Errori e Malintesi è un libro scritto da Victoria Van Oosten, PubMe, autrice di romanzi ambientati in Europa sul genere storico sentimentale; qui si tratta di un regency vero e proprio, ambientato nella cittadina termale di Bath, nel Regno Unito, dei primi anni dell’Ottocento.
La trama era intrigante, anche per me che non sono molto esperta del genere, e mi ha stuzzicato l’idea di leggerlo perché le esperienze precedenti mi avevano regalato piacevoli momenti di lettura (vedi ad esempio Cambia il vento, di Rebecca Quasi, Dri 2019); ecco quali sono state le mie impressioni.
Errori e malintesi
Le danze si aprono con la presentazione dei molteplici personaggi e non nego che anche durante tutto il racconto ho avuto un po’ di fatica a districarmi tra i vari Ms, Mrs, Mr e cognomi che non sapevo se fossero riferiti a madre, padre, figlia o cugina, ma questo temo sia un problema strettamente personale, ché mi ci vuole un attimo di concentrazione per entrare nel meccanismo e nelle psicologie dei protagonisti.
Il linguaggio e i dialoghi sono consoni al genere, e immergono appieno il lettore nell’atmosfera tipica di questo periodo storico, nonché nella peculiarità dei sentimenti ed emozioni che abbiamo imparato ad amare grazie a grandi autrici inglesi come Jane Austen, definita la prima scrittrice Regency, la prima a raccontare quel mondo tutto al femminile e a regalare ai posteri una testimonianza di questo periodo incredibilmente ricco e creativo, pur se colmo di contraddizioni e mancanze sociali.
Purtroppo sin dalle prime pagine mi sono imbattuta, almeno per quanto riguarda la versione non cartacea, in continui refusi ed errori, anche gravi, di sintassi e di grammatica; accenti e apostrofi sono inesistenti in molteplici parole; i tre puntini di sospensione usati “come se non ci fosse un domani” e nel modo sbagliato, cioè non lasciando lo spazio tra essi e la parola seguente; termini proprio errati e talvolta confusione tra soggetto maschile e femminile; tutto ciò mi ha tenuto compagnia in pratica in una pagina sì e una no.
Ed è con vero rammarico che scrivo tutto questo, perché la storia mi è piaciuta davvero molto, tanto che la curiosità per come sarebbero finite le avventure sentimentali di tutti i protagonisti mi ha tenuta incollata alle pagine nonostante il fastidio, e ho apprezzato le ricostruzioni meticolose di ambientazioni, abiti, arredamenti ed etichette tipiche proprio degli anni della Reggenza.
Anche il finale (aspettato, sperato, ma abilmente tenuto incerto fino all’ultima pagina) mi ha un po’ delusa per la sua… frettolosità nella conclusione; avrei gradito qualche particolare in più, un soffermarsi sulle nuove emozioni che il compiersi dei vari destini avrebbe comportato ai personaggi principali, mentre il tutto viene esplicato in tre righe lasciando il lettore (me, quantomeno, di sicuro) un po’ a bocca asciutta.
Spero che l’autrice si accorga quanto prima che l’enormità di errori e refusi rende la lettura molto poco piacevole e che provveda a creare una nuova versione aggiornata così da proporre un romanzo davvero di alta qualità, e che non esiterei ad acquistare domani e ad inserirlo nella mia stracolma libreria, con vero piacere.