Parigi, 3 luglio 1971: Jim Morrison, il cantante dei The Doors, viene trovato senza vita nella vasca da bagno, a soli ventisette anni.
Il mondo della musica, e non solo, oggi celebra il cinquantesimo anniversario della scomparsa di una delle più iconiche rock star mai esistite: Jim Morrison, il Re Lucertola.
Nel mio piccolo lo voglio fare anche io, con alcuni consigli di lettura e di ascolto, che prendono spunto, come sempre, dal mio percorso personale e dal mio rapporto con l’artista in questione. Questa volta, parlando di Jim Morrison, parliamo davvero di una figura che mi ha cambiato la vita, e lo ha fatto grazie a un libro che ho letto. (si vede che i libri erano nel mio destino già all’epoca dell’adolescenza)
Jim Morrison: 50 anni senza il Re Lucertola
Proprio così, è stato un libro a farmi conoscere e poi appassionare a ciò che ha rappresentato l’immagine di Jim Morrison nel mondo della musica. Un libro che racconta la sua vita e la sua carriera da frontman dei Doors.
La passione per il cinema da studente, l’incontro con Ray Manzarek – anima e cuore dei Doors -, il rapporto con l’amata Pamela, la nascita del gruppo, il successo, gli eccessi, le esperienze nel deserto, le canzoni, il declino e la tragica morte. Pensa amico iCrewer, tutto questo in soli ventisette anni!
Ventisette anni di vita vissuta, consumata, raschiata fino all’ultimo respiro. Ventisette anni di vita condotta, come direbbe lui… da Jim Morrison.
Vita raccontata, come dicevo, in un libro che ho letto più o meno quando avevo venti anni. Un libro che davvero mi ha cambiato la vita. Ci sono testi e personaggi che hanno una influenza particolare su di noi: li adoriamo, li solleviamo allo status di miti, li assimiliamo e li prendiamo come spirito guida per la nostra formazione. Jim Morrison per me è stata una svolta.
Se oggi scrivo, se oggi provo a essere creativo e se ancora oggi provo a sovvertire in tutti modi la rigidità del mio destino attraverso la letteratura, buona parte del merito la devo a Jim. Al mio incontro con lui attraverso il libro Nessuno uscirà vivo di qui, scritto a quattro mani da Jerry Hopkins e Daniel Sugerman.
Una biografia che ha sconvolto la mia vita e il mio modo di pensare. Uno stile, quello di Jim Morrison, che da subito è entrato nelle mie vene per la profondità del suo pensiero e l’irriverenza nei confronti della quotidianità. Sia chiaro, non è tutto oro quello che luccica: a Jim Morrison contesto (scritto in corsivo perché chi sono mai io per poter contestare un tal personaggio) la continua ricerca dell’eccesso e la condotta di vita sregolata che l’ha consumato in neanche tre decenni.
Penso spesso a quanto ancora avrebbe potuto donare al suo pubblico, a noi. Quante perle, quante poesie, quante canzoni, quanti pensieri illuminanti. Poi però, mi convinco che doveva per forza andare così: non sarebbe diventato il mito che è ancora oggi.
Grazie al libro Nessuno uscirà vivo di qui, di cui ti riporto la sinossi di una nuova edizione uscita nel 2018 per Kaos Editore, Jim Morrison ha smesso di essere, per me, una figura stampata sulle magliette e sugli adesivi incollati sui motorini, oppure una bandiera che sventolava allo stadio, ed è diventato il Re Lucertola.
La vita – folgorante, estrema, drammatica – di James Douglas Morrison, il Poeta del rock che attraversò come un razzo l’orizzonte musicale e che finì in frammenti brucianti quando la realtà gli sfuggì di mano.
Una storia di genialità, trasgressione e follia, nata e consumatasi nell’America di fine anni Sessanta, quando Morrison – poeta, ribelle, cantante, filosofo – fece irruzione sulla scena musicale quale smagliante, oltraggioso, sensuale discepolo dell’Oscurità e cantore della Sessualità, della Rivolta, dell’Inconscio.
I’m the Lizard King…i can do anything
cantava Jim in una delle sue canzoni, che spesso andrebbero definite opere per la loro struttura teatrale, volte a essere interpretate in maniera istrionica sul palco, e in un certo senso, si può dire abbia tenuto fede al concetto espresso in quei versi.
Dopo il libro, dopo essere rimasto affascinato da questo personaggio, il colpo di grazia è arrivato con il film The doors, di Oliver Stone. A mio avviso un capolavoro con un Val Kilmer superlativo nell’interpretazione del leader del gruppo. Film che mi ha permesso, a differenza del libro, di innamorarmi anche della musica e di conseguenza di diventare un fans a tutti gli effetti dei Doors.
Amico iCrewer, la discografia di questo gruppo non è molto vasta, i pochi anni di storia permettono di possedere tutti gli album comodamente. Mi sento di consigliarti il primo disco intitolato The Doors, datato 1967. Album che contiene brani iconici come Light my fire, The End e Break on Throught (to the other side), il vero manifesto del pensiero morrisoniano: abbattere le porte della percezione. Da qui il nome The Doors.
Ma ti invito anche ad ascoltare An american prayer, album postumo registrato dagli altri componenti della band sovrapponendo alla musica le registrazioni di Jim Morrison impegnato a recitare poesie e declamare pensieri. Questo album è da brividi. Tracce come Ghost song e A Feast of Friend mi fanno venire la pelle d’oca soltanto scrivendole qui per segnalartele.
Credo che oggi, in memoria di Jim, di quello che è stato e di quello che ha portato nella mia vita, lo ascolterò in loop per tutta la giornata.
Prima di chiudere, però, vorrei segnalarti un altro libro, tornando alla lettura. Una raccolta di pensieri e poesie scritte dal mito.
Sto parlando di Tempesta elettrica, libro che puoi trovare facilmente nell’edizione Mondadori del 2019.
Nell’estate del 1971, al momento della sua tragica e misteriosa morte, il leader dei Doors aveva scritto più di settecento pagine di poesie, aneddoti, epigrammi, saggi, racconti, soggetti e sceneggiature. Raccolte e riordinate dagli amici, quelle pagine sono confluite in questo volume, che ripropone, con l’originale a fronte, liriche e appunti.
Un libro che ho letto anche questo da ragazzo e che, detto con sincerità, ho un po’ fatto fatica a digerire. Ci sono poesie bellissime, frasi incredibili (non per nulla Jim Morrison è manna dal cielo per chi scrive aforismi), ma anche versi di difficile comprensione, almeno per me che sono un umano normalissimo.
Il fatto è che il pensiero di Jim Morrison è talmente fuori dagli schemi e visionario che gli si sta dietro a fatica, ma con tanta, tanta ammirazione.
Il bello di questo libro è che sono riportati i testi originali scritti a penna dal poeta, ovviamente con traduzione a fianco. Spesso sono ritagli di quaderni o foglietti consumati, il che rende ancora più affascinante il lavoro che diventa testimonianza di ciò che Jim ci ha lasciato.
Ci ha lasciato da cinquanta anni.
Una delle esperienza più particolari della mia vita è stata quella di andare a rendere omaggio al mito sulla sua tomba. Un piccolo angolo, di quelli che potresti trovare al cimitero del tuo paese, nascosto all’interno di un cimitero che è un museo a cielo aperto. Questo dice tutto. Così come il continuo pellegrinaggio di ragazzi che posano foglietti, regali e birrette sulla lapide, come segno di ringraziamento per tutte le emozioni durate pochissimo ma rese eterne.
Questo breve articolo è ancora una volta il mio modo per dire grazie.