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Menomale c’è iCrewPlay: Favola della buonanotte. Il primo racconto, di Alessia Baraldi

Stefania Guerra 5 anni fa 9 commenti 8
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Favola della buonanotte di Alessia Baraldi

Caro iCrewer è con piacere che pubblico il primo dei racconti presente nella raccolta Quando il fine non giustifica i mezzi. In questi giorni in cui ognuno sta reinventando la propria quotidianità, comprese noi tutte e il maschietto della redazione, abbiamo trovato tante idee per trascorrere momenti sereni, costruttivi e anche divertenti, da soli o in famiglia.

Questo racconto potrete leggerlo anche ai vostri figli, condividendo una delle più semplici ma più importanti esperienze che segnano il rapporto speciale genitori-figli: leggere una fiaba con amore. Non indugio oltre, vi auguro buona lettura!

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>>>PRIMA PARTE<<<

Margherita era una strana bambina di quattro anni: voleva sempre andare a letto presto. Lei non faceva i capricci per
restare alzata fino a tardi come gli altri bambini della sua età. Lei ascoltava i suoi genitori quando le annunciavano che era ora di coricarsi. Cosa l’entusiasmava così tanto è presto detto: dopo averle rimboccato le coperte, il suo papà si sedeva sul materasso e le raccontava una favola, che si inventava sul momento.

Margherita aspettava con trepidazione l’ora della storia, perché era curiosa di scoprire cosa suo padre aveva in serbo per lei quella sera.
– Papà, mi racconti una storia? – esordì la piccina, non appena l’uomo finì di avvolgere il piumone intorno al suo
corpicino. – Certo, tesoro. Che cosa ti va di ascoltare oggi? – Davide si accomodò accanto a lei e aspettò che la bambina gli desse qualche spunto interessante da cui partire. – Una storia con delle principesse! – Delle principesse, eh… – rimuginò il padre, accarezzandosi la barba per fare un po’ di scena e prendere un po’ di tempo, mentre impostava la trama nella sua mente. – D’accordo, scommetto che questa ti piacerà.

C’era una volta, in un paese lontano lontano, una bella principessa di nome Estella…
– Non mi piace il nome Estella. – lo interruppe la bambina, incrociando le braccia e con un’espressione imbronciata in viso per protesta. – Come la vorresti chiamare, allora? – chiese il padre, ormai abituato ad essere disturbato dagli appunti o dalle domande della figlia.

Un comune narratore sarebbe rimasto scocciato da così tanta partecipazione, tuttavia Davide adorava quei momenti: sapeva che la bambina voleva essere parte integrante nella creazione della favola e le sue osservazioni non facevano che rendere il flusso creativo più piacevole, oltre che più facile.
– Chiamala Margherita! – il padre rise alla richiesta della piccola, che voleva essere la protagonista della favola della
buonanotte. – Va bene, allora il suo nome sarà Margherita. Dunque, dov’ero rimasto? Ah sì.

C’era una volta, in un paese lontano lontano, una bella principessa di nome Margherita ed era amata da tutti gli abitanti del suo regno. Viveva in un magnifico castello… – Il castello ha un fossato? – Certo che ne ha uno, altrimenti che castello è? – la piccola non proferì parola. Scrollò piuttosto le spalle, dimostrando che nemmeno lei riusciva ad immaginare una roccaforte senza un canale d’acqua intorno. – Bene, stavo dicendo…

Il castello era circondato da un fossato e questo fossato era pieno di coccodrilli, che le impedivano di scappare. Infatti
la fanciulla era prigioniera della sua stessa casa. – No, poverina! – esclamò la bambina. – Ma i suoi genitori non le vogliono bene? – Certo che gliene vogliono, e anche tanto! Anche Margherita vuole bene ai suoi genitori, ma…
… ma lei non voleva essere una principessa. Voleva essere una normale ragazza come tutte le altre, però la sua famiglia non glielo permetteva. La poverina passava così tutti i giorni a leggere romanzi…

– Cosa sono i romanzi? – Libri. Quei libri enormi che legge la mamma in camera da letto, prima di addormentarsi. – Le spiegò pazientemente il padre, interrotto per l’ennesima volta. – E cosa c’è sopra i libri? – Quelli che legge la mamma sono storie d’amore. – Puah, non mi piacciono le storie d’amore! Preferisco le storie di Capitan Uncino.
– Ti piacciono i pirati? Ma che coincidenza: anche alla principessa Margherita piacciono! Devi sapere che… Lei leggeva tanti romanzi d’avventura. Ne leggeva così tanti, che presto finì tutti quelli che aveva! Per avere nuove
storie, iniziò allora a scrivere di un mondo immaginario, dove lei era il capitano di una nave di pirati che saccheggiava le flotte che trasportavano libri.

Era così immersa nella sua fantasia che sognava ogni notte i personaggi da lei inventati e qualche volta ci parlava
persino! I genitori, preoccupati, convocarono a palazzo i migliori medici della Terra per trovare una cura per la principessina. Tenta e ritenta, nessuna delle cure funzionò, anzi Margherita peggiorò: non le bastava più conversare, ora parlava addirittura in rima coi suoi amici immaginari! – Che cosa strana. – Già, non immagini quanto! – Allora i suoi genitori che cosa fanno?

– Il re e la regina non sapevano più cosa fare, allora requisirono tutta la carta ed ogni oggetto di cancelleria presente nel regno per evitare che la malattia della loro figlioletta degenerasse. I giorni passarono, ma la fanciulla non sembrò guarire, finché un pomeriggio di sole arrivò nel regno un baldo giovanotto.
– Chi è? Chi è? – Era un mago, che girovaga di reame in reame per aiutare coloro che avevano bisogno delle sue pozioni magiche e della sua saggezza. Il suo aspetto era quello di un giovane della stessa età della principessa Margherita, ma in realtà aveva più di cento anni.

– Come è possibile? – Ciò era possibile, perché la sua magia era così potente, che non gli permetteva di invecchiare. Non appena il re disperato seppe della sua venuta, lo fece portare al castello e gli spiegò la tragica situazione.
«Maestà, non Vi dovete preoccupare: ho visto molti casi come questo durante i miei viaggi e conosco la cura perfetta
per Vostra figlia.» disse il mago in presenza della corte reale. >>>FINE PRIMA PARTE<<<

Ti è piaciuto il racconto? Domani alla stessa ora uscirà la seconda e ultima parte.

Stai con noi caro iCrewer, menomale c’è iCrewPlay.

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9 commenti 9 commenti
  • cristiana ha detto:
    Marzo 14, 2020 alle 16:40

    che meraviglia! Non vediamo l’ora di leggere la seconda parte😍

    Rispondi
    • Alessia Baraldi ha detto:
      Marzo 14, 2020 alle 18:53

      Grazie, Cristiana ^^ Spero che anche la seconda ti faccia emozionare così tanto!

      Rispondi
  • Donatella De Filippo ha detto:
    Marzo 14, 2020 alle 16:45

    Brava Ste., mi sei piaciuta !!!!!!

    Rispondi
  • Erika ha detto:
    Marzo 14, 2020 alle 16:48

    Che ricordi😊… leggere il tuo racconto Alessia ha riportato alla memoria e al cuore le emozioni di quando è stato pubblicato il libro. ❤️

    Rispondi
    • Alessia Baraldi ha detto:
      Marzo 14, 2020 alle 18:54

      Grazie mille, Erika! Sì, sono stati giorni molto emozionanti e che fa bene al cuore ricordare ogni tanto ^^

      Rispondi
  • Anna Francesca ha detto:
    Marzo 14, 2020 alle 19:06

    Ho riletto volentieri questo racconto emozionante e delicato. Complimenti Alessia!
    Anche io lo faccio spesso con i miei bambini, inventare delle storie per loro e con loro è un’esperienza unica.

    Rispondi
    • Alessia Baraldi ha detto:
      Marzo 15, 2020 alle 20:32

      Grazie mille, Anna ^^ Mi fa piacere sapere che anche tu, come Davide, inventi delle storie per i tuoi bambini: è un gesto d’amore unico, che sono certa si ricorderanno per sempre.

      Rispondi
  • Donatella De Filippo ha detto:
    Marzo 14, 2020 alle 20:42

    Cara Ale..come Anna.. Ho sentito il desiderio di riprendere il nostro libro.. Ho rivissuto l emozione di quei momenti e il nostro entusiamo… Per ogni racconto che puntuale usciva ogni settimana.. La tua favola poi così delicata…. ❤️❤️❤️❤️❤️❤️

    Rispondi
    • Alessia Baraldi ha detto:
      Marzo 15, 2020 alle 20:34

      Grazie mille, Dony ^^ Sì, rileggere i nostri racconti adesso fa rivivere le stesse emozioni provate quando li abbiamo scritti e pubblicati!

      Rispondi

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