Ciao iCrewer! Oggi per il nostro appuntamento di Lifestyle, voglio parlarti di Gian Piero Galeazzi, noto telecronista sportivo, conduttore televisivo e canottiere italiano, venuto a mancare ieri 12 novembre 2021, all’età di settantacinque anni.
Chi era Gian Piero Galeazzi?
“Sotto lo stesso cielo, sotto la stessa bandiera, Forza Lazio!”
E’ con questa frase che vorrei ricordare il famoso telecronista e canottiere italiano, nonché grande tifoso laziale.
Galeazzi è nato a Roma, il 18 maggio 1946, ed è conosciuto anche con il soprannome di Bisteccone per la sua mole (affibbiatogli dal giornalista Gilberto Evangelisti). Il giornalista vanta una brillante carriera di canottiere: negli anni Sessanta è campione mondiale juniores e campione italiano (titolo vinto nel singolo nel 1967 e nel doppio con Giuliano Spingardi nel 1968), convocato ai Giochi Olimpici di Città del Messico nel 1968.
È laureato in statistica ma la sua carriera prende un’altra strada, si avvicina al giornalismo è diventa uno dei volti più noti del settore.
Comincia la sua carriera in RAI negli anni Settanta come cronista e giornalista sportivo, dapprima in radio poi in televisione. Tra i suoi maestri ricorda Enrico Ameri, Sandro Ciotti e Nando Martellini.
Dribbling, La Domenica Sportiva, condotta da Paolo Frajese e Mercoledì Sport sono le prime trasmissioni che lo vedono protagonista nel 1976.
Sono rimasti nella storia le sue telecronache come quella della vittoria dei fratelli Abbagnale alle Olimpiadi di Seoul nel 1988.
Negli anni Novanta diventa un volto molto popolare: conduce 90° Minuto, è opinionista da Mara Venier in Domenica In e ospite di Pippo Baudo al Festival di Sanremo.
Le ultime apparizioni televisive sono quelle accanto a Maurizio Costanzo in Notti Mondiali e in Notti Europee.
Lo scorso anno è stato ospite di Domenica In dove ha raccontato la sua situazione e i problemi di salute (soffriva di diabete), che lo hanno portato alla morte, ieri, 12 novembre 2021.
Gian Piero Galeazzi e la scrittura
Il giornalista ha pubblicato anche due libri ossia E andiamo a vincere. La storia gloriosa degli Abbagnale (2014) e L’inviato non nasce per caso (2016).
E andiamo a vincere. La storia gloriosa degli Abbagnale
La storia della grande impresa sportiva dei fratelli Abbagnale (Giuseppe, Carmine e Agostino, e senza dimenticarsi di Giuseppe Di Capua) non era stata ancora raccontata. Da dove venivano? Chi li ha scoperti? Come si sono allenati? Come hanno fatto a vincere così tanto? Come sono arrivati al vertice assoluto del canottaggio mondiale? Una sola è la voce che poteva raccontare questa storia: la voce grazie alla quale tutti gli italiani hanno imparato a conoscere e ad amare le gesta dei Fratelloni, quella di Gian Piero Galeazzi. Grazie alla sua competenza, alla sua esperienza, al fatto di essere stato sempre vicino al clan, soltanto lui poteva scrivere questo libro. E soltanto lui poteva riuscire in un’impresa senza precedenti: far parlare Giuseppe La Mura, il Dottore, colui che ha saputo vedere negli Abbagnale un futuro olimpico d’oro, che li ha preparati con metodi rivoluzionari, che li ha seguiti in tutti i momenti di una delle imprese sportive più amate della nostra storia.
L’inviato non nasce per caso è il principio ispiratore che ha animato tutta la carriera giornalistica di Gian Piero Galeazzi e che dà il titolo a questo libro. È il suo personale grido di battaglia che lo ha accompagnato nella lunga carriera iniziata negli anni ’70 al Giornale Radio, al seguito dei grandi maestri come Sandro Ciotti, Enrico Amori e Guglielmo Moretti, e proseguita in Tv nel Tg1 di Emilio Rossi e nella redazione sportiva di Tito Stagno, al fianco di Beppe Viola. Sempre con l’obiettivo di portare a casa il “pezzo” ad ogni costo per raccontare il grande sport italiano e internazionale dai Mondiali di calcio ai più importanti incontri di tennis degli Internazionali di Roma e della Coppa Davis, dal grande calcio italiano alle appassionanti imprese del canottaggio azzurro che hanno entusiasmato gli italiani e che la sua voce ha reso indimenticabili. È un racconto autobiografico che mostra, attraverso le luci dell’anima, le stagioni più intense della sua vita, un viaggio appassionante che porta un giovane cronista a diventare un inviato di razza sempre pronto ad esaltare i rimati dello sport mondiale.