Enrico Brizzi e Tu che sei di me la miglior parte
Caro iCrewer lo scorso 18 settembre iCrewplay ha avuto il piacere di partecipare alla presentazione di Tu che sei di me la miglior parte scritto da Enrico Brizzi edito da Mondadori, abbiamo colto così l’occasione per fargli qualche domanda.
Per prima cosa vi lasciamo questo video in cui Enrico Brizzi ci racconta come si è approcciato al mondo della scrittura e cosa differenzia e lega Tu che sei di me la miglior parte e Jack frusciante è uscito dal gruppo. Vi consigliamo di ascoltarlo fino in fondo visto che si conclude con la lettura da parte dell’autore di un breve estratto.
Durante la serata Enrico Brizzi ci ha raccontato come è iniziata la sua avventura nel mondo della scrittura, quando ancora da adolescente ha iniziato a frequentare la casa editrice di Massimo Canalini. Un luogo da Brizzi definito quasi magico e punto di ritrovo per persone ai tempi molto importanti per il panorama letterario italiano, come ad esempio Silvia Balestra.
Questi autori sono stati “la squadra di Brizzi“ tramite consigli e suggerimenti e ovviamente questo è stato stimolante e la chiave di volta per la sua storia. L’autore ha raccontato che questo periodo di apprendistato è durato circa due anni in cui si è dedicato a partecipare a tutti i concorsi di cui aveva conoscenza.
La sua prima esperienza di pubblicazione avvenne infatti tramite un concorso che si chiamava “My Generation” il cui premio, per i dieci migliori racconti, era appunto la pubblicazione in libreria; avendo vinto il secondo posto Brizzi riuscì a partecipare a un viaggio in Kenia e la rivista gli offrì un contratto di collaborazione che gli permise di apprendere la tecnica di scrivere sotto consegna.
Un piccolo passo verso la consapevolezza di trasformare una passione in qualcosa che va fatto consapevolmente.
Negli stessi anni si è diplomato e iscritto all’Università di Bologna in cui Umberto Eco era suo professore di semiotica e così prosegue il suo “cammino” fino a che non si trova a dover affrontare il primo esame di semiotica e a fare una tesina che sceglie di dedicare agli 883 che gli vale un trenta e lode e questo è il passaggio che gli permette di sbloccarsi e di dire:
Se anche a una figura come Umberto Eco importa la scrittura a livello qualitativo, ovvero non trattandola su cosa si scrive, ma su come si è scritto, senza separare gli argomenti più o meno nobili allora è questo che anche io posso perseguire.
E così, con questa presa di coraggio, nel Giugno 1994 fu pubblicato Jack Frusciante è uscito dal gruppo, venne stampato in 100 copie, vendute ad Ancona sede dell’editore e 100 a Bologna, più 10 copie che gli furono date a parte dell’editore per fare ufficio stampa e Brizzi decise di dare una copia a un dj di Videomusic, così fino a trovarsi da Maurizio Costanzo. Il passaparola ha portato a un susseguirsi di edizioni e alla trasposizione cinematografica del libro.
Così arrivai a sperimentare una fortuna che non avrei mai potuto pensare in un periodo formativo della mia esistenza; infatti nel momento in cui apprendi non c’è nessuna telecamera, ma è un appartamento della semiperiferia di Ancona in cui persone con più esperienza di te alle 4.00 di notte hanno deciso di dedicarti un’ora del loro tempo e dei loro consigli ed è questo che ti fa crescere, sono stato tenace, ma sicuramente fortunato di aver avuto da giovane il supporto di persone che mi hanno dedicato il loro tempo.
La presentazione prosegue tracciando le linee generali del romanzo Tu che sei di me la miglior parte edito a giugno 2018 da parte di Mondadori.
Il romanzo è ambientato a Bologna e narra dell’esistenza di Tommy Bandiera, Ester e Raul e ripercorrendo l’avventura della loro vita il lettore rivive quanto è accaduto a Bologna dagli anni Ottanta allo scoccare del 2000.
L’autore ha tenuto a sottolineare come tutti e tre i protagonisti siano orfani di padre e che il romanzo tratta temi fondamentali quali: le prove di iniziazione, le trasferte degli Ultras e i giri di droga che avvenivano in una Bologna distante da quella dei nostri anni analizzandoli da un punto maschile e giovanile è infatti Tommy che parla delle sue vicende trattandole come le analizzerebbe da prima un bambino, poi un ragazzino e infine un uomo.
Alcuni personaggi secondari presenti in questo romanzo avevano fatto la loro apparizione in Jack Frusciante è uscito dal gruppo e questa scelta narrativa Brizzi la spiega affermando come in realtà Bologna sia una piccola cittadina e se i protagonisti di Tu che sei di me la miglior parte e quelli di Jack Frusciante uscivano nei medesimi posti negli stessi anni è ovvio che, se pur alla lontana, conoscessero le stesse persone.
Vi rimando pertanto alla lettura di questo romanzo che come dice Brizzi gli ha permesso di fare pace con Jack Frusciante è uscito dal gruppo e conclude una storia iniziata circa trent’anni fa è passerei a darvi le risposte che ha riservato alle nostre domande.
Intervista a Enrico Brizzi
La prima domanda, riguarda per l’appunto il genere in cui il romanzo è collocabile, difatti è stato collocato nella narrativa contemporanea, gli anni in cui si svolge la narrazione sono gli anni ottanta e i temi che emergono sono lo spaccio di droghe, le risse degli Ultras; la crudeltà con cui vengono narrate le prove iniziatiche e l’emergere tramite le singole vite dei protagonisti l’universalità della cittadina Bolognese sembrerebbe quasi un noir…
Enrico Brizzi ha dichiarato che non riesce a scrivere stando nelle etichette e quindi non riesce a pensare a un genere in cui catalogare il proprio romanzo, scrive difatti la sua storia indipendentemente dal genere e che se proprio dovesse collocarlo in un settore lo inserirebbe nell’epica adolescenziale.
La seconda domanda riguarda l’aver scritto il Jack Frusciante negli anni in cui Enrico Brizzi ha vissuto e invece aver scritto Tu che sei di me la miglior parte ambientandolo in quegli stessi anni, ma ovviamente vivendo nel 2018. Il pubblico si è chiesto, ma l’autore è riuscito a distaccarsi da quello che sa essere avvenuto negli anni posteriori a quelli in cui la vicenda si è svolta oppure si è fatto trascinare dagli eventi?
Anche questa domanda per Brizzi risulta difficile, perché è complicato giudicarsi da soli, vedersi da fuori e afferma che nello scrivere una storia vivendola “in diretta” consente sicuramente il vantaggio dell’immediatezza essere senza filtri, nel 1992 scrivi e non sai se le mode di quel tempo resteranno; invece il raccontarla a posteriori ti permette di sapere come è andata a finire però devi essere onesto e raccontare la realtà dei fatti accaduti.
La differenza di prospettiva ha a che fare con il fatto che hai maggior distacco con il passato e ti rivedi per quello che eri realmente e non per come ti idealizzavi, come erano anche le mode in uso in quei tempi e cristallizzare un’epoca lo puoi fare solo dopo al momento in cui la vivi e per essere onesto devi raccontare tutto, sia ciò che ha avuto successo sia quello che non l’ha avuto.
E Infine abbiamo chiesto se la versione cinematografia di “Jack frusciante” gli fosse piaciuta.
Ha dichiarato come questa domanda fosse molto complessa e come fosse impossibile dargli una risposta secca, perché il film era partito con una produzione diversa da quella che l’ha realizzato, infatti la prima produzione ha pensato bene di venderlo ad un’altra e così alcune cose che erano state decise sono rimaste invariate come il protagonista, le location, la colonna sonora, mentre altre sono arrivate per la fama del libro e il nuovo produttore ha fatto scelte che lui non avrebbe sottoscritto se avesse potuto scegliere.
Ma la cosa più istruttiva di arrivare al cinema è che si comprende che le storie diventano di chi le legge un libro, un libro letto da dieci persone sono dieci storie diverse a maggior ragione un film che è molto invasivo per un autore per la potenza che ha il mezzo televisivo cinematografico, perché sembra la versione ufficiale della tua storia che però esiste già, ed è la tua storia, ed è un bel bagno di umiltà, perché capisci di essere solo l’autore del libro ed è il film ciò di cui tutti si ricordano non il volto dell’autore del libro, i film sono più importanti dei libri, ma questo lo sappiamo tutti.
Ringraziamo ovviamente Enrico Brizzi per questa meravigliosa esperienza e sperando di potervi raccontare di altri interessanti eventi legati al mondo dei libri vi saluto cari iCrewers.