Caro lettore, ho terminato di leggere Come delfini tra pescecani – Un’indagine per i cinque di Monteverde di François Morlupi, pubblicato da Salani Editore, e ora sono qui per raccontarti la mia opinione. Preparando la segnalazione avevo mie aspettative riguardo uno scrittore pluripremiato, e non sono stata delusa. Inizio con il raccontarti la trama del racconto.
Trama di Come delfini tra pescecani
La storia si svolge nel quartiere Monteverde, a Roma. La tranquillità del Commissariato è turbata da una serie di omicidi, mascherati da suicidi o incidenti casuali. I cinque di Monteverde sono: Biagio Maria Ansaldi, ispettore del Commissariato; il vice-ispettore Eugenie Loy; William Leoncini, un ragazzo di colore con la passione per il nazismo; Roberto Di Chiara, appassionata di film coreani sottotitolati; e, l’ultima arrivata, Eliana Alerami.
Non ti racconterò le motivazioni che collegano le morti, nè il nome dell’assassino, ma una cosa te la voglio dire: la narrazione esce dagli schemi! Non ti aspettare il classico giallo, ma, come ti spiegherò nelle prossime righe, la genialità dello scrittore consiste nella sua originalità.
Recensione a Un’indagine per i cinque di Monteverde
La copertina, che probabilmente rappresenta un’immagine di un Commissariato, vuole indicarci ciò che è visibile agli occhi e ciò che agli stessi è celato, ma non l’ho apprezzata: i misteri legati ai cadaveri non sono connessi alla squadra che svolge le indagini, quindi, secondo me, poco azzeccata.
Il titolo, invece, lo trovo molto azzeccato e universalmente coinvolgente: prima o poi, a tutti, sarà capitato di sentirsi come delfini tra pescecani. Ansaldi a un certo punto si sente proprio così: un pesce piccolo, che rischia di essere mangiato dai grandi predatori. Per fortuna, qualche volta accade, che i più deboli possono uscire vittoriosi da uno scontro con i più forti.
La trama l’ho trovata molto bella e coinvolgente: la storia è appassionante e ti trasporta, con curiosità, a scoprire e seguire il susseguirsi delle indagini.
Lungo i capitoli sono presenti dei pezzi di storia che fanno parte della narrazione del passato. È un metodo particolare di seminare gli indizi relativi al colpevole, ma ti posso assicurare che a me non sono stati sufficienti per comprendere il colpevole, fino alla conclusione delle indagini da parte della squadra investigativa.
Per quanto riguarda la conclusione, tranquillo, non ti dirò il responsabile, ti voglio solo dire che ho apprezzato l’aver dedicato alcune pagine del libro, per chiudere la finestra sui personaggi principali: cosa fanno al termine delle indagini.
Il mio personaggio preferito è sicuramente Chagall, il cane del Commissario, per la sua energia, vitalità, sempre pronto a fare una lunga passeggiata, per aiutare il suo padrone a pensare.
L’unico aspetto negativo è una scrittura un po’ pesante: non sono presenti molti errori di battitura, ma la descrizione delle scene è prolissa e dispersiva.
In base a quanto affermato, ti sarà facile comprendere il motivo per cui dò 4,5 stelle: è un giallo molto particolare, con una bella trama e alcune peculiarità, mai viste in altri gialli, che lo rendono molto apprezzabile a un lettore appassionato del genere, peccato per uno stile di scrittura un po’ lento.
Leggete… con la lettura volerete! Buona lettura!