Favole da incubo dieci (più una) storie di femminicidi da raccontare per impedire che accadano ancora, Roberta Bruzzone, Emanuela Valente, edito De Agostini, in arrivo il 17 novembre.
Cosa è una favola? Una favola, per antonomasia, è una storia che vede sempre un lieto fine, qualcosa che non connota in sé atti tragici e/o violenti, una narrazione lineare alla quale se dobbiamo abbinare un colore di certo abbiniamo il rosa. Le favole, quindi, racchiudono sogni, speranze, gioie che di solito, o comunque nella maggior parte dei casi, si avverano tutti, i protagonisti infatti al termine della storia sono sempre felici.
Ma le favole si tingono sempre di rosa? Possono diventare incubi e macchiarsi di rosso sangue?
Favole da incubo: quando le favole non si concludono con il classico e vissero per sempre felici e contenti
In questo preciso istante, ed in merito a questo libro che ti propongo, caro lettore – il maschile in questo caso è assolutamente voluto perché ritengo, senza per questo essere additata come la femminista bigotta di turno, che questo sia un libro che soprattutto le persone di sesso maschile debbano leggere, e non per fare di tutto un unicum, le eccezioni grazie a Dio esistono – già dalla sinossi ti dice molto più di quello che in questo momento potrei dire io e che, peraltro, racchiude quello che è il mio personalissimo punto di vista.
Favole da incubo dieci (più una) storie di femminicidi da raccontare per impedire che accadano ancora, «Dieci casi di cronaca nera tra i più sconvolgenti degli ultimi anni. Una criminologa e una giornalista da sempre in prima linea contro la violenza sulle donne. Un’analisi lucida e necessaria degli stereotipi di genere che hanno provocato queste tragedie annunciate, per sconfiggerli una volta per tutte. I maschi sono intelligenti, le femmine sono utili. I maschi sono “progettati” per comandare, le femmine per accudire.
Gli uomini devono provvedere economicamente alla famiglia e realizzarsi nel lavoro, le donne devono stare a casa. Questi sono solo alcuni degli stereotipi di genere più comuni che ancora permeano la nostra cultura. Pensate che siano in gran parte retaggi di un passato ormai superato? Questo libro ci dice che non è affatto così. Gli stereotipi di genere sono tra noi, ogni giorno.
E no, non sono affatto “innocui”, come molti sembrano considerarli. Attraverso la ricostruzione di dieci casi di femminicidio tra i più sconvolgenti degli ultimi anni, Roberta Bruzzone ed Emanuela Valente analizzano i principali preconcetti culturali e sociali che hanno operato in queste vicende inconcepibili, eppure reali. Stereotipi, pregiudizi e tabù a cui hanno obbedito un po’ tutti: le vittime, gli assassini, l’opinione pubblica e perfino i media che ne hanno parlato.
Il quadro che ne emerge non è consolatorio: le idee sessiste sono ancora molto radicate, in ognuno di noi, senza distinzioni di condizione economica e culturale.
Lungi dal voler giudicare, ma con lucidità e senza fare sconti a nessuno, “Favole da incubo” intende aiutarci a prendere coscienza di quelle voci che parlano dentro di noi, spingendoci ancora, nostro malgrado, a fare distinzioni di genere nella vita di ogni giorno. Perché la presa di coscienza è il primo, necessario passo per cominciare a scardinare questi schemi mentali e fare in modo che crimini tanto orribili non trovino più un terreno in cui mettere radici, crescere e riprodursi. Intervenire in tempo per fermare l’escalation è possibile, e soprattutto è possibile innescare quel profondo cambiamento culturale che può mettere fine una volta per tutte alla violenza sulle donne.
Favole da incubo dieci (più una) storie di femminicidi da raccontare per impedire che accadano ancora: Roberta Bruzzone, Emanuela Valente, due donne contro il femminicidio
Roberta Bruzzone, volto e nome noto, la conosciamo tutti: criminologa e psicologa forense, è la più famosa profiler italiana. Roberta è anche un consulente tecnico nell’ambito di procedimenti penali, civili e minorili, è inoltre una consulente scientifica di numerosi programmi televisivi che si occupano di cronaca e attualità.
Emanuela Valente è un’esperta di comunicazione e blogger, collabora infatti con numerose testate. Ha creato e cura il sito In Quanto Donna, il primo e più completo osservatorio online sul femminicidio in Italia.
Un libro, quindi, che va assolutamente letto per numerose ragioni, prima fra tutte: il rispetto assoluto, sempre e in ogni momento, della Donna in quanto tale.