Buongiorno iCrewer! Oggi sono qui per parlare con te di un genere letterario che, mi sembra, sia ancora poco conosciuto in Italia ma che, secondo me, nasconde infinite possibilità. Si tratta delle light novel, un’interessante combinazione di prosa e illustrazione che dal Giappone si è diffusa nel mondo.
Ebbene sì, hai capito bene: il Paese del Sol Levante non solo ha esportato il suo fumetto caratteristico (il manga) e le sue opere d’animazione (gli anime), ma negli ultimi anni ha iniziato a diffondere all’estero anche una particolare tipologia di prosa che in patria genera entrate nell’ordine dei milioni.
Ovviamente, tra noi e la fruizione delle light novel, c’è il solito, grande, problema: lo scoglio linguistico. Perché, sebbene le persone che leggono in lingua originale stiano pian piano aumentando, nella maggior parte dei casi è il settore anglofono a giovarne, e il giapponese, beh, per quanto io lo trovi un idioma meraviglioso, non si può certo dire che sia di facile fruizione.
Tuttavia, i tempi sembrano essere finalmente maturi e qualche titolo di light novel è ora disponibile anche in italiano. Per non parlare, poi, degli autori nostrani che scelgono questo genere letterario come propria forma d’espressione!
Detto ciò, credo sia arrivato il doveroso momento di fare un passo indietro e spiegare per bene di cosa si tratta.
A metà strada tra manga e romanzo: le light novel
Prima di tutto una curiosità sul termine: light novel (ライトノベル raito noberu) è una di quelle moltissime parole giapponesi create abbreviando, unendo, fondendo componenti della lingua inglese (un altro esempio è パソコン pasocon, che sta per Personal Computer) e che, in questo caso, giunge nell’idioma anglosassone quasi come un neologismo.
Light novel, quindi, indica quelli che vengono considerati romanzi leggeri, solitamente rivolti a un target abbastanza giovane. La loro particolarità, però, non sta nel linguaggio più semplice, o usato in modo più libero, rispetto al canone piuttosto rigido del romanzo – in giapponese la differenza di registro è molto ben definita – ma nella presenza di disegni all’interno del testo, che possono essere realizzati dall’autore stesso, oppure da altri illustratori.
La quantità di opere di questo genere pubblicata mensilmente è davvero elevata, sia in riviste letterarie, sia nel formato in volume singolo, e ogni anno vengono organizzati premi letterari specifici per questa categoria (giusto per farti capire quanto sia rilevante).
Inoltre, proprio per il loro essere a cavallo di due mondi, quello del romanzo e quello del manga, le light novel si prestano particolarmente bene a essere riadattate come anime, fumetti o live action (la versione cinematografica, con attori in carne e ossa, di un film di animazione). Le storie sono le più svariate, da narrazioni orgininali, a quelli che potrebbero essere considerati dei filler, nel linguaggio degli anime (ossia avventure che deviano dalla trama principale, ma senza influenzarla profondamente), a nuove versioni di una storia già esistente ma, magari, con una diversa ambientazione, spesso fantasy – processo non troppo dissimile da quello di creazione di tantissime fanfiction.
Come ti accennavo all’inizio, le light novel non sono più prerogativa giapponese. Sono stati, infatti, creati generi simili anche in Corea del Sud e in Cina (la mia light novel preferita è cinese), giusto per fare due esempi. Per quanto riguarda, invece, le opere che possiamo trovare in italiano, da poco mi è capitato di regalare Demon Slayer – Il fiore della felicità, di
Se ti dovesse interessare qualche opera specifica, magari collegata a qualche anime o manga che ti è piaciuto, sono certa che se farai un salto in fumetteria o in libreria, sapranno certamente consigliarti al meglio!