In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, parlare di letteratura significa anche riflettere su quei libri che hanno raccontato, spesso in anticipo sui tempi, il dolore e la sopraffazione subiti dalle donne. Tra questi, un posto speciale spetta a Tess dei d’Urberville di Thomas Hardy, pubblicato nel 1891, un capolavoro che affronta temi di violenza, abuso e ingiustizia sociale con una potenza narrativa che ancora oggi scuote le coscienze.
Tess dei d’Urberville: il volto di una vittima
Tess Durbeyfield, la protagonista, è una giovane donna che incarna la purezza e la dignità nonostante le circostanze avverse. La sua vita viene distrutta dall’incontro con Alec d’Urberville, un uomo che, approfittando della sua vulnerabilità, la seduce e abusa di lei. Quella notte segna un punto di svolta: la giovane diventa simbolo di una vittima, non solo di un uomo, ma anche di una società che condanna la donna e assolve il carnefice.
Hardy denuncia con lucidità l’ipocrisia della morale vittoriana: Tess è colpevolizzata per qualcosa che non ha scelto, mentre Alec, il responsabile del suo dolore, continua a vivere impunito. La violenza subita dalla sedicenne non è solo fisica, ma anche sociale e psicologica, amplificata dal giudizio di una comunità che non offre compassione né riscatto.
La violenza come narrazione invisibile
Quella di Tess non è una storia di rivalsa eroica; è la cronaca di una vita spezzata, di un’esistenza in cui la violenza è un sottotesto costante. Hardy non la descrive con dettagli crudi, ma lascia che il lettore intuisca l’orrore, amplificando così l’impatto emotivo del racconto.
La sua narrazione mette in evidenza come la violenza sulle donne possa essere silenziosa e normalizzata, nascosta dietro le convenzioni sociali e i ruoli di genere dell’epoca. La protagonista non è solo una vittima di Alec, ma anche del pregiudizio, dell’ignoranza e dell’indifferenza che la circondano.
Un monito che parla al presente
Rileggere Tess dei d’Urberville nel contesto della giornata del 25 novembre significa riconoscere che i temi affrontati da Hardy rimangono attuali. La storia di Tess ci ricorda che la violenza contro le donne non si limita al gesto brutale: vive anche nei giudizi, nelle disuguaglianze e nelle dinamiche di potere che relegano le donne a un ruolo subordinato.
Ogni pagina di questo romanzo ci invita a riflettere su come la società di allora, e quella di oggi, troppo spesso manchi di proteggere e rispettare le donne. E ci sprona a fare meglio, affinché storie come quella di Tess non siano più una realtà.
La letteratura come strumento di consapevolezza
ess dei d’Urberville è più di un classico della letteratura inglese: è una testimonianza universale della condizione femminile e un invito a non voltare lo sguardo. Leggerlo oggi significa prendere posizione contro ogni forma di violenza, ricordando che la cultura è uno degli strumenti più potenti per cambiare le cose.
Per il 25 novembre, scegliamo di rileggere Hardy non solo come un grande scrittore, ma come un alleato delle donne, capace di dare voce a una vittima che, attraverso le sue parole, continua a vivere e a parlare per tutte coloro che non possono farlo.