Editor e correttore di bozze: caro i Crewer, oggi parliamo di figure professionali del mondo dell’editoria. In particolare, mi soffermerò su due creature mitologiche che spesso vengono sovrapposte e confuse dai più.
Chi è il correttore di bozze?
Il correttore di bozze si occupa, in buona sostanza, di correggere il testo, eliminare gli errori di battitura e di ortografia. Sì, loro. I refusi che tanto spaventano gli scrittori di tutti i tempi. Non è compito del correttore di bozze andare a correggere eventuali errori di grammatica o sintattici, o toccare stile e punteggiatura.
Deve formattare il testo, regolare l’uso di maiuscole, grassetto, sottolineature e corsivi, uniformare i titoli e controllare che il testo, in definitiva, sia perfetto. O almeno si avvicini alla perfezione.
Chi è l’editor?
L’editor, invece, è colui che fa tremare le gambe. Il suo ruolo, all’interno di una casa editrice, è variegato: trova testi interessanti, quindi si occupa del cosiddetto scouting, e li propone all’editore affinché possano diventare libri veri. Segue poi il testo nelle sue varie fasi: dalla revisione alla pubblicazione.
L’editor, di norma, lavora a stretto contatto con l’autore, suggerendo modifiche, tagli e aggiunte, controllando e rafforzando la coerenza e la tenuta della trama, stando attento a eliminare imprecisioni e incongruenze, controllando che i personaggi siano ben sviluppati e caratterizzati. L’editor, in definitiva, deve indicare all’autore tutto il lavoro necessario da fare affinché il suo libro funzioni sotto tutti gli aspetti.
Editor oggi
Di editor, al giorno d’oggi, se ne scovano a bizzeffe. Chiunque abbia scritto un libro, ami la lettura o tenga un suo personale blog si spaccia per editor pur non essendolo. Ma quali sono le vere qualità che un editor deve possedere? Non basta certo la passione per i libri, essere lettori forti o saper scrivere bene. Bisogna anche saper carpire lo stile dell’autore, quasi “indossarlo”, farlo proprio e poi intervenire sul testo.
E, allora, come fare per scegliere un editor che sappia fare il suo mestiere? Questa è una nota molto più che dolente. Le case editrici spesso si affidano a chi lavora nell’ambiente editoriale da un bel po’, valutando i lavori pregressi e le referenze degli aspiranti editor, Per chi pubblica in self, spesso a dettare legge è il discorso “convenienza”. Ma qualsiasi autore che si rispetti dovrebbe pensare prima al suo libro e poi al suo portafogli.
Pubblicare un romanzo non è un obbligo, non lo prescrive il medico. Non si può poi dire: “Sì, ma tanto è un refuso. Oggi come oggi scappa a tutti”. Sì, un refuso scappa a tutti. Anche due o tre. Ma errori di grammatica, di sintassi, incongruenze, refusi, virgole e punti e virgola non scappano a tutti. Scappano a chi non ha un editor o, almeno, un bravo editor.
Perché, caro iCrewer, devi sapere che ci sono testi che pur essendo passati sotto l’affilata lama di editor e correttore di bozze hanno tutti quei difetti che ho elencato due righe fa. E questo contribuisce a fare due sole cose: abbassa il livello qualitativo dell’editoria Italiana e convince tutti di sapere e potere scrivere un libro. Ma non è così.
Le fasi dell’editing
Tutti i testi hanno bisogno di uno sguardo esterno e professionale. La revisione va fatta a più livelli: prima con editing strutturale, che garantisce coerenza e fluidità narrativa, poi si interviene sullo stile, uniformando le scelte lessicali e sintattiche. Solo alla fine si passa alla correzione di bozze, che in teoria eliminerà gli errori di battitura e uniformerà il testo rendendolo pronto per la pubblicazione. Dal manoscritto alla pubblicazione, editor e correttore di bozze permettendo, senza refusi. O almeno, incrociamo le dita.