È difficile, è davvero complicato, mettersi davanti allo schermo e al foglio di lavoro bianco con l’intento di scrivere un pezzo dedicato a Goethe, per la nostra rubrica Autori in tasca, non avendo molte conoscenze necessarie per farlo. Perché per niente al mondo oserei spezzare il rapporto creato tra me che scrivo e te, caro o cara iCrewer, che leggi sempre con attenzione e passione i miei pezzi, fingendomi preparato o scopiazzando date, titoli ed eventi come se piovesse.
Come sai, nei miei articoli, riverso sempre l’essere appassionato di lettura, di libri e di autori, senza mai avere la pretesa di salire in cattedra per spiegarti qualche cosa, ma, condividendo le mie emozioni e le mie impressioni nate dopo una piacevole lettura. A maggior ragione oggi, quindi, che mi trovo a doverti parlare di uno dei più grandi autori della storia della letteratura tedesca, e non solo, nonostante la mia conoscenza in materia sia davvero ai minimi storici.
Aggiungo, e chiudo con questa introduzione un po’ sui generis, saprai anche che non mi piace mai proporti una scientifica e fredda ricerca, che per altro ho fatto per prepararmi al pezzo, pertanto, non troverai un articolo in cui reperire informazioni su questo autore ma semplicemente l’elenco delle cose che mi hanno colpito studiando il personaggio Goethe e le scarne nozioni che dormivano nella mia memoria.
Autori in tasca: l’immensa caratura mondiale di Goethe
Per iniziare, prima ancora di aprire siti e mettermi a studiare il personaggio, mi sono chiesto: ma io cosa conosco di Goethe? Dopo aver sentito i grilli e le cicale rumoreggiare nella mia testa tra gli ingranaggi della memoria, per lo meno, son riuscito a collocarlo geograficamente come un autore della Germania.
E così è, infatti: Joahnn Wolfgang von Goethe è nato a Francoforte nel 1749.
Non appena reperita questa informazione mi sono mangiato le mani. Io in questa splendida cittadina situata sul fiume Meno, ci sono stato in vacanza da ragazzo, nei primi anni del secondo millennio. Se solo avessi studiato di più e se solo mi fossi documentato di più, avrei anche, chissà, potuto andare a visitare la sua casa natale lasciandomi ammaliare dalle suggestioni che una visita del genere potrebbe generare. Mi perdono, ero solo un ventenne con ben altre cose per la mente.
La seconda nozione che avevo di mio, senza il bisogno di aiuti on line, è il Faust. Una delle opere teatrali più importanti e conosciute, che, ma siamo proprio alle basi delle basi della conoscenza, è stata scritta da Goethe. Di mio non andavo oltre a questo dato, pertanto, leggendo e informandomi, ho scoperto che si tratta di un opera in versi, per l’esattezza un dramma, scritta in ben sessanta anni di lavoro. Affascinante.
A conferma del mio modesto sapere, si tratta davvero dell’opera più famosa di Goethe, considerata una delle opere più importanti a livello mondiale nel campo della letteratura. Negli oltre dodicimila versi che la compongono, si narra del patto stipulato tra Faust e Mefistofele e del loro peregrinare per il mondo alla scoperta della bellezza e del piacere.
Un dramma che pone l’attenzione sull’eterna lotta tra il bene e il male e che, grazie alla sua innovativa, per l’epoca, attenzione all’anima moderna, ha successivamente ispirato e condizionato il lavoro di molti autori e filosofi succeduti nel tempo all’autore. Come del resto tutta la sua produzione artistica.
Ti segnalo iCrewer, qualora volessi approfondire con la lettura questa opera, una edizione uscita per gli Oscar Mondadori nel 2016, a cura di Franco Fortini, nel quale è contenuto anche il testo originale in lingua tedesca.
Nella vicenda di Faust, simbolo dell’anima umana lacerata dal conflitto tra bene e male, salvezza e dannazione, si mescolano magia e filtri di giovinezza, patti col demonio e tragedie d’amore. Già presente nella cultura europea, essa venne interpretata da autori di ogni epoca, da Christopher Marlowe a Paul Valéry, da Lessing a Thomas Mann.
Goethe iniziò a stendere un testo teatrale sulla leggenda di Faust a diciannove anni e vi lavorò per tutta la vita, approdando a una versione definitiva del dramma solo nel 1831, pochi mesi prima della morte.
Come si intuisce dalla sinossi di questa edizione, Goethe è morto nel 1832 a Weimar, dopo aver vissuto una vita dedicata all’arte in ogni sua forma. È stato infatti studioso e autore di opere riconducibili alla poesia, alla drammaturgia, al romanzo, all’umanesimo, alla filosofia, alla religione, alla musica e alla pittura.
Quello che mi ha colpito, leggendo la sua biografia, è come ancora ragazzo, Goethe, avesse già maturato una istruzione che comprendeva la conoscenza di diverse lingue e di molti scritti classici, oltre ad aver già maturato diverse intuizioni notevoli in campo artistico. Altro che io ventenne a Francoforte! 🙂
Queste figure, questi grandi letterati che cambiano il modo di pensare e di scrivere la storia, mi ammaliano in maniera travolgente. Pensare che possa nascere all’interno di una persona un talento così grande mi fa stare bene. Così come mi fa stare bene far crescere le mie conoscenze, anche grazie al compito di dover scrivere un articolo: per me occasione di arricchire la mia cultura, per te, che leggi, spero, momento ideale per incuriosirti e percorrere i miei stessi passi tra le pagine dedicate a Goethe.
È forse un po’ questo il senso del mio scrivere qui articoli come questo: far nascere la voglia e la curiosità di andare a cercare, di andare a sapere, cose che di certo non sono in grado di fornire io.
Coincidenze particolari
C’è però una coincidenza che mi ha fatto molto sorridere.
Quando ho letto nel calendario editoriale che dovevo scrivere questo articolo dedicato a Goethe, è subito brillata nella mia mente una scintilla che mi ha fatto visualizzare davanti agli occhi un ricordo di Facebook apparso tra le mie memorie solo qualche settimana fa.
Ricordo che mi ero salvato nella galleria del telefono, visto che si trattava di un bellissimo aforisma, attribuito proprio all’autore protagonista di oggi. L’avevo postato nel 2012 e, sinceramente, non ricordo il perché.
Noto ora con piacere, che si tratta di una frase già usata dalla collega Anna Francesca, in uno dei suoi articoli della rubrica caffè motivazionale, in cui si parlava di cambiamento e di spinte necessarie per farlo.
Frase che puoi leggere nella foto e che trovo davvero straordinaria e preziosa anche per il periodo che stiamo attualmente vivendo. Se sogniamo di fare qualcosa: iniziamo! Troviamo il coraggio per farlo. Partendo dalle piccole cose, da quelle che la sicurezza il rispetto delle regole ci permettono di fare, senza aspettare che le condizioni diventino più favorevoli. Metterci in moto è una sensazione che ci può far sentire vivi, nonostante si sia alle prese con periodo sospeso che ci costringe a rinunce e immobilità.
Per me, iniziare un nuovo di percorso di conoscenza e di studio può rientrare tra le cose magiche e potenti che poi, quando si potrà, aiuteranno ad affrontare tutti i nuovi percorsi che intraprenderemo.
E allora leggiamo! Leggiamo! Leggiamo e impariamo!
Anche perché così almeno per il prossimo autore in tasca potrei avere più cose da raccontarti 🙂