Caro iCrewer, oggi ti presento il lavoro di John Mc Dillan, uno scrittore che ho avuto modo di conoscere e che ho trovato davvero creativo e innovativo. Oltre al primo libro di racconti che lessi qualche tempo fa e di cui scrissi la recensione, l’autore ha scritto altre opere creando la sua Trilogia del Bizzarrismo; anzi, chiamiamola Trilogia + 1 perché le opere in tutto sono 4. Ho deciso quindi di intervistarlo, ero troppo curiosa di saperne di più, ed ecco cosa mi ha raccontato lui stesso dei 4 libri della trilogia e anche di un po’ di sé.
Buongiorno, e grazie per aver accettato di raccontarmi un po’ di sé. Solitamente chi scrive è per prima cosa anche un appassionato lettore. Lei quale genere di libri preferisce? E quali sono i suoi libri preferiti?
Innanzitutto, grazie per l’intervista. In quanto alla risposta alla sua domanda, non posso non dirle che ha posto davvero un bel quesito! In effetti preferisco generi fanta-psicologici… Però leggo molto volentieri testi di psicologia come “Lo Sviluppo Mentale Del Bambino e altri studi di psicologia” di Jean Piaget… Questo testo ad esempio, mi aiuta a comprendere e a metabolizzare il comportamento di molti “adulti” … Spesso mi aiuta a giustificare alcune azioni insensate, anche se… Personalmente non accetto giustifiche, nemmeno su me stesso: Si può cambiare.
17 Novelle bizzarre e i sequel che ha prodotto, sono i suoi primi scritti? O ha nel cassetto qualche inedito?
Beh, sembrerà strano, ma io ho scritto prima “The XVIII“, il terzo atto della “Trilogia del +1” iniziando all’età di 11 anni circa. No l’ho prodotta come un’opera letteraria, bensì una graphic novel. Tant’è vero che nei miei testi, tutte le illustrazioni le ho tratte da lì. Ho deciso di scrivere “17 Novelle Bizzarre +1” e “The Jester’s Rhymes” per rendere più digeribile “The XVIII”. Sono un supporto e aiutano il lettore a visualizzare e a “normalizzare” il mio modo di narrare alquanto bizzarro. Poi ovviamente, in corso d’opera, hanno plasmato ulteriormente “The XVIII”.
Ecco infatti l’ordine delle sue opere:
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Personalmente adoro lo stile delle cover e la grafica utilizzata in questa Trilogia del Bizzarrismo!
Ma andiamo avanti…
Come mai ha deciso di pubblicare self? È stata una scelta obbligata o crede nelle potenzialità di questo modo di proporre opere al pubblico?
Oltre a credere nel self ho pubblicato in questa modalità per una serie di fattori:
1) Anni fa, durante l’inizio della mia esperienza di pubblicazione online, decisi di provare il Self Publishing con Lulu.com per accontentare alcuni lettori che richiedevano il cartaceo dell’opera.
2) Il genere narrativo che esprimo è molto diverso e difficile da gestire in quanto è ritenuto “diversamente commerciale” per le CE (No EAP). Peccato, perché la “Trilogia del +1” sta piacendo tanto!
3) Recentemente, dopo 5 anni ho provato a pubblicare con una CE seria ma che operava in crowdfunding (Bookabook n.d.r) e in un tempo stabilito dovevo riuscire a raggiungere un pre-ordine di 200 copie… La campagna l’avevamo fissata per il 12 Marzo 2020… Cominciò pure, ma inutile spiegare il profondo effetto negativo del lockdown… Decisi di scindere dal contratto e cominciare a fare tutto da me, dall’editing al restyiling delle copertine.
Inevitabile domanda: la quarantena ha modificato in qualche modo le sue abitudini di vita e di conseguenza di scrittura? Ha dedicato più tempo a questa sua passione o ha lavorato in egual misura? E, la crisi sanitaria e il lockdown hanno portato danno al mondo dell’editoria, secondo il suo parere?
Ed ecco che amplifico quello che ho introdotto nella domanda precedente: È inutile negare che per l’editoria, i lettori e anche per me c’è stato qualcosa di strano, un effetto inaspettato… Parlando dell’editoria, a livello economico ci sono stati sicuramente danni indigenti. Un domani non molto lontano però, credo che potranno raccogliere “da queste ceneri” molto più di quanto si sarebbero aspettati. Allargo il concetto parlando dei lettori…
C’è stato un aumento di lettori, anche non abituali, che hanno cominciato a sfruttare la lettura “per fuggire da casa” durante alla quarantena. Questo potrà risanare l’editoria a mio parere. In quanto a me, la quarantena non ha modificato di molto le mie abitudini di scrittura, piuttosto ha fatto sì che potessi dedicare più tempo ad editare quello che avevo fatto precedentemente. Ho scritto però poesie inedite, bozze e dialoghi per nuove opere…
Per lei la scrittura è un hobby o desidera farlo diventare un vero e proprio lavoro?
Per me, non è un hobby e nemmeno un lavoro, bensì un bisogno… Scrivere per me è indispensabile per esternare quello che ho dentro. Come ogni scrittore, ho bisogno di “leggermi” attraverso i miei lettori ed ognuno coglie una sfumatura diversa di me… Più lettori leggeranno le mie opere, più avrò una visione nitida di chi sono artisticamente parlando… Perché in quanto a persona, so chi sono.
C’è uno di questi capitoli della trilogia a cui lei è affezionato in particolar modo? E se sì, perché?
Domanda difficile. Posso spiegare però perché sono così affezionato a tutti e tre (+1)!
1) 17 Novelle Bizzarre +1 : Ci sono affezionato perché seziona la mia vita in “frame”… Il titolo inganna, non è una raccolta di novelle. La vita inganna, non è una raccolta di giornate…
2) The Jester’s Rhymes : Ci sono affezionato perché a differenza di “17 NB+1” seziona la mia vita in emozioni inspiegabili e inespresse… Il titolo è volutamente in inglese perché da quel momento in poi, il mio cuore andava “tradotto”.
3) The XVIII : È figlio di molteplici pezzi di vita e impercettibili emozioni e pensieri. È il mio primo approccio alla scrittura.
4) Clocks: Rileggendola, quest’opera mi commuove. Ho detto tutto.
La grafica delle cover e dei disegni all’interno dei testi è realizzata da lei? Commissionerebbe a qualcun altro, magari ad una casa editrice, il lavoro in questo ambito e quindi anche l’eventuale pubblicità?
Allora, sulle cover c’è una storia affascinante: ogni opera ne ha 2. Quella originale, disegnata interamente da me (in commercio fino a poco fa con Lulu.com) e quella editata con Canva sempre da me, ma con il supporto di illustrazioni esterne. Perché? Beh, ho voluto rendere l’edizione del 2020 più uniforme, soprattutto per aiutare i nuovi possibili lettori a visualizzare l’intera “Trilogia del +1” come un tutt’uno. Per i nostalgici, ho posto all’interno della nuova edizione un omaggio alle vecchie cover, che amo da morire. Brutte, inadeguate… Bizzarre.
Crede che i Social siano un buon mezzo per ottenere visibilità?
Sì. Sinceramente non sono un fan dei social network. Non ho nessun account privato su NESSUN social. Eppure sono alquanto giovane… Ho mosso i miei primi passi sul web grazie alla scrittura. Se vuoi trovare qualcuno che abbia piacere di esprimere le proprie opinioni riguardo a ciò che esterni (uso più il termine “esternare” che “scrivere” ) non puoi non esporti sui social… I “caffè letterari” non sono come una volta. Ormai ci sono i “gruppi letterari” li trovi sui social e devo ammettere che se sono ben controllati e seri, non disturbano affatto, anzi. Personalmente, ne conosco alcuni molto affidabili con persone molto competenti.
Ho un account LinkedIn
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Li ho tutti ma uso Instagram e Messenger attualmente.
Concludiamo con una curiosità: è al lavoro per un prossimo libro? Sarà di un genere diverso o sarà sempre… bizzarro?
Bizzarro sicuro. Eppure, sicuramente diverso. “17 Novelle Bizzarre +1” si concentra sul modo di esprimersi tramite novelle, “The Jester’s Rhymes” sulle poesie (con stralci di storia narrata), “The XVIII” sul romanzo sperimentale e “Clocks” si presenta come una one shot… Prossima tappa? Stay Tuned!
Un’ultima chicca per assaporare al meglio la Trilogia del Bizzarrismo…
Ecco una vera e propria playlist da ascoltare mentre si leggono i vari capitoli. Amo quando un autore inserisce brani musicali per interagire ancora di più con le storie e partecipare con più sensi! Vi lascio il link: