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Recensione: Storia di due anime, di Alex Landragin

Cristina Speggiorin 5 anni fa 2 commenti 8
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Caro iCrewer, oggi voglio parlarti della sorprendente lettura che ho ultimato proprio in questi giorni. Si tratta del romanzo d’esordio di Alex Landragin: Storia di due anime, pubblicato in Italia da Editrice Nord.

Contenuti
Storia di due anime: la recensioneAlex Landragin

Posso tranquillamente dire che è stato amore a prima vista. Già solamente ammirando la copertina attraverso la vetrina della libreria, avevo capito che avevo di fronte un libro che valeva la pena lettere, e la trama non ha fatto altro che dare ragione al mio istinto.

Poi ho finito l’introduzione, e sono andata in visibilio. Non mi era mai capitato di trovare un racconto simile! Insomma, si è trattato di una continua sorpresa e, te lo assicuro, è molto difficile che capiti, vista la mole non indifferente di volumi che ho incontrato fin ora.

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Diversamente da come faccio di solito, ho deciso di non riassumerti a grandi linee la prima parte della trama, perchè in questo caso ogni singola pagina è importante e tratteggiare qui un paio di capitoli  sarebbe fare un torno alla tua possibile esperienza di lettura. Passerò, quindi, direttamente alla recensione!

L’albatro

Spesso, per divertirsi, i marinai
catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
indolenti compagni di viaggio delle navi
in lieve corsa sugli abissi amari.

L’hanno appena posato sulla tolda
e già il re dell’azzurro, maldestro e vergognoso,
pietosamente accanto a sé trascina
come fossero remi le grandi ali bianche.

Com’è fiacco e sinistro il viaggiatore alato!
E comico e brutto, lui prima così bello!
Chi gli mette una pipa sotto il becco,
chi imita, zoppicando, lo storpio che volava!

Il Poeta è come lui, principe delle nubi
che sta con l’uragano e ride degli arcieri;
esule in terra fra gli scherni, impediscono
che cammini le sue ali di gigante.

Charles Baudelaire, I fiori del male, Einaudi 2014

Storia di due anime: la recensione

Non credo di aver mai trovato un romanzo la cui struttura mi abbia stupito così tanto. Sì, hai capito bene, la più grande sorpresa di questo volume, prima ancora della trama, dei personaggi o dei temi narrati, è stata la struttura.

L’opera di Alex Landragin è costruita in un modo tale da dare la possibilità di essere letta in due modi: tradizionalmente, dall’inizio alla fine, dalla prima pagina all’ultima; oppure seguendo una successione di capitoli indicata dal narratore. Dopo qualche indecisione, ho optato per questa seconda modalità e, fidati, ne è proprio valsa la pena.

Al di là dell’atto quasi proibito di passare avanti di qualche centinaia di pagine alla volta, di leggere una conclusione prima ancora di un inizio; al di là della leggera ebrezza del non capire quanto manchi alla conclusione del libro e, quindi, per quanto ancora l’autore possa farci ballare sulle sue note, leggere balzando di qua e di là ha creato una suspance, un senso di aspettativa, una voglia di scoprire il finale davvero unici.

Non so dirti se anche nell’altro modo il romanzo abbia lo stesso impatto, ma fidati, a me è piaciuto davvero tanto.

La trama è complessa, mai banale. Alex Landragin riesce a intrecciare nel racconto temi come gli effetti della colonizzazione occidentale nelle isole del Pacifico, o la schiavitù nelle piantagioni americane o, ancora, i timori e le inquietudini sempre più pressanti di un profugo tedesco della Seconda guerra mondiale. E in questa girandola d’emozioni, di vite ed esperienze, l’unico punto fermo sembra essere Parigi. Prima città di Baudelaire, piena di contrasti, oscura, malinconica. Poi quella piena di vita e di eleganza della Belle Epoque. E infine, quella desolata che si appresta ad accogliere l’arrivo dei nazisti.

Tra i sui vicoli i personaggi si ritrovano, si perdono, si cercano, si raccontano in un intreccio che non ti lascia sospettare nulla, e che anche quando sembra averti appena offerto la soluzione, fa una giravolta e tu ti ritrovi smarrito nei suoi abissi.

Charlse Baudelaire, I fiorni del male, Alex LandraginNon dico che tutto sia impossibile da intuire, ma i dettagli che si aggiungono man mano danno una veste completamente diversa a ciò che avevamo capito dieci pagine prima.

Lo stile è molto scorrevole, vellutato. Preciso senza essere pedante. Costruito magistralmente. Forse a volte ci sarebbe voluto qualche a capo di più, giusto per non trovarsi davanti a pagine occupate da un unico, grande paragrafo, ma si tratta di una mia preferenza personale.

Sarà molto complesso parlarti dei personaggi, in quanto svelare anche un solo nome renderebbe vano l’artificio letterario a cui Alex Landragin ci sottopone. Preferisco quindi rimanere sul vago. Il personaggio femminile, per quanto caparbio, coraggioso, ostinato, non è idealizzato: commette errori, se ne rende conto e cerca di correggere il suo modo di fare. Non ho potuto fare a meno, però, di notare la stanchezza e la malinconia che, pian piano, crescono in lei. La fatica di dover sempre rincorrere, cercare, spiegare, farsi credere. Il desiderio di giungere a una conclusione, di poter finalmente tornare a casa con la persona che ama e, semplicemente, vivere.

Per contro, il personaggio maschile ha molte più sfaccettature: è irruente e maleducato; testardo e coraggioso; affettuoso e deciso a ignorare ciò con cui non vuole fare i conti; curioso e incosciente; gentile e innamorato. So che detta così sembra avere poco sento, ma fidati, quando comincerai a leggere – per favore, leggi questo libro – tutto avrà più senso.

Pagina dopo pagina, mentre la narrazione mi avvolgeva, sono riuscita a collocare il sentimento di vago riconoscimento che mi solleticava la mente già da un po’: uno degli elementi portanti del romanzo di Alex Landragin ricorda molto uno degli snodi fondamentali dell’anime Fullmetal Alchemist, nella sua versione del 2003 (non Fullmetal Alchemist Brotherhood). Tuttavia, non ho nessuna intenzione di svelarti di cosa si tratta, o mi linceresti per aver fatto uno spoiler gigantesco (più per l’anime che per il libro).

Indubbio che la cover mi sia piaciuta molto, visto che il primo motivo per cui mi sono soffermata su questo libro. È complessa e ricca di particolari, proprio come questa storia.

Alex Landragin

Alex Landragin è nato a Parigi, per poi trasferirsi in Australia ancora bambino. Carta e penna sono sempre state importanti nella sua vita: prima si è laureato in Scrittura Creativa e ha scritto guide turistiche per Lonely Planet, poi ha iniziato a lavorare come copywriter. Ora è anche scrittore.

Storia di due anime, che ha pubblicato in Italia con Editrice Nord, è il suo romanzo d’esordio.

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2 commenti 2 commenti
  • Maria ha detto:
    Agosto 23, 2021 alle 11:14

    Recensione stupenda!

    Rispondi
    • Cristina Speggiorin ha detto:
      Settembre 14, 2021 alle 20:02

      Grazie mille Maria! Sono contenta che la recensione ti sia piaciuta e spero che tu abbia (o abbia avuto) occasione di leggere questo libro, perchè è davvero bellissimo!

      Rispondi

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