Il Pianoforte e la Bambina, Cristiana Meneghin
Caro iCrewer oggi voglio parlarti un po’ di me inizio con il raccontarti cosa mi ha spinto a pubblicare qui Il Pianoforte e la Bambina, un racconto inedito, che non ho ancora avuto il tempo di pubblicare e che avevo scritto per un concorso letterario edito da Dea-planeta.
Come puoi immaginare Il Pianoforte e la Bambina non ha vinto il concorso, tuttavia lo reputo molto carino ed è nato in seguito a una personale esperienza con dei ragazzi autistici che mi ha fatto molto maturare.
Il brano è piuttosto semplice, breve e tenta di spiegare l’autismo in modo che anche un giovane adolescente possa non averne paura e accettare le differenze che rendono meravigliosa la specie umana. È stato corretto dal mio instancabile editor Maura Radice e lo vorrei usare per dare inizio a una curiosa iniziativa che mi ha ispirato il mio nipotino di sette anni.
Devi sapere, caro iCrewer che la mia famiglia è piuttosto numerosa, al mio matrimonio eravamo in 200, al battesimo di mia figlia eravamo solo i più stretti per un ammontare di 120. Questo per dirti che durante la simpatica epidemia che sta coinvolgendo il nostro pianeta, la mia famiglia ha creato un gruppo su WhatsApp e tutti i giorni ci sentiamo, facciamo videochiamate di gruppo, ci incontriamo per bere il caffè, in maniera virtuale, si intende.
Un bel giorno, un delizioso bambino, giovane promessa del mondo del calcio, ha fatto un video in cui palleggiava con la carta igienica e al termine del quale sfidava mio cugino, grande giocatore, ora allenatore di una squadra di calcio. Quest’ultimo doveva ovviamente fare meglio di lui e sfidare un’altro a sua volta. Così è iniziata una catena che sta durando da settimane. I cugini più piccoli hanno sfidato quelli più grandi, loro i loro genitori e così via. Quello che mi preoccupa è che la sorella di questo delizioso nipotino vuole organizzare una sfida tra donne e io non è che sono molto atletica… ma questa è un’altra storia.
Io ora lancio una sfida al grande poeta che fa parte della nostra bella iCrew: Stefano Buzzi ti sfido a fare di meglio e a sfidare a tua volta qualcun altro, anche me se vuoi. Come si dice: Sono pronta! Sono nata pronta!
So che saranno mazzolate quando leggerà questo, ma del resto mi annoio e qualcosa devo pur fare…
In conclusione a questa introduzione ringrazio mia mamma Pede Cinzia, per i suoi disegni con cui sta tappezzando il paese. Qui puoi vedere quello dedicato a Spiderman che cattura il virus e lo porta al di là della nostra galassia, ma te ne mostrerò altri più avanti.
Il Pianoforte e la Bambina di Cristiana Meneghin
Ho dedicato questo racconto: ai giovani d’oggi, perché il diverso diventi uguale.
La paura che porta
l’incontro con chi è diverso da noi
è semplicemente una non conoscenza della sua ricchezza.
Luce stava seduta da sola sulla riva del fiume, da sempre adorava camminare nei boschi, ascoltare la serenità che si nasconde nel frusciare lento delle verdi foglie e l’allegria di tutti quegli animaletti che curiosi ti osservano.
Lei non teme il silenzio, c’è come dire… abituata e forse non si accorge nemmeno che io ora la sto osservando; scorgo i suoi cappelli ondeggiare mossi dal vento, i piedi a penzoloni quasi a voler, con le sue sneakers bianche, sfiorare la fresca acqua del fiume; i suoi polsi, come a voler cogliere l’energia dalla Terra, poggiano su del muschio e con una sorta di malinconia sospira.
Un gruppetto di ragazzi cammina sul sentiero accanto a lei, sono in cinque, conosco i loro volti a memoria, sono i nostri compagni di scuola. Li guardo parlare, sorridere, scherzare, mi mancherà ciascuno di loro in modo differente. – Chissà se anche a Luce mancheranno?
L’estate è alle porte e questa è l’ultima gita in programma. I professori hanno concesso a noi ragazzi di quarta un’ora di libertà e poi tutti dobbiamo fare ritorno alla piazzola dei pullman.
Io volevo cogliere questa occasione per stare solo con lei, ho così tante cose da dirle e vorrei che mi ascoltasse, mi capisse o che banalmente mi guardasse, magari come io guardo lei.
Non ha vissuto una vita facile, per lei è stato sempre tutto così complicato, faticoso. Il gruppetto di ragazzi le è sempre più vicino, ora anche lei li guarda, ma non riesce a sorridere, la sua espressione sembra impacciata e non ricambia i loro sguardi, tuttavia io lo so, sono loro la sua meta, si alza, gli va incontro.
Marilena la più bella della classe sussurra qualcosa nelle orecchie di Lucia, la sua migliore amica e dopo un cenno di Matteo i cinque indietreggiano, non hanno voglia della compagnia di Luce; voglio bene a quei ragazzi, ma quando fanno così non li sopporto. – Perché rendere ancor più difficile la vita a chi già deve superare mille sfide?
Sono già in piedi, pronto a sorreggerla, almeno è questo che faccio da quando ne ho memoria. Il gruppetto veloce si allontana sempre più, io arrabbiato li sorpasso, ho ancora le mani strette a pugno quando in cielo passa un aereo e basta solo quello a far crollare Luce.
Mentalmente lo maledico, conosco l’effetto che le fanno questi rumori così improvvisi. Cade in ginocchio per terra, con le mani si tappa le orecchie, il suo corpo trema, troppa è la paura, la raggiungo nel minor tempo possibile e la stringo contro il mio petto.
***FINE PRIMA PARTE***
Se sei curioso di vedere come va a finire non preoccuparti la seconda parte non tarderà ad arrivare.
Con affetto
Che bello… non vedo l’ora di leggere il seguito🥰
Grazie cara 🌈