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Lettura: Edith Piaf: un caffè letterario motivazionale con “L’Usignolo” di Francia
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Edith Piaf: un caffè letterario motivazionale con “L’Usignolo” di Francia

Anna Francesca Perrone 5 anni fa Commenta! 4
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Caro iCrewer, oggi nella nostra rubrica “Caffè letterario motivazionale” volevo raccontarti la commovente storia di Edith Piaf.

Contenuti
“Usa i tuoi errori, usa i tuoi difetti e sarai una stella”La vita tormentata di Edith Piaf

“Usa i tuoi errori, usa i tuoi difetti e sarai una stella”

Tutti conosciamo La vie en rose, canzone che l’ha resa famosa in tutto il mondo. Ma anche  Milord, e Non, je ne regrette rien.

Il suo vero nome era Edith Giovanna Gassion, è nata a Parigi il 19 dicembre 1915. Il soprannome “Piaf”, che in francese significa “passerotto”, le è stato dato per via della sua statura di solo un metro e 47 ma anche della sua meravigliosa voce.

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Ma ciò che oltre al suo innato talento l’ha caratterizzata è stata la sua forza:  Édith Piaf, nonostante i dolori che purtroppo ha avuto nella vita, è sempre rimasta determinata, anche nell’errore.

Lei era una donna bisognosa di dare e ricevere amore e che questo sentimento era al centro delle sue canzoni.

La vita tormentata di Edith Piaf

Edith Piaf
Au bal de la chance. La mia vita

Edith nacque in una famiglia particolare: la madre cantava nelle balere e il padre era un saltimbanco.

I genitori l’affidarono prima ad una nonna, che però non era in grado di curarla e poi fu mandata a vivere nel bordello di Nonna Marie in Normandia.

Più tardi cominciò a cantare in strada con il padre.

A 8 anni, venne anche colpita da cheratite, una malattia agli occhi dalla quale guarì miracolosamente e che la portò alla devozione per Santa Teresa.

La sua carriera iniziò nel 1935, quando il direttore del cabaret Le Gerny’s la sentì cantare e decise di assumerla.

Era dotata di un talento straordinario, di un modo di cantare teatrale mai visto prima e per questo riconoscibile, e divenne presto famosa in Francia e non solo.

Il tormento era una costante non solo nelle sue interpretazioni ma anche nella sua vita.

Sua figlia morì a soli due anni per una forma di meningite. Il suo amore storico, il pugile Marcel Cerdan, che conobbe nel 1948, morì in un disastro aereo sulle Azzorre un anno dopo.

Lei stessa ebbe un incidente stradale che le costò quasi la vita. Soffriva, inoltre, di un’artrite reumatoide che le provocava dolori fortissimi. Purtroppo per questo entrò in una spirale di depressione e dipendenza da farmaci che la portò a una scomparsa prematura.

Ma nulla di tutto ciò le impedì mai di cantare.

Fu stroncata da un’emorragia interna nel sud della Francia, a Grasse. Ma poiché desiderava morire a Parigi, il suo corpo fu trasferito nella capitale.

Questa storia mi ha colpito perché mostra come un talento innato possa salvare da una vita di stenti, come era quella alla quale sembrava destinata Edith Piaf.

Questo dono, però, ha avuto come contropartita tanti dolori, ma nonostante questo Edith non ha mai smesso di cantare e soprattutto come dice nella sua canzone non ha mai rinnegato niente né il bene né il male che ha ricevuto.

E’ vissuta libera così come è nata e il suo talento l’ha resa comunque felice.

Non mancare al prossimo appuntamento con il caffè letterario motivazionale e come sempre buona lettura!

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