Oggi voglio parlarvi di un romanzo scritto per mano di un’artista, un cantante per l’esattezza, che io personalmente adoro… Il Cile.
Il Cile, alias Lorenzo Cilembrini, nasce il 9 Novembre del 1981 ad Arezzo ed è un cantautore e chitarrista italiano.
Debutta a gennaio del 2012 con il brano Cemento Armato, prodotto dall’etichetta discografica Universal ricevendo parecchi consensi da parte del pubblico.
E’ però nel 2013 che, grazie alla partecipazione a Sanremo nella categoria “Giovani” che comincia la sua ascesa aggiudicandosi il Premio Assomusica 2013 e il Premio Sergio Bardotti con il brano “Le parole non servono più” scritto a quattro mano con Riccardo Presentini.
I suoi brani sono un connubio di parole molto spesso non facili da decifrare.
Nonostante sia conosciuto più che altro per le sue collaborazioni con artisti molto noti come J-AX in Maria Salvador, i Negrita o i Club Dogo… Lorenzo nasconde, dietro quei ritornelli allegri ed orecchiabili, un animo turbato e ombre che lo seguono passo passo.
Il Cile lo si può scoprire attraverso i testi delle sue canzoni ma sopratutto lo si può scovare nelle righe di quel romanzo che uscì nel 2014 “Ho smesso tutto”.
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Ed è proprio di quest’opera che vi voglio parlare, romanzo che racconta le sue avventure sentimentali utilizzando nomi di fantasia.
Nonostante io adori le musiche e i testi delle canzoni di questo artista, peraltro molto vicino al proprio pubblico poiché più di una volta sono riuscita a contattarlo, non posso dire che l’opera in questione rientri nel mio genere preferito.
Ovviamente lo stile riporta molto ai testi dei brani rendendo l’opera degna di nota.
La storia però non l’ho trovata intrigante, è tutto molto confuso e lascia vacillare il lettore in un limbo di paroloni che spesso distraggono dal racconto.
E’ un romanzo che non ha un vero e proprio inizio e nemmeno un finale ben definito, cosa che per quel che mi riguarda fa perdere interesse al lettore.
Certo, è un libro che racconta le esperienze amorose di un musicista “maledetto” trascinato in quel limbo di sesso, droga ed alcool e, per certi versi potrebbe anche apparire accattivante se si pensa che è un romanzo autobiografico, ma trovo che vi sia troppa “freddezza” nel racconto.
Come se l’autore avesse voluto distaccarsi da quello che è stato anziché lanciare un messaggio al lettore.
Diciamo che questo romanzo non mi ha “rapita” anzi, ho faticato a portare a termine la lettura ma devo anche dire che qualora l’autore pubblicasse altri scritti, gli darò il beneficio del dubbio dandogli un ulteriore possibilità.
Ricordiamo inoltre che proprio quest’anno è uscito il terzo disco dell’autore nel quale decide di raccontare se stesso andando in profondità e cercando di tirare fuori tutti i suoi turbamenti.
Il disco si intitola “La Fate Facile” ed è uscito l’ 8 Settembre del 2017.
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«Lo ritengo il disco della maturità, non posso più rimandare il fatto che sono diventato adulto. Il lavoro di cantante spesso prolunga l’adolescenza. Ma sono diventato uomo, con i miei pregi e i miei difetti, le mie debolezze e i miei punti di forza. Qui ci sono al cento per cento, non mento. Mettersi a nudo oggi è un rischio. Ma è l’unica modalità che mi fa sentire a posto con la mia coscienza».
Noi auguriamo il meglio a quest’artista che ci è entrato nel cuore attendendo con trepidazione un suo prossimo romanzo.