Ciao iCrewer oggi, per la nostra rubrica Sogni di carta, ho il piacere di intervistare uno scrittore che ho scoperto attraverso il suo ultimo libro
Francesco Leo. Sogni di carta, l’intervista
Sicuramente in altre interviste ti avranno fatto quella che è una domanda scontata e noi di libri.iCrewPlay non siamo da meno, soprattutto perchè in rete le notizie sono scarse, e i nostri lettori, come la sottoscritta, desiderano notizie di prima mano.
Giusto per rompere il ghiaccio mi permetto di darti del tu Francesco
Ti ringrazio innanzitutto per essere qui con noi, anche se virtualmente, e di aver acconsentito a rispondere alle nostre curiosità per conoscerti meglio.
Chi è Francesco Leo?
Francesco Leo è un ragazzo come tanti con un sogno come quello di tanti. Creare, sperare, vivere. Appassionato di scrittura, lettura, cinema, fitness programmazione. Di tutto un po’, insomma.
Quanto hanno influito i tuoi titoli di studio sulla strada intrapresa?
Nulla. Ho studiato per essere un informatico e, per quanto certe competenze possano essermi servite nel lavoro, in nessun modo hanno influenzato la mia scrittura. Quest’ultima è il prodotto di esperienze, trascorso e passioni.
Fai un altro lavoro oltre a scrivere?
Lavoro come docente e tecnico informatico, oltre a scrivere e a collaborare con blog letterari e una produzione musicale di nome Age of Chronicles. Ho anche scritto soggetti per cortometraggi e seguo dei ragazzi in veste di personal trainer. Ho già detto che ho diverse passioni?
Si si, quando hai risposto alla prima domanda.
Scrivi al pc o sui tradizionali taccuini?
Schematizzo un testo su carta, sviluppando l’idea e inchiodando il messaggio da comunicare ai lettori nella mente. Poi, lo sviluppo facendo sinossi di capitoli. A trama completa, sviluppo tutto al pc. Terminato tutto, inizia la seconda stesura. Ma questa è un’altra storia…
Di giorno, di sera o di notte? Ascoltando musica o in religioso silenzio? Insomma, quali sono le tue abitudini di scrittura?
In base alla sequenza, preferisco un momento della giornata o un altro. Questo, però, accade in via ottimale. Ora, con tutti gli impegni, riesco a ritagliarmi del tempo per scrivere ogni giorno ma senza programmare nulla. Troppi impegni, dannazione. A volte vorrei buttare tutto in aria, poi ci rifletto e… lo faccio. Delle volte aiuta. Scherzi a parte, prendo sul serio quello che faccio e, dal momento che si tratta di cose che mi piacciono, sono disposto a prendermi anche le rogne del caso. Chi non farebbe sacrifici per ciò che ama?
Ha ragione Francesco Leo, un sacrificio a volte si deve fare
La scrittura è stata una naturale attitudine o l’improvviso desiderio di trasferire su carta la tua esperienza di vita?
Credo che scrivere sia un bisogno che nasca da dentro. Lo si fa per sfogo o per raccontare se stessi o un proprio punto di vista agli altri. È importante, per me, comunicare qualcosa ai lettori e non solo intrattenere.
Un domani non è la trama che si ricorderà bene di un testo, ma ciò che ti ha comunicato.
Sei un autore fantasy, ma come lettore prediligi lo stesso genere o ti appassiona anche altro?
Scrivo prettamente fantasy, sebbene abbia sperimentato anche sottogeneri dello stesso e altri genere del tutto diversi. Lo scoprirete in futuro. A ogni modo, leggo di tutto. Tranne rosa, quelli proprio no. Non ci riesco. Però assicuro di essere un animo romantico.
Come descriveresti la tua avventura nel mondo dell’editoria? Ti ritieni soddisfatto dei risultati ottenuti?
Alti e bassi, per lo più all’inizio. Ma si sa, è una strada difficile.
Ho tenuto duro e, poco a poco, sto conquistando dei traguardi di cui sono soddisfatto. Ciò che dico sempre è di non guardare dove si vorrebbe arrivare, o ci si demoralizzerebbe. Ciò che conta è capire dove si è ora rispetto a dove si era. Se si riconoscerà di aver fatto dei passi in avanti, allora siamo sulla strada giusta. Tempo al tempo.
Il tuo è stato ed è ancora un continuo lavoro di studio e ricerca sulle evoluzioni e trasformazioni. Negli anni cosa è cambiato nella tua attività e perché?
Lettura e scrittura sono un esercizio fondamentale per migliorare. L’una non può escluderà l’altra. Se si vuole davvero provare a essere considerati scrittori, per lo meno. L’evoluzione è data dalla pratica, dalla costanza e la permanenza in un certo ambiente; dalle esperienze di vita e dalla consapevolezza di se stessi. Si tratta di elementi mutevoli, che si definiscono giorno dopo giorno. Ne consegue che la scrittura sarà sempre differente (in meglio, si spera).
Quando scrivi un nuovo libro, mi pare che per Reset non sia stato necessario, hai già tutta la storia in mente o la elabori strada facendo?
All’inizio c’è un’idea che può essere ritenuta valida o meno. In caso positivo, la si sviluppa. Penso a quale possa essere il messaggio da comunicare, poi inizio a lavorarci su. Ho spiegato prima come mi muovo. L’improvvisazione è qualcosa che sconsiglio sempre. Sono d’accordo sull’ispirazione del momento, il dettaglio aggiunto, ma di base già si deve sapere dove andare a parare. Colpi di scena e intrecci non possono essere nulla di buono, se non pianificati.
Un libro ti ha mai salvato la vita?
Nessuno in particolare. Credo che tutti, in egual misura, possano toccare delle corde in grado di darti spunti, supporto, modellarti. Se proprio dovessi menzionare un testo, però, citerei Notti Bianche di Dostoevskij. Quello è stato un brano che ha inciso molto in merito al mio approccio all’emotività.
La nostra chiacchierata volge al termine, spero di non essere stata troppo impertinente e so che con queste domande non potremo mai conoscerti a fondo caro Francesco; l’importante è essere riusciti a fornire ai nostri lettori una base da cui partire per iniziare a seguirti.
Nel salutarti e ringraziarti mi permetto di rivolgerti un’ultima domanda:
Se non fossi Francesco Leo, nelle vesti di chi vorresti essere?
Sceglierei di essere me stesso, sempre e comunque. Sono fiero di ciò che sono, di ciò che sarei potuto essere e di ciò che potrei essere in futuro. Affronto la vita giorno dopo giorno, consapevole che tutto accade per un motivo. E ognuno di noi è unico, per cui… mi tengo stretta l’esclusività che mi è stata data.
Grazie e in bocca al lupo per il tuo futuro.
Grazie mille a voi per lo spazio, è stato un vero piacere. Un saluto a voi e a tutti i lettori!