1955 L’Italia è quella che va incontro al boom economico.
Inizia adesso a delinearsi la società dei consumi, che trova i suoi status symbol nell’automobile, a cominciare dalle 600 e 500 della FIAT, e nel televisore, grazie alle trasmissioni regolari della RAI cominciate l’anno precedente. Al cinema, tra gennaio e febbraio, danno il capolavoro di Elia Kazan Fronte del porto, con un memorabile Marlon Brando (premiato con l’Oscar per il migliore attore protagonista).
Anche a Roma si respira un clima di crescita e ottimismo per un evento destinato a mutare l’assetto urbanistico e sociale della città. Le Olimpiadi del 1960 si terranno qui, dopo aver battuto la concorrenza di Losanna. Si mette mano a un’ambiziosa progettazione di opere, dalla viabilità all’edilizia residenziale passando per i trasporti. Il primo importante traguardo è il completamento dei lavori della linea metropolitana tra l’EUR e la stazione Termini, che viene inaugurata il 9 febbraio 1955
1955 – 14 dicembre. L’Italia è finalmente ammessa nell’Organizzazione delle Nazioni Unite – ONU- un percorso durato dieci anni di complicate trattative diplomatiche, nonostante fosse membro permanente del Consiglio della Società delle Nazioni, la progenitrice delle Nazioni Unite costruita dopo il primo conflitto mondiale.
Come non ricordare un evento che fece scalpore, accaduto a Montgomery, capitale dell’Alabama, esattamente l‘1 dicembre 1955: Rosa Parks di ribella alla segregazione sugli autobus. Oggi non fa più notizia, e meno male, ma per l’epoca non era pensabile che una donna di colore occupasse un posto in autobus nella parte sbagliata, quella riservata “ai bianchi”. Motivo che indusse l’autista a fermare il mezzo e “ordinare” alla donna di alzarsi per consentire a chi di dovere di potersi sedere.
La donna non intese ragioni e tenne duro fino all’arrivo della polizia, che la trasse in arresto per “condotta impropria e per aver violato le norme cittadine”. Quest’atto di ribellione fu la molla che diede vita al movimento dei diritti civili capeggiata da Martin Luther King.
La sua storia ha ispirato, tra gli altri, il film La lunga strada verso casa (1990) con Whoopi Goldberg.
Ecco uno strumento di cui oggi non puoi fare a meno: il microonde!
Agli albori della sua nascita, siamo sempre nel 1955, costava 1.295 dollari (equivalenti ai 10.500 di oggi, in euro 9.400 circa); una cifra da capogiro che impedì che divenisse in poco tempo un oggetto di largo consumo, rimandandone la diffusione di massa negli anni Settanta.
Fu la Tappen, azienda statunitense di elettrodomestici, a lanciare nei negozi di Mansfield, nell’Ohio, il primo forno a microonde ad uso domestico, cambiando per sempre le abitudini culinarie di milioni di persone.
Era costruito in acciaio inox, con ripiano in vetro, aveva due velocità di cottura (500 e 800 watt) e un’alimentazione a 220 volt. È inutile che ti spieghi da dove nacque l’idea di tale invenzione.
E poi troviamo le prime radioline, che tanto piccole non erano, se paragonate a quelle di oggi, ma se rapportate ai mausolei dell’epoca sicuramente si.
Sony, lancia sul mercato il modello TR-55. Si tratta del primo esempio di radiolina portatile, adatta ad entrare in una tasca. Rettangolare, con una manopola per cambiare le frequenze, il nuovo aggeggio conquista subito migliaia di adolescenti.
E l’Italia non è da meno, nasce infatti il simbolo degli anni del boom, la mitica Fiat 600.
Ispirata alla storica Topolino,
Il vero punto di forza con un prezzo popolare, che ne fece un bene di consumo di massa, con oltre 2 milioni e mezzo di esemplari venduti fino al 1969, ultimo anno in cui fu prodotta.
E per rimanere in tema di topi, sempre in questo meraviglioso anno, il 1955, Walt Disney saluta con queste parole: “Ho sempre cercato di immaginare un posto dove portare le mie due figlie nei pomeriggi del sabato e della domenica, un posto dove però potevo divertirmi anch’io!” l’inaugurazione di Disneyland, il primo parco di divertimenti costruito come una città immaginaria parallela al mondo reale.
E nel 1955 dobbiamo ricordare quattro personaggi che ci hanno lasciato.
Alexander Fleming
una delle figure più eminenti della storia della medicina. La scoperta della penicillina contribuì a salvare milioni di vite.
Albert Einstein
Lui e la scienza sono un tutt’uno. L’amore che nutriva per questa disciplina lo rendevano insofferente alle rigide regole scolastiche, con inevitabili conseguenze sul suo rendimento come studente.
Una delle opere
con cui rivoluzionò la fisica classica rielaborando il sapere newtoniano.
Thomas Mann, considerato l’autore tra i più rappresentativi e influenti del novecento, con uno stile complesso e ricco di sfumature seppe innovare il romanzo.
Attento alle trasformazioni della società tedesca del suo tempo, in particolare alla decadenza della borghesia, ne offrì un lucido ritratto nel romanzo I Buddenbrook, pubblicato nel 1901.
Quest’ultimo e La montagna incantata, considerati i suoi due capolavori assoluti e tra le massime espressioni della narrativa mondiale, gli valsero nel 1929 il Nobel per la Letteratura.
“La montagna incantata è un fedele, complesso, esauriente ritratto della civiltà occidentale dei primi decenni del Novecento e, nella sua incantata fusione di prosa e poesia, di vastità scientifica e di arte raffinata, è il libro, forse, più grandioso che sia stato scritto nella prima metà del secolo.” Con queste parole, un entusiasta Ervino Pocar concludeva l’introduzione all’edizione della “Montagna incantata” da lui tradotta nel 1965 che da allora ha fatto conoscere e apprezzare ai lettori italiani questo Bildungsroman straordinariamente complesso ambientato in un sanatorio svizzero, il celebre Berghof di Davos.
Quando il protagonista, il giovane Hans Castorp, vi arriva, è il tipico tedesco settentrionale, un solido e rispettabile borghese. A contatto con il microcosmo del sanatorio il suo carattere subisce un’evoluzione e un incremento: passa attraverso la malattia l’amore, il razionalismo e la gioia di vivere, il pessimismo irrazionale, senza che nessuna di queste posizioni lo converta. Ma in mezzo a tante forze contrastanti, Castorp trova il proprio equilibrio. In questo mondo dove il tempo si dissolve e il ritmo narrativo si snoda in sequenze di ore, giorni, mesi e anni resi tutti indistinti dalla routine quotidiana, egli può liberamente crescere.”
James Dean, che riscrivendo con una sua personale interpretazione il “carpe diem” – “Sogna come se dovessi vivere per sempre, vivi come se dovessi morire oggi” – l’ha fatta diventare la bussola del suo vivere dentro e fuori del set, costruendovi il mito di attore ribelle e solitario, simbolo di una generazione.
Gli anni passano, gli uomini cambiano, ma non le parole che restano impresse sulla carta, per questo leggere è importante.
Alla prossima.