In uscita, dal 20 ottobre, l’esordio narrativo della drammaturga Lucia Calamaro con Diario del tempo: l’esilarante diario di un tempo senza lavoro, le riflessioni filosofiche ed esistenziali di una donna di mezz’età alle prese con un tempo esteso e non scandito.
Vediamo insieme la trama del romanzo edito da Fandango Libri!
La trama di Diario del tempo di Lucia Calamaro
Laura è una donna di quarant’anni, ha due figli piccoli e un marito lontano, una casa da gestire e tutto il tempo che le serve, forse anche più del tempo che le serve, dato che da due anni non lavora, non lavora affatto.
In teoria, si è sempre impiegata in campo “creativo”, senza orari, a progetto, ma i progetti da un po’ non entrano, non si concre- tizza niente e, pur non essendo spinta da una stringente necessità economica, Laura non sa più come passare le proprie giornate, perché ha ragione Adriano Olivetti: “Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è an- cora per molti tormento, tormento di non averlo”, e Laura comincia a percepirlo sulla pelle, sotto gli occhi, nelle giunture.
Cerca di riorganizzare la propria vita senza paletti, in un tempo esteso e non scandito dal lavoro, fa sport, legge, dorme, dorme molto, cammina, attraversa Roma a piedi cercando di sfinirsi, di sfiancarsi per non pensare, per non passare tutto il tempo a capire quale identità le sia rimasta in una società che definisce l’individuo e gli dà cittadinanza solo attraverso il lavoro.
Che cosa rimane a un essere umano quando il lavoro scompare?
In che modo il lavoro definisce noi stessi e la nostra visione della vita, anche quando non C’è e tutti sembrano farcene una colpa? Un diario semiserio e quasi drammatico, una voce cristallina e disincantata che snuda un presente nevrastenico e rende più umano l’essere umano.
L’autrice Lucia Calamaro
Lucia Calamaro, drammaturga e regista, ha studiato a Montevideo e a Parigi. Tornata a Roma, sviluppa la scrittura scenica e la messa in scena all’interno dell’Associazione Malebolge da lei fondata nel 2003 e con il supporto di strutture indipendenti (Centro Sociale Villaggio Globale e Rialto Sant’Ambrogio), pri- ma di collaborare con il Teatro Nazionale di Roma.
Dal 2003 ha scritto e diretto una ventina di opere teatrali, tra cui Tumore (2007), L’origine del mondo (2012), che ha vinto tre premi Ubu tra cui quello per il miglior testo originale, La vita ferma (2016), Si nota all’imbrunire (2018), Nostalgia di Dio (2019), Smarrimento (2019), Da lontano (2019), Darwin inconsolabile. Un pezzo per anime in pena (2021).
Nel 2019 ha vinto il Premio Hystrio per la drammaturgia. Dal 2021 presiede il Premio Riccione Teatro. Molte delle sue opere sono tradotte e pubblicate in francese, spagnolo, cinese. I suoi testi teatrali in italiano sono editi da Einaudi e Marsilio.