembre 2025, all’età di 91 anni. Considerato uno dei più grandi innovatori del fashion system, Armani ha lasciato un’impronta indelebile grazie a un linguaggio estetico che ha ridefinito l’idea stessa di eleganza. Fu il settimanale Time a coglierne per primo la portata rivoluzionaria, dedicandogli nel 1982 una copertina con il titolo “Giorgio’s gorgeous style”.

I codici “armaniani”: giacca destrutturata e greige
Il segno distintivo della rivoluzione Armani è stato la giacca destrutturata, pensata sia per l’uomo che per la donna. Linee fluide, tessuti morbidi come lana, shantung di seta e velluto hanno sostituito la rigidità delle armature sartoriali tradizionali.
A completare questa nuova grammatica dello stile, l’iconico greige – una fusione di grigio e beige – diventato il colore simbolo di un’eleganza sobria, calda e sofisticata.
Armani e la donna in carriera
Negli anni Ottanta e Novanta, Giorgio Armani è stato lo stilista che ha regalato alle donne una vera e propria divisa per il successo. Giacche con spalle imbottite, pantaloni morbidi e camicette di seta rappresentavano una dichiarazione di potere.
Come spiega la teorica della moda Maria Luisa Frisa, indossare Armani significava avere “una qualità di presenza”: non più segretarie o assistenti, ma amministratrici delegate e leader. Un esempio emblematico fu Marisa Bellisario, pioniera dell’informatica, che scelse sempre Armani come suo stile distintivo.

L’eleganza maschile secondo Armani
Se per la donna Armani fu liberazione e affermazione, per l’uomo rappresentò sensualità e fluidità. La giacca maschile non era più un involucro rigido, ma un capo che valorizzava il corpo e permetteva libertà di movimento. Armani fu tra i primi a introdurre l’idea di abiti maschili capaci di esprimere raffinatezza senza costrizioni.
Haute Couture e lusso sobrio
Lo stile “armaniano” è riconoscibile anche nelle collezioni Privé: linee pulite, colori neutri e tessuti pregiati, con una visione del lusso mai eccessiva, ma sempre raffinata. Come sottolinea Vanessa Gavioli, curatrice del Museo della moda e del costume di Palazzo Pitti, Armani ha saputo unire moda e arti decorative, arricchendo gli abiti con ricami preziosi, paillettes, strass e perline.
L’eredità di Re Giorgio
L’opera di Giorgio Armani non è stata soltanto moda, ma una rivoluzione culturale. Ha vestito uomini e donne della contemporaneità, offrendo loro uno stile che parlava di libertà, potere ed eleganza. Con lui nasce un aggettivo unico: “armaniano”, sinonimo di rigore, qualità e modernità senza tempo.