Farfacante
Un titolo semplice, una sola parola, un racconto horror scritto da Vera Q, autrice self.
Sai bene, caro amico lettore, che non sono amante del genere horror e che preferisco un buon storico, un giallo, un thriller o un erotico, ma qualche giorno fa, mentre scorrevo il “muro” di Facebook, mi sono imbattuta in un post che parlava dell’uscita del nuovo lavoro di Vera Q, una esuberante e talentuosa autrice self.
La cover di Farfacante ha attirato immediatamente la mia attenzione. Un volto deforme che quasi scavalca le 3 dimensioni e si proietta all’esterno. Gli occhi dell’essere, a metà tra quelli di un bambino spaventato e un pazzoide posseduto. La prima lettera del nome, una “F” sinuosa ma controversa che, chissà come mai, mi ha ricordato la “A” di Lettera Scarlatta di Nathaniel Hawthorne. Un marchio, una condanna.
Devo confessarti, caro iCrewer, un desiderio un po’ maniacale: ho potuto godere di questa cover solo attraverso uno schermo poiché il libro è disponibile solamente in versione digitale; spero che un giorno venga prodotto anche il cartaceo e mi piacerebbe che fosse stampato in 3d, con un materiale rugoso, verrucoso e tattile. Non so perché, ma la figura mi invita a toccarla, quasi a voler constatare quanto sia… Vera.
La trama, diversa dal solito horror, mi ha convinta definitivamente a procurarmi quest’opera e a… divorarla in un sol boccone. Armata di un desueto coraggio, ho così conosciuto l’autrice, una vera personaggia, come si dice da noi in Toscana. E colgo subito l’occasione per complimentarmi con lei per come ha saputo regalare l’immagine perfetta del contesto delle campagne tipiche della Regione cui appartengo, dedicando non solo un capitolo specifico ma l’anima stessa del mistero del racconto. E qui debbo fermarmi… Dicevo, fornendo un vero e proprio… quadro delle ambientazioni, attraverso descrizioni ineccepibili e dialoghi che, se non sei toscano, non puoi apprezzare fino in fondo.
N.d.r Solamente leggendo il libro capirete il senso di tutti i miei puntini di sospensione
Veniamo al sodo. Alla sostanza. Conosciamo Farfacante.
Anzi, forse sarebbe meglio non conoscerlo affatto perché non appena entrerete nel suo mondo (letteralmente) non sarete più gli stessi. E durante tutto il racconto ringrazierete di non aver avuto la sfortuna di Fridrik, il protagonista, un povero becchino che oltre ad essere stato sbeffeggiato dal fato alla sua nascita è stato insignito del… sevizio completo.
Riguardo a scrittura e stile, devo ammettere che era molto che non leggevo un’autrice/autore così preparata, che racconta la sua storia con termini squisiti, forbiti e scorrevoli al tempo stesso. I dialoghi si intersecano armoniosamente alternandosi alla parte narrativa e non mancano spunti ironici e sopraffini, delle vere chicche. Ho assaporato, gustato e spolpato ognuna delle 39205 parole utilizzate dall’autrice. Come faccio a sapere quante sono? non le ho contate, ma ho sentito la necessità di sapere quante fossero…
Che dire dell‘epilogo. Assolutamente non scontato, epico, teatrale, macabro e ironico. Ti lascia un (dis) gusto pieno e rotondo e ti fa arrivare ad una sola conclusione. Amare quest’autrice incondizionatamente.
Chi è Vera Q.
Ecco la sua diretta testimonianza. Vera Q è una “scribacchina nata, vissuta e vivente. Almeno per ora. Pardon: grattatina di palle doverosa. Autunnale, fumatrice incallita, gattofila, nottambula, adoratrice di tè e tisane ma, sopra ogni cosa, scrittrice per passione. Amante del nero in ogni sua forma, e non solo perché snellisce, vado oltremodo fiera del mio personalissimo angolo del kitsch casalingo, dove ninnoli macabri vari ed eventuali hanno il ruolo dei protagonisti.”
Farfacante è l’ultimo dei suoi lavori. Ha pubblicato, sempre self, altri titoli tra cui:
La scatola di cioccolatini di Silvia… (e di altre crudeltà)
“Un libro articolato in quattro romanzi brevi uniti dallo stesso filo conduttore e dalla medesima matrice: il degrado morale.
Le storie presentate sono comuni e davvero vicine a quella quotidianità che mastichiamo tutti ogni santo giorno.
Gli “eroi” descritti, però, sono colorati di nero e senza redenzione alcuna, tuttavia sono così umani da risultare persino simpatici forse perché noi stessi, nella loro situazione, ci ritroveremmo ad accarezzare le stesse idee folli.
Non c’è alcun riscatto in questi scritti, ma solo la coscienza, tra il serio, l’ironico, il cinico ed il faceto che sono gli agnelli a trasformarsi nei peggiori lupi e non viceversa.”
“La bestia è un racconto di morte, nel quale i terrori e le cicatrici che hanno segnato la storia d’ascesa del genere umano diventano parte delle vicissitudini quotidiane.
Una stanza alla fine del mondo, dove la furia va alla conquista di spazio e vita.
Enrichetta è una persona felice.
L’arconte K., altrettanto.”
Caro iCrewer non mi resta che augurarti una buona e gustosa lettura!!!
Grazie mille, Stefania!❤
Grazie a te! Ho apprezzato tantissimo il tuo libro e… ne voglio ancora!!
Ho la lentezza del bradipo! Ma ce la farò! Con tutto il mio eeeentusiasmoooo!🎶🎵🎼
♥️♥️♥️♥️♥️