Se qualcuno ti dicesse, caro iCrewer, di nominare due fatti salienti del 1927, che cosa diresti?
Devo essere sincera: prima di questo momento, per me era un’indicazione temporale come tante, che si perdeva tra la moltitudine degli anni. Non troppo lontano per essere collocato nella storia moderna (quella che, per qualche ragione, mi ricordo meglio); non coincidente con le date di nascita dei miei nonni (1921, 1929 e 1939) e non così recente da far parte dell’esperienza dei miei genitori. “E quindi?” ti chiederai. Beh, se anche per te quelli del 1927 sono giorni sconosciuti, allora il nostro viaggio nel tempo sarà ancora più interessante!
1927: l’anno dei record stabiliti
Ebbene sì! Sebbene non sempre queste informazioni riescano a farsi strada nella miriade di notizie che affollano la nostra mente, molte sono le pietre miliari posate in quei giorni.
Ad esempio, negli Stati Uniti viene trasmessa la prima trasmissione televisiva via cavo, con riprese dal vivo, tra Washington e New York.
O, ancora, sempre rimanendo nell’ambito di scoperte che hanno aiutato nella comunicazione su lunghe distanze, fu effettuata anche la prima chiamata transatlantica, tra gli USA e la Gran Bretagna. Chissà cosa si saranno detti, dopo le prime frasi di rito. Che abbiano parlato delle condizioni meteorologiche? Che l’inglese si sia lasciato sfuggire un po’ di classico black humor?
Il 20 maggio 1927 Charles Lindbergh decolla da New York a bordo del suo Spirit of Saint Louis, un aeroplano monomotore ad ala. Non fa certo un giretto nei cieli nazionali, no. Dopo trentatré ore e mezza dalla partenza finalmente atterra, ma non si trova più in America: ora è in Europa, in Francia, a Parigi e ha appena compiuto il primo volo sull’Oceano atlantico in solitaria.
Anche Arne Borg può essere fiero di sé. Lo svedese, infatti, a Bologna conquista un record mondiale: è il primo uomo della storia a nuotare per ben 1500 metri in soli venti minuti. Impressionante, no? Spero almeno che, essendo successo ai primi di settembre, l’acqua fosse quanto meno tiepida!
Infine, il 19 giugno Alfredo Gianoli trasmette la prima radiocronaca in diretta. L’argomento? Il Gran premio di Galoppo dal San Siro di Milano.
Parlando di premi istituti, invece, nel maggio 1927 in California viene fondata l‘Academy of Motion Picture Arts and Sciences, la quale, in seguito inizierà una tradizione che permane tutt’ora: la consegna del Premio Oscar.
1927: la letteratura
Per quanto riguarda la letteratura e i libri pubblicati in quest’anno, oggi ho deciso di rimanere in ambito femminile, sia per la narrativa italiana, sia per quella straniera.
Annalena Bilsini di Grazia Deledda
Annalena Bilsini è una vedova a capo di una famiglia veneta che comprende cinque figli maschi, lo zio Dionisio, la nuora Gina e due nipotini. Il secondogenito, Pietro, è nell’esercito. La famiglia ha la possibilità di affittare un nuovo fondo a delle buone condizioni, vi si trasferisce, e trascorre l’inverno lavorando duramente la terra, da molto tempo abbandonata.
Il loro obiettivo è di ripristinare la loro situazione economica, in notevole declino a causa degli sperperi della generazione precedente. L’inverno è particolarmente freddo, e sembra che possa distruggere i frutti del loro lavoro. Per Natale, però, la tanto attesa neve arriva a proteggere le colture.
Durante la cena di Natale, inaspettatamente Pietro torna a casa in licenza, accompagnato dalla giovane sorella di Gina, Isabella. Pietro prova a sedurre Gina, scontenta del suo matrimonio, ma lei gli resiste. Annalena sembra accorgersene, ma la faccenda viene taciuta da tutti. Per sviare i sospetti, Pietro decide di fidanzarsi con Isabella, la cui famiglia è benestante.
Nella primavera le coltivazioni della famiglia sono molto buone, e il ricavato può permettere loro di pagare il fitto della terra e acquistare altri capi di bestiame. Il padrone, il ricco commerciante di scope Urbano Giannini, diventa un amico di famiglia, colpito particolarmente dalla forza d’animo di Annalena. Il suo matrimonio è in crisi, la moglie è sull’orlo della pazzia, e la sua unica figlia Lia ha intenzione di diventare monaca. Egli cerca di stabilire una relazione con Annalena, ma quest’ultima, per quanto attratta e tentata, mantiene le distanze.
Pietro torna a casa al termine del servizio di leva. Il suo fidanzamento con Isabella non lo rende felice. Confida a un fratello la sua intenzione di lasciare Isabella e mettersi assieme a Lia, anch’essa molto ricca. Una sera, dopo essere stata in un villaggio vicino a trovare i nonni, Lia scompare.
Suo padre trascorre i giorni successivi alla sua ricerca, senza frutto. La voce giunge a casa della famiglia Bilsini: i sospetti sembrano cadere su Pietro, che nel giorno della scomparsa di Lia era fuori casa. Lo zio Dioniso ha un alterco con lui, in seguito al quale le sue condizioni di salute precipitano e lo portano alla morte. Lia viene trovata sana e salva in un convento vicino. Pietro, sentendosi colpevole della morte dello zio, sembra maturare e a cominciare a voler bene a Isabella.
Gita al faro di Virginia Woolf
Quando, nel 1925, Virginia Woolf si accinse a scrivere «Gita al Faro» era decisamente giunta alla soglia della maturità artistica: in questa sua opera riuscì infatti mirabilmente a mostrare il suo sapiente dominio delle possibilità del monologo interiore e la straordinaria capacità di muoversi liberamente tra il flusso delle coscienze dei personaggi.
Con tutta la sua avvolgente bellezza, questo romanzo è una commossa elegia all’Assenza: assenza innanzitutto della madre, morta quando la Woolf aveva solo tredici anni, lasciandole un vuoto incolmabile. Ed è proprio tale immagine cara a legare le diverse solitudini dei protagonisti di questa rievocazione corale, tutti chiusi in un proprio mondo isolato da cui è difficile comunicare.
Fluido e ritmato come il mare sotto il raggio ora breve ora lungo del Faro che fende l’oscurità della notte, il romanzo si impone al lettore con la forza della memoria, il fascino del ricordo, la voce struggente della nostalgia.