Caro Lettore, oggi voglio raccontarti una storia che mi ha appassionato molto. È la storia di Albert Bruce Sabin, lo scienziato polacco che scoprì il vaccino contro la poliomielite e non volle brevettarlo perché il prezzo restasse alla portata di tutti.
“I nazisti mi hanno ucciso due meravigliose nipotine, ma io ho salvato i bambini di tutto il mondo. Non la trovate una splendida vendetta? Vede io credo che l’uomo più potente è quello che riesce a trasformare il nemico in fratello” (Albert Bruce Sabin)
Albert Bruce Sabin
nacque in Polonia nel 1906 da una famiglia ebraica. In quel periodo la Polonia era sotto il dominio della Russia zarista.
Quando Albert aveva sei anni un compagno di scuola scagliò un sasso contro il suo viso, perché ebreo, colpendolo all’occhio sinistro.
Negli anni venti la sua famiglia decise di trasferirsi negli Stati Uniti, proprio a causa del clima che si faceva sempre più ostile nei confronti degli ebrei.
Un ricco parente si offrì di pagargli gli studi in medicina perchè potesse successivamente collaborare con lui nel suo studio di dentista: a 20 anni, Sabin era uno studente modello di odontoiatria alla New York University.
Un giorno però lesse il libro I cacciatori di microbi (di Paul de Kruif), e ne rimase affascinato e decise che avrebbe dedicato la sua vita a quello. Passò quindi alla facoltà di medicina.
Nel 1931 la città di New York fu colpita da un’epidemia di poliomielite, che aveva conseguenze gravissime sui bambini che rimanevano paralizzati nel giro di due mesi e in molti casi portava alla morte.
Albert Sabin come giovane ricercatore cominciò i suoi studi per isolare il virus e cercare di trovare poi un vaccino.
Nel frattempo scoppiò la seconda guerra mondiale e Sabin combattè in Europa contro i nazisti.
Al suo ritorno riprese le ricerche scientifiche. Testò il suo vaccino su sè stesso e sulle sue due figlie Amy e Deborah di cinque e sette anni.
Il vaccino, somministrato su una zolletta di zucchero, salvò centinaia di milioni di bambini in tutto il mondo.
In pochi anni la malattia venne debellata, cambiando la vita di milioni di uomini.
Sabin, non ha mai ricevuto il premio Nobel per le sue scoperte mediche, ma nel corso della sua lunga carriera ha ottenuto 40 lauree honoris causa, da parte di università di tutto il mondo, oltre al Premio Internazionale Feltrinelli dell’Accademia Nazionale dei Lincei, nel 1964, e la Medaglia Nazionale per la Scienza, nel 1970.
Della sua scelta di non brevettare il vaccino disse:
“È il mio regalo a tutti i bambini del mondo”
La sua storia la puoi trovare nel romanzo per ragazzi firmato da Sara Rattaro, Il cacciatore di sogni.
È il 4 luglio 1984 e Luca, che da grande sogna di diventare pianista, prende un volo da Barcellona per tornare in Italia.
Nel posto accanto al suo siede un signore misterioso, che all’improvviso gli chiede: «Posso raccontarti una storia?».
Inizia così l’avventura sorprendente di un cacciatore di sogni, lo scienziato Albert Bruce Sabin. E da quel momento la vita di Luca cambia per sempre.
Quello di Albert Sabin è un esempio meraviglioso, una storia oggi più che mai da conoscere e da raccontare che invita a mettere sempre il cuore davanti alla ragione, soprattutto in momenti difficili come una pandemia che mette tutti in una situazione di grande pericolo.
Spero che questa storia sia d’ispirazione.
Come sempre buona lettura!