Presso la Biblioteca Nazionale di Napoli arriva una nuova ed inedita lettera di Leopardi. L’epistola è contraddistinta dal carattere privato e firmata, del poeta di Recanati, diretta al cugino Giuseppe Melchiorri. Il Ministero della Cultura ha esercitato il diritto di prelazione assicurandosi l’autografo ed impedendo che venisse venduto a privati. La lettera va ad arricchire ancor di più il prezioso fondo Leopardiano della Biblioteca Nazionale di Napoli, che custodisce in originale l’opera di Giacomo Leopardi ed oltre il 90% delle corrispondenze inviate da parenti ed amici allo stesso Leopardi.
Una nuova lettera di Leopardi arriva a Napoli
La lettera va ad arricchire ulteriormente il prezioso fondo Leopardiano della Biblioteca Nazionale di Napoli che già custodisce l’opera di Giacomo Leopardi, col novanta per cento delle lettere inviate da parenti ed amici allo stesso Leopardi.
In merito è intervenuta Maria Iannotti, direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli:
La Biblioteca Nazionale di Napoli orgogliosa di essere custode dell’eredità del poeta più amato dagli italiani, è da tempo impegnata, sostenuta dalla Direzione generale Biblioteche del Ministero della Cultura, diretta da Paola Passarelli, in un costante e paziente sforzo di ricognizione per integrare ulteriormente anche il nucleo delle lettere scritte, invece, dallo stesso Leopardi ed indirizzate a letterati, familiari ed amici, delle quali spesso si sono perse le tracce, compromesse dall’avvicendamento degli eredi.
L’epistolario leopardiano si rivela di fondamentale importanza per una maggiore comprensione della personalità e del pensiero di Leopardi svelando aspetti artistici, poetici e personali legati a specifici luoghi e momenti storici. Le testimonianze autografe delle lettere permettono di accertare e confermare fatti, già noti in letteratura e citati nelle copie pubblicate. Si ringrazia la Direzione generale Biblioteche del Ministero della Cultura, che con il suo intervento ha permesso dal 2018 ad oggi l’acquisizione di ben 6 lettere leopardiane di particolare interesse bibliografico e storico e questa non è da meno.
L’intervento del ministro Gennaro Sangiuliano
Il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano ha affermato, commentando la decisione del MiC di esercitare il diritto di prelazione sulla compravendita:
“Con l’importante acquisizione della lettera di Giacomo Leopardi, Napoli si conferma attenta custode della memoria del poeta di Recanati, che in questa città trascorse l’ultima parte della sua vita. È un’azione lodevole, rispondente in pieno a quella consapevolezza, propria di Leopardi, di quanto l’identità nazionale sia soprattutto un’identità culturale”.
E ha ulteriormente aggiunto
È una gioia accresciuta dal fatto di sapere che il prezioso documento arricchirà il già vasto Fondo Leopardiano presente in questo istituto culturale. Il carteggio riporta anche una riflessione toccante sul valore dell’amicizia, sulla sua importanza e indissolubilità.
Questa intensa scrittura, capace di offrire a tutti i cittadini e agli studiosi l’opportunità di approfondire la conoscenza intima del poeta, è l’ennesima riprova del valore immenso del patrimonio storico e culturale della nostra Nazione. È nostro dovere fare in modo che questa acquisizione divenga un’occasione per far conoscere, sempre di più, la bellezza e la potenza del pensiero leopardiano.
Il testo della lettera di Leopardi
La lettera è stata acquistata ripiegata e imbraghettata nel primo volume dell’Epistolario del poeta, edito da Le Monnier, Firenze, del 1883, edizione in cui la lettera non risulta, quasi a riempire la lacuna.
Caro Peppino, inizia la lettera: col cugino, Giacomo Leopardi intrattiene una corrispondenza pervasa di accenti di affettività simili a quelli riservati al fratello Carlo. I due cugini sono infatti quasi coetanei e grazie alla confidenza acquisita nel corso della frequentazione, durante i soggiorni romani di Giacomo, si confidano opinioni e giudizi.
La voglia di condividere dispiaceri e inquietudini, opinioni e giudizi, speranze e delusioni traspare dalla lettera che si apre con un riferimento allo screzio tra Melchiorri e Visconti ed un bel commento sull’importanza dell’amicizia:
“Veramente le amicizie o non si dovrebbero mai stringere, o strette che fossero non si dovrebbero mai rompere. Sono però ben certo e bene persuaso che la colpa in ciò non sia stata vostra.”