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Filosofiamo: L’ellenismo, un ritorno alla spiritualità antica

La riscoperta degli antichi culti greci

Giuseppe Fumarola 3 ore fa Commenta! 8
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La parola ellenismo può avere diversi usi e significati. I più sono soliti utilizzarla in ambito storico o letterario, per indicare quel momento conclusivo della storia greca che va grosso modo dalla morte di Alessandro Magno fino alla conquista romana dell’ultimo dei regni ellenistici, quello d’Egitto. Non tutti sanno, però, che ellenismo è anche il nome di una vera e propria religione moderna che si ispira all’antico politeismo greco.

Contenuti
Ellenismo: storia e cultoIl vero significato dell’ellenismo

Essa è uno di quei fenomeni contemporanei che, a prima vista, sembrano solo una curiosità culturale, una sorta di revival folcloristico ma, in realtà, racconta molto del nostro tempo, del nostro bisogno di radici e di un rapporto più intimo con il sacro. Non si tratta, infatti, di mera imitazione del passato ma di un tentativo di far respirare nel presente una spiritualità antica migliaia di anni, adattandola a una sensibilità che non è più quella di Pericle o di Platone, ma dell’uomo del XXI secolo, spesso spaesato e in cerca di significato.

Ellenismo: storia e culto

ellenismo moderno

Per capire da dove nasce questa rinascita, bisogna fare un passo indietro. La religione greca arcaica è stata ufficialmente abolita nel 393 quando l’imperatore Teodosio proclamò il cristianesimo religione ufficiale dell’Impero Romano, abolendo, di conseguenza, ogni culto pagano. Ma i culti antichi non furono mai del tutto dimenticati tanto che nel Novecento, sulla spinta anche dell’interesse storico e letterario per il mondo classico, la religione ellenistica assunse nuova linfa e nuovi adepti.

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L’ellenismo moderno (detto anche Dodecateismo o Olimpianesimo), nella sua forma più organizzata, comincia a delinearsi tra gli anni ’90 e i primi Duemila, complice la crescita delle comunità neopagane in Europa e negli Stati Uniti. Se l’antico culto greco era stato oscurato per secoli dal cristianesimo – prima come avversario teologico, poi come retaggio culturale – il clima di rinnovata attenzione per le religioni precristiane e per le tradizioni locali ha offerto terreno fertile a chi sentiva che quelle antiche divinità non erano solo figure mitologiche, ma simboli vivi, archetipi capaci di parlare ancora al presente.

Nel giugno del 1997 viene fondato il Consiglio Supremo degli Elleni Etnici (abbreviato in YSEE), un’organizzazione che si occupa di tutelare i vari culti ellenistici e aiutarli nella pratica libera del proprio culto contro ogni forma di discriminazione. Da lì si è poi diffuso un interesse crescente anche fuori dalla Grecia, raggiungendo comunità sparse in Europa, nelle Americhe e perfino in Australia. Tale diffusione ha portato prima alla fondazione del Consiglio Ellenico YSEE d’America nel 2004 e infine, nel 2017, al riconoscimento ufficiale, da parte della Grecia, dell’ellenismo come religione dello stato greco.

La sfida principale dell’ellenismo contemporaneo è stata quella di riconciliare il mondo antico con la sensibilità moderna. Non esiste un unico testo sacro, né un’autorità centrale che stabilisca cosa sia “corretto”. Le fonti sono quelle che conosciamo: Omero, Esiodo, i filosofi, gli inni orfici, le tragedie, gli storici. Ma nell’antica Grecia non esisteva un dogma rigido, e questo ha lasciato ampio spazio ai praticanti moderni di costruire una religiosità personale e comunitaria che si ispira alle radici, ma non si finge identica a ciò che era.

ellenismo tempio

Il credo si fonda sulla venerazione dei dodici Olimpi, le dodici divinità maggiori del pantheon antico a cui si affiancano alcune divinità minori. Essi sono concepiti come entità entità reali (non diversamente dal Dio cristiano, o dalle divinità induiste) portatori di valori e forze naturali. Centrale è il concetto di eusebeia, la pietà intesa come rispetto verso il divino che si manifesta attraverso la celebrazione di offerte e riti specifici. Poiché l’ellenismo è una religione devozionale, fondata sul riconoscimento del kosmos, un ordine natura prestabilito che lega uomini, natura e divinità, i luoghi di culto sono templi antichi e moderni o, più frequentemente, semplici altari o focolari attorno al quale vengono celebrati riti e festività.

La pratica quotidiana è sobria ma intensa: si accendono lampade in onore degli dèi, si offrono libagioni, si recitano inni antichi. Le festività seguono in parte il calendario attico, reinterpretato per la vita moderna. Non mancano i rituali comunitari, spesso svolti all’aperto, nei pressi di templi antichi o luoghi naturali ritenuti sacri. Tutto è permeato da una ritualità che non cerca la spettacolarità, ma la continuità: l’idea che ciò che facevano gli antenati possa ancora avere un valore.

Il vero significato dell’ellenismo

Naturalmente, questo fenomeno pone una domanda inevitabile: che cos’è davvero l’ellenismo moderno? Una religione? Una setta? Una rivisitazione filosofica? O una forma di spiritualità personale travestita da tradizione? La risposta non è univoca, e forse sta proprio qui la sua peculiarità. Per molti aderenti è una religione vera e propria, con una dimensione devozionale e comunitaria ben definita. Le associazioni ufficiali, soprattutto in Grecia, lo rivendicano apertamente e hanno perfino ottenuto il riconoscimento giuridico come culto.

Non si tratta dunque di una setta, nel senso negativo del termine: manca un leader carismatico, non ci sono dottrine segrete, né dinamiche di potere chiuse o coercitive. Al contrario, l’ellenismo tende a essere inclusivo, aperto al dialogo con altre forme di spiritualità.

Per altri, invece, è più vicino a una corrente filosofica: un ritorno alle virtù antiche, all’etica della misura, dell’armonia e dell’autocontrollo. Un modo per riscoprire Sofocle e Pindaro non soltanto come autori da studiare a scuola, ma come compagni di viaggio esistenziale. L’ellenismo, in questa prospettiva, diventa un modo per abitare il mondo con maggiore consapevolezza, per sentirsi parte di un ordine più grande senza per forza aderire a dogmi rigidi. E anche questo, in fondo, è coerente con lo spirito greco: la religione ellenica storica conviveva perfettamente con il dubbio filosofico, con il pensiero critico, con l’interpretazione simbolica.

ellenismo filosofiamo

Il significato attuale dell’ellenismo, forse, va cercato nel bisogno di radicamento che caratterizza il nostro tempo. Viviamo in una società frammentata, iperconnessa e al tempo stesso fragile, dove le tradizioni sembrano dissolversi e la spiritualità spesso si riduce a slogan. Ritrovare un pantheon antico, un calendario di riti, una comunità che celebra la natura e l’armonia cosmica, può dare un senso di continuità, di appartenenza. Ma non è solo nostalgia: è il tentativo di costruire una spiritualità che abbia un linguaggio poetico, simbolico, legato alla storia ma non soffocato da essa.

L’ellenismo non vuole ricostruire il passato, ma renderlo di nuovo eloquente. È un modo di guardare agli dèi come specchi che riflettono le nostre forze interiori, e al tempo stesso come presenze con cui instaurare un dialogo. Che lo si consideri religione, filosofia o qualcosa a metà strada, resta un esperienza affascinante: la prova che l’antico, quando lo ascoltiamo sul serio, può ancora insegnarci a vivere il presente con occhi più attenti e più consapevoli.

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