Leggere Adolesco di Timothy Megaride, pseudonimo di un non bene identificato scrittore, pubblicato nell’aprile 2021 nella nuova edizione da Il ramo e la foglia, casa editrice di cui ho già avuto modo di parlare, è stato come essere catapultata in un contesto adolescenziale di cui avevo, da tempo, quasi rimosso le dinamiche.
Già nel titolo, Adolesco, l’autore Timothy Megaride fa intuire al lettore l’argomento: adolesco è infatti la forma latina di divenire adulto, crescere, progredire ed è proprio il latino che finisce per assumere un ruolo importante nella vita del giovane protagonista, Tommaso, un adolescente alle prese con il “vizio di crescere”.
Tommaso è la figura principale di tutto il romanzo, anzi è proprio lui che costituisce l’intera storia del libro. Chiarisco meglio: Timothy Megaride adotta per Adolesco la struttura letteraria di diario raccontato, in cui il protagonista dialoga con un ipotetico ascoltatore e, come in una sorta di confessione, racconta la sua storia di ragazzo coinvolto in cose più grandi lui.
Una struttura letteraria, quella adottata, non originalissima: in varie pubblicazioni si può trovare questo schema di scrittura, l’originalità, a mio avviso, è invece nella forma che l’autore adotta. Non sono presenti in tutto il romanzo dialoghi e discorsi diretti, in tutte le 224 pagine del libro non si incontra uno che sia un solo dialogo in forma diretta fra i personaggi.
Adolesco, l’adolescenza vista dalla prospettiva di un ragazzo
Tutta la storia è raccontata in prima persona dal protagonista Tommaso in forma indiretta e devo dire che se non è non propriamente facilissimo adottare tale stile di scrittura, è obbligatorio un plauso particolare a Timothy Megaride per essere riuscito con successo nell’impresa: Adolesco proprio in virtù di tale caratteristica si legge quasi d’un fiato.
Un adolescente dunque il protagonista del romanzo: sedici anni vissuti in un contesto familiare alto-borghese, i genitori sono infatti entrambi avvocati, figlio unico forse un po’ viziato, alle prese con esperienze scolastiche ed amicali che costituiscono tutto il suo mondo. Un mondo nel quale sembra muoveversi a proprio agio, fino a quando non succede un fatto che condizionerà la sua esistenza di ragazzo e probabilmente lo costringerà a crescere, in qualche modo.
È ovvio che non ti anticipo nulla, caro lettore, del resto non lo fa neanche Timothy Megaride che adotta lo stratagemma, attraverso i racconti di Tommaso, di tenere il lettore sulla corda della curiosità fin quasi alla fine del romanzo. E anche in questo si palesa l’abilità dell’autore: il lettore viene a trovarsi, infatti, coinvolto ed immerso in una storia di cui vuole presto conoscere l’evoluzione.
A prescindere dalla storia raccontata in Adolesco che, se la memoria non mi inganna, riprende o si ispira ad una vicenda di cronaca di qualche anno fa, ciò che maggiormente risalta nel romanzo di Timothy Megaride è il linguaggio con il quale fa parlare Tommaso. È un linguaggio che si può definire slang giovanile, quello cioè che sentiamo realmente sulla bocca e nei discorsi dei nostri ragazzi.
Il romanzo è completamente infarcito di “termini forti”, di intercalari, di modi di dire tipicamente giovanili che denotano una conoscenza approfondita del mondo adolescenziale. L’autore, sembra sia a contatto con giovani e ragazzi per motivi di lavoro ed ha quindi saputo pescare in quel mondo e riportare il loro linguaggio all’interno del suo libro dandogli, anche per questo motivo, un volto non comune. Solo pochi e grandi autori hanno saputo usare il linguaggio reale trasferendolo nei loro libri: Timothy Megaride riesce bene anche in questo aspetto, pur calcando un po’ la mano in certi passaggi.
Adolesco di Timothy Megaride: la conoscenza del mondo adolescenziale
Altro aspetto da rimarcare nel contesto di Adolesco, sono le tematiche trattate: l’amicizia, il sesso, l’omosessualità, il bullismo anche cibernetico, il rapporto adulto-adolescente, sono i temi sui quali Timothy Megaride costruisce tutta la storia: l’autore sa calarsi nella mentalità e nelle esperienze di un sedicenne e guarda il mondo e gli avvenimenti come potrebbe guardarli Tommaso.
Unica nomina stonata, a mio avviso, lo strisciante moralismo che si legge nei pensieri del protagonista che ben poco ha a che vedere con la sua età. Ho avuto l’impressione, in certi passaggi, che Timothy Megaride volesse quasi, attraverso i numerosi e contorti ragionamenti di Tommaso, impartire lezioni morali da vero e proprio educatore. Anche se camuffate dai ragionamenti più o meno logici che un adolescente può fare, le regole morali dell’adulto/scrittore, fanno capolino qua e là tra le pagine del libro.
In qualche passaggio, inoltre, Adolesco presenta giri di parole che sembra vogliano volutamente dilungare, con voli pindarici da un argomento all’altro, tutta la storia: un aspetto nel contesto di un romanzo ben costruito che ho trovato disturbante. Poca cosa però perché non si può certo dire che Adolesco di Timothy Megaride non sia un libro interessante e nel contempo originale, scritto con l’esperienza di un autore navigato ed esperto.
Una storia, dunque, che lascia molti spunti di riflessione al lettore, sia esso adulto che giovane. Sbagliato relegare il romanzo soltanto ad un pubblico giovane: un adulto, specie se genitore, avrà parecchio da constatare leggendolo. E infine, complimenti anche alla casa editrice Il ramo e la foglia che, con la scelta di ripubblicare l’opera di Timothy Megaride, conferma la sua linea di selezione attuata con attenzione ed esperienza.