Alla Scoperta dei Generi Letterari: L’Horror
Caro iCrewer eccomi qui a parlarti per la rubrica Alla Scoperta dei Generi Letterari, del mio genere prediletto: L’Horror.
Devo confessare che, anche se io ho scritto romanzi principalmente d’amore e realizzato scritti che non celebrano questa mia passione; senza che me ne sia realmente resa conto i libri che sono stati le mie prime significative letture e i romanzi su cui cade il mio sguardo, sono per l’appunto opere di genere Horror. Sono quindi felice di proseguire i nostri articoli dedicati alla scoperta dei generi letterari analizzando questa tematica che ha radici antiche e nei tempi a noi contemporanei ha ottenuto sempre maggiori seguiti.
Quindi iniziamo…
Come ti ho anticipato l’Horror, o anche detto all’italiana “l’Orrore”, è un termine che come molti altri deriva dal latino e sta a rappresentare un insieme di romanzi, film, opere teatrali e altre tipologie di scritti che hanno come scopo quello di trasportare il lettore in un altro mondo, parallelo a quello reale, in cui vivono creature mostruose o i nostri più nascosti pensieri prendono forma al solo scopo di suscitare spavento, terrore o ribrezzo.
Ora puoi credere che il fascino della paura sia una nostra condizione attuale, caratterizzata da un modo di vivere contemporaneo, ma questa tesi è estremamente errata e l’orrore in realtà ha origini arcaiche. Vieni con me che te le mostro…
Alla scoperta dei generi letterari: L’Horror in età antica
Ti sembrerà curioso e se un pochino hai letto i miei articoli precedenti avrai certamente capito perché io prediliga tra i vari generi proprio l’Horror. Esso ha infatti radici antiche e radicate nelle leggende, nel folklore popolare e nella tradizione religiosa.
Storie che inizialmente erano tramandate oralmente e che successivamente sono state messe per iscritto e giunte, modificando la loro forma, fino ai nostri giorni. Se si analizzano i miti del passato che sono stati tramandati di popolo in popolo è infatti visibile un certo fascino per figure come: Streghe, Vampiri, Licantropi, Fantasmi e i non-morti, o come li chiamiamo noi gli Zombie.
Celebre è la figura di Licaone, conosciuto appunto come il primo licantropo.
Per parlare di questo essere è necessario ripercorrere Il mito di Deucalione e Pirra, una versione greca relativa al mito del diluvio universale. Zeus a un certo punto della sua beata eternità scelse di eliminare l’umanità. Anche Egli scelse di punire gli esseri umani tramite il diluvio, ma per essere certo della malvagità dell’essere umano decise di recarsi presso il palazzo del re Licaone, figlio di Pelasgo situato in Arcadia chiedendogli ospitalità.
Il re e i suoi figli misero alla prova la pazienza della divinità sgozzando un prigioniero e cucinandolo per poi servirlo per pranzo. Zeus disgustato da quest’atto distrusse il palazzo di Licaone e uccise i suoi figli tranne che uno, mentre al re dedicò il destino di diventare un licantropo.
Questo il passo estratto da Ovidio, Metamorfosi, I, 232-239; Einaudi: “Le vesti trapassano in pelame, le braccia in zampe: diventa lupo, e serba tracce della forma di un tempo. La brizzolatura è la stessa, uguale è la grinta rabbiosa, uguale il lampo sinistro negli occhi, uguale l’aria feroce.”
Quali sono i temi che venivano trattati in epoca antica?
Può sembrare curioso anche questo, ma ciò che incuteva terrore nei nostri avi sono le medesime cose che alimentano i nostri incubi: la vita oltre la morte, la non morte, la vita eterna, il concetto di male preso in tutte le sue accezioni anche nel senso di fare del male, l’essere malvagio, il demoniaco, il non umano e quindi mostruoso.
Celebri esempi sono: Plutarco, Vite parallele, in cui nel libro su Cimone appare la figura di uno Spirito. Plinio il Giovane ci parla di una casa infestata, ma basti pensare alla celebre figura del Minotauro, mezzo uomo mezzo toro, che si cibava di giovani.
Celebre è l’espressione: siamo nani sulle spalle dei giganti e a quanto pare la nostra stessa narrativa ha preso spunto proprio da queste opere antiche, ad esempio: nella mitologia greca è molto celebre la figura di Prometeo che ti ricordo essere il titano buono, amico degli uomini e del progresso e che nella sua infinita generosità si commosse per le condizioni di vita degli esseri umani e rubò il fuoco agli dei per donarlo loro.
Zeus una volta scoperto il misfatto scelse come punizione quella di incatenarlo su di un monte della Scizia ai margini del mondo e farlo sprofondare nel Tartaro al centro della terra, dove tutte le notti un’aquila, simbolo di Zeus, gli infligge pene rodendogli il fegato.
Si dice che proprio lui sarebbe stato d’ispirazione per il titolo dell’opera Frankenstein o il moderno Prometeo di Mary Shelley.
Beh credo che chiunque conosce la storia di Frankenstein, si tratta di un romanzo classificabile tra il gotico, l’horror e il fantascientifico scritto dall’autrice britannica Mary Shelley fra il 1816 e il 1817, all’età di 19 anni.
Protagonista di questa storia è il celebre dottor Victor Frankenstein e la sua creatura: il mostro di Frankenstein. Oltre ad avere un lato in cui viene analizzata la paura del progresso, questo testo rappresenta proprio un esempio di quanto ti dicevo. Dall’epoca più arcaica a quella più moderna prosegue a sopravvivere la paura del mostruoso, del diverso, della creatura e proprio questi esseri che si pongono al confine tra l’umano e il non umano rappresentano il nostro più grande terrore.
Ma quando un libro si può definire appartenente al genere dell’Orrore?
Un libro che può rientrare in questo filone letterario è sicuramente un testo che riesce a suscitare nel proprio lettore dei sentimenti forti. Deve essere in grado di creare del ribrezzo, repulsione, spavento…. Come può riuscirci?
Grazie a un trasportare l’immaginazione nella quotidianità e facendo sì che se anche il lettore sia consapevole che quello che sta leggendo non può accadere, tuttavia la sua veridicità lo riesce a destabilizzare.
Il tipico racconto dell’orrore recupera le nostre più antiche paure, quelle che sono radicate nel nostro inconscio e le elabora fino a suscitare terrore.
Alcuni esempi di queste paure sono ad esempio: la paura della morte e quindi per quello che c’è dopo di essa. Terrore che fa insorge quesiti del tipo: e se non si muore del tutto? E se in realtà si vaga in questo mondo sotto altro aspetto? Domande a cui questi romanzi danno le risposte più varie e che sono diventate più o meno celebri.
Non posso non citare la paura del buio dei luoghi inesplorati e di quello che in essi zampetta o striscia. La paura di vivere da soli, essere l’ultimo, aver perso tutti coloro che ami.
Nominerei come esempio di questo caso il romanzo Io sono Leggenda di Richard Matheson, testo Horror e fantascientifico che unisce la paura di essere l’ultimo al terrore della perdita delle certezze e della nostra quotidianità. Il libro ha avuto varie trasformazioni cinematografiche la cui più celebre è quella interpretata dal mio tanto amato Will Smith.
Cosa succede in questo romanzo?
Un essere umano resta l’ultimo uomo vivente in un mondo abitato da esseri mostruosi pronti a banchettare con il suo succulento sangue. Brrr ho i brividi!
Altre volte scrivere romanzi horror è più semplice e un pochino più divertente, in questo caso l’autore sceglie di addentrarsi a trattare le ossessioni o le paure più diffuse e può ottenere una forte repulsione che può essere provocata: da una malattia, dalla violenza, torture, dolore o utilizzando animali che generano fobie.
Come avviene anche nel caso delle tragedie il romanzo horror ottiene il suo fascino dall’effetto catartico, per dirla in breve: una sensazione di liberazione che si genera nel lettore dopo che esso è stato messo faccia a faccia con le sue più grandi paure. Più le sensazioni provate sono crudeli più è piacevole il ritorno alla vita normale.
Per concludere il discorso relativo alla storia del genere letterario, se anche ho detto che nell’antichità sono presenti elementi peculiari di questo filone, è solo con il sopraggiungere del tanto importante romanticismo che è cresciuto sempre più il piacere per l’horror.
Passerei ora ad analizzare tre aspetti che si separano da questo discorso per trattare tre autori che parlando di questo genere non possono non essere citati.
Alla Scoperta dei Generi letterari: il romanzo dell’orrore a cui ho dedicato un libro
Non so se ti è mai capitato di leggere il mio Artemisia, secondo volume della saga Le Gemme dell’Eubale, il primo capitolo di questo testo è appunto dedicato a un opera: Il Castello di Otranto di Horace Walpole. Un’opera che è segnata come la colonna portante dei romanzi godici. È stata pubblicata nel 1764 e altro non è che una storia di fantasmi, ambientata in luogo gotico, ovvero il castello di Otranto, situato in Puglia. Location visitabile, che personalmente ho visitato e nei cui sotterranei sono custoditi tutta una serie di strumenti di tortura usati nelle varie epoche dell’umanità.
Dal romanzo di Walpole nacquero un numero enorme di romanzi ambientati in castelli, abbazie e chiese e che univano reale con sovrannaturale.
Alla Scoperta dei Generi letterari: il primo romanzo dell’orrore che ho letto
In questo breve paragrafo a me l’onore di parlarti del primo romanzo dell’orrore che ho letto, al termine delle medie come lettura facoltativa, sto parlando di Edgar Allan Poe e dei suoi Racconti del terrore.
Edgar Allan Poe nacque nel 1809 e morì nel 1849 ed è lo scrittore americano che viene considerato il padre della letteratura dell’orrore; celebri sono i suoi: Racconti del Terrore e Racconti dell’orrore, in essi troviamo un passaggio dal romanzo gotico, all’orrore più moderno, infatti le ambientazioni di cui vi ho parlato vengono abbandonate e i temi mutano.
Tra di essi amplio un po’ il discorso sulla terribile paura della sepoltura da vivi. Dai quante storie su questo tema ci siamo raccontati da giovani adolescenti, magari durante i falò con gli amici durante le gite trascorse in montagna.
Mi ricordo la storia di quella sposa ragazzina che una notte, lungo un sentiero, era stata trovata da un carabiniere che aveva notato il suo essere senza unghie e con le mani sanguinanti che avevano macchiato il suo candido abito di rosso… dai la smetto.
In I Racconti del Terrore troviamo appunto questo tema in dei racconti dedicati a persone murate vive ed altre seppellite da vive per sbaglio.
In Poe sono analizzati anche altri argomenti che incutono terrore e disgusto: animali surreali, sepolture premature, torture, violenze, la follia ad esclusione di una tematica che analizzerò con un altro autore che adoro profondamente e a cui dedicherò la seconda parte di questo articolo ed è Lovecraft.
Alla Scoperta dei Generi letterari: il romanzo dell’orrore che non può non essere citato
Impossibile non nominare il caso più importante e immortale della letteratura dell’orrore e che risiede nell’opera dell’irlandese Bram Stoker (1847-1912) e che con il suo Dracula, pubblicato per la prima volta nel 1897, donò celebrità ed eternità alla figura del vampiro.
Come ora puoi comprendere anche tu, l’opera di Stoker è imperniata sia di elementi gotici: il castello in cui avviene la narrazione; e si connette ad elementi nuovi di carattere psicologico o sentimentale. Con Stoker si passa inoltre dal racconto al romanzo; se fino ad adesso l’horror era narrato attraverso il racconto è da qui che inizia ad ampliarsi la trama e che nascono i primi veri e propri romanzi che renderanno celebre un’autore che ha conquistato il mondo: Stephen King.
Ti saluto caro iCrewer, spero di non averti annoiato e ti rimando alla seconda parte di questo artico dedicato alla scoperta dei generi letterari: L’Horror.