Caro iCrewer, se non ti limiti a leggere i libri, ma hai nel cassetto il sogno di scrivere un tuo romanzo, dovresti leggere il vademecum scritto da Enrico Galiano, autore di Felici contro il Mondo, su gli errori da non fare se cerchi un editore.
Dalla lettura alla scrittura, il passo è breve, ma la ricerca di un editore disposto a pubblicare il tuo romanzo è un’impresa ardua. Alcuni preferiscono auto-finanziarsi, ma cosa succede per chi cerca un editore?
Enrico Galiano: I 7 errori da non fare se cerchi un editore…
L’insegnate e scrittore Enrico Galiano ha stilato un vademecum per gli aspiranti scrittori, leggiamolo insieme.
ERRORE NUMERO UNO – Credere che il tuo libro sia bello che finito
Cosa intendo dire? Che ha bisogno di uno sguardo “terzo”: qualcuno – e vedrai al punto due chi – che ti aiuti a trovare i suoi punti di forza e debolezza e ti aiuti a sistemarlo come si deve.
ERRORE NUMERO DUE – Farlo leggere a chi ti vuole troppo bene
La migliore situazione possibile è quella di un parere professionale da parte di chi lavora con queste cose; ma se così non fosse – magari non puoi permetterti un’agenzia letteraria – comunque cerca chi non si faccia alcun problema ad andare giù pesante con le critiche (sempre costruttive, eh!).
Faccenda delicata insomma: sappi però che farlo leggere solo ad amici o al compagno non ti servirà a molto. A meno che tu non abbia un compagno di vita che ha la sindrome della verità perenne e deve sempre essere sincero fino alla brutalità.
Nel qual caso, temo, non riuscire a pubblicare un libro è l’ultimo dei tuoi problemi.
ERRORE NUMERO TRE – Stalkerare gente
Non li conto nemmeno, gli scrittori a cui ho scritto: eddai, per favore, ti va di leggere il mio manoscritto per dirmi che ne pensi, tipregotipregotiprego?
Ed è l’errore più comune di tutti: ma solo dopo aver pubblicato il mio primo romanzo ho capito perché.
Per due motivi: uno, è praticamente impossibile che uno scrittore lo legga davvero (almeno, a me è successo solo con un paio… e hanno comunque letto giusto due pagine); due: non funziona così.
Sai come funziona? L’unico modo per cui tu possa avere una chance seguendo questa strada? Che sia lui o lei a chiedertelo. Che si crei fra di voi prima un rapporto di amicizia. E che alla fine ti chieda proprio: “Ehi, sai che scrivi bene? Hai della roba da farmi leggere?”.
In tutti gli altri casi, lascia stare. Non va. Anche perché se uno fa lo scrittore si suppone abbia un po’ di fiuto per chi ha un doppio fine: ed è una cosa che tende a essere vista come un po’ antipatica.
ERRORE NUMERO QUATTRO – Scrivere una pessima lettera di presentazione
La lettera di presentazione di un manoscritto è come quei dieci secondi che dicono siano fondamentali nell’incontro con una persona. È talmente importante da essere – secondo me – allo stesso livello del romanzo stesso.
Tradotto: una buona lettera di presentazione regala almeno una chance anche al libro più brutto. Una pessima toglie quasi tutte le chance anche al migliore.
Per cui, non fare come me: non deve essere lunga, non deve essere troppo formale, ma soprattutto: non deve non incuriosire. Scrivi in modo chiaro e limpido l’idea centrale del libro, e cerca di raccontarlo in modo che al lettore venga voglia di dire: ehi, e poi? Che succede poi?
Quindi, va da sé: non dire tutto. Il giusto. Quel solletico alla voglia di andare avanti. E poi lascia che siano loro a chiederti il libro intero, in caso.
ERRORE NUMERO CINQUE – Non fare il pescatore
Che differenza c’è fra un pescatore e un cacciatore? Il pescatore butta la sua rete in mare con l’idea di prendere tutto quello che tira su, indiscriminatamente; che siano pesci, scarponi, molluschi o il gioiello del Titanic, quello è il gesto che fa: buttare una rete in mare.
Il cacciatore, invece, aspetta, cerca, sceglie: e poi vuole quello, e solo quello.
Ecco, con le case editrici devi essere un cacciatore, non un pescatore. Non fare come il sottoscritto, che mandava il suo romanzo young adult anche a chi pubblica solo saggistica o testi religiosi, o poesia, tanto un’eccezione per il mio capolavoro faranno a gara a farla!
No, non funziona così: le case editrici – ho scoperto poi – sono come le persone. Hanno i loro gusti, frequentano un certo tipo di amici, scelgono, selezionano. Per cui prima di inviare il manoscritto, scegli bene, con grande cura, fatti mille giri in libreria e poi mandalo alle case editrici che pubblicano roba con il tuo stile e i tuoi contenuti.
ERRORE NUMERO SEI – No, non hai scritto un capolavoro
Ecco, ci tengo, perché questo era il mio cavallo di battaglia: la convinzione di aver sfornato un capolavoro e di essere un genio incompreso.
No, tesoro: se il tuo romanzo nasconde un capolavoro, appunto, lo nasconde. Sarà solo un lavoro serio, fatto insieme a un editor professionista, che ti permetterà di farlo emergere per davvero. Anzi: forse nemmeno tu sai ancora fino in fondo cosa volevi dire col tuo libro, e dovrai scriverlo e riscriverlo per scoprirlo. Fino a che l’editor non capirà che è il momento e te lo strapperà di mano dicendoti: ok, ci siamo.
ERRORE NUMERO SETTE – Non sei l’eccezione
A tutte le cose che ti ho detto prima, potresti avere pensato: ma io non posso essere l’eccezione?
Esattamente quello che pensato io, mille volte. No, non lo sei. Anche se ti auguro, con tutto il cuore, di dimostrarmi che mi sbagliavo.
Ho deciso di riportare fedelmente le parole e il vademecum di Enrico Galiano, perché nessuno avrebbe potuto esprimere meglio gli errori da non fare. Quindi, se cerchi un editore, cerca di tenere ben a mente questa lista di cosa da non fare e lanciati nel mondo della scrittura e dell’editoria.