Icona dei ruggenti anni venti del Novecento, flapper, scrittrice, pittrice, ballerina, Zelda Sayre Fitzgerald è stata una donna in aperto contrasto con l’epoca e la città – Montgomery, in Alabama – in cui è nata e cresciuta. Dotata di una personalità forte e indipendente, Zelda Sayre Fitzgerald voleva una vita fuori dagli schemi, libera di esprimere quello che era, anche a discapito della sua reputazione.
Insieme al marito Francis Scott Fitzgerald, furono una delle coppie più ammirate – e poi criticate – della New York di quegli anni. Costantemente sopra le righe sia nel bene che ne male, i due navigavano a vista bruciando di gioventù a una velocità folle. E presto, questo fuoco li consumò senza lasciar loro scampo.
Se questo breve e superficiale accenno all’affascinante e travagliata storia di Zelda Sayre Fitzgerald e del marito Francis Scott ti ha incuriosito, ecco qui tre libri per approfondire la sua conoscenza.
Il primo si intitola Lasciami l’ultimo valzer e altri scritti. In questo libro sono raccolti il primo e unico romanzo scritto da Zelda Sayre Fitzgerald, oltre a una serie di articoli da lei scritti e apparsi su riviste e giornali. Zelda è stata fondamentale per il successo di Francis Scott Fitzgerald, tanto da ispirarlo non solo nella caratterizzazione di alcuni dei suoi personaggi più famosi, ma anche nella redazione di alcune parti narrative, come il soliloquio finale del protagonista di Di qua dal Paradiso che il marito scrisse dopo aver letto il diario della moglie.
Vissuta all’ombra del talento del marito, a Zelda non fu mai riconosciuta una capacità letteraria, almeno non quando era ancora in vita. Lasciami l’ultimo valzer è un romanzo in parte autobiografico che la critica ha rivalutato anni dopo la sua prematura morte.
Lasciami l’ultimo valzer e altri scritti, di Zelda Sayre Fitzgerald
Al di là del mero dato biografico, Zelda e Scott Fitzgerald coppia icona dell’età del jazz, Zelda Sayre fu una figura eclettica. Pittrice, scrittrice, ballerina, a ognuna di queste discipline si dedicò con ardore e impegno, ma della sua personalità carismatica e vitalissima ci è giunto solo il ricordo di una donna fragile, vissuta all’ombra di un marito famoso quanto ingombrante. Lasciami l’ultimo valzer, il suo primo e unico romanzo – qui presentato insieme a una raccolta di articoli apparsi su giornali e riviste –, attinse a piene mani dalla sua autobiografia, e tuttavia è molto più di uno sguardo intimo sulla vita e la scrittura di Francis Scott Fitzgerald.
Con una prosa irregolare, brillante, pervasa da un’immaginazione selvaggia e intessuta da un linguaggio diretto come quello parlato (da lei), Zelda Sayre Fitzgerald emerge finalmente dall’ombra di Scott tramite questo romanzo e i suoi scritti, rivelando le sue doti di acuta narratrice dello spirito di un’era.
Il secondo libro è Caro Scott, carissima Zelda. Le lettere d’amore di F. Scott e Zelda Fitzgerald, una raccolta epistolare a cura di C.W. Barks, J.R. Bryer, con un’introduzione della nipote Eleanor Lanahan. Nella prefazione si legge «La relazione più importante nella vita sia di F. Scott sia di Zelda Sayre Fitzgerald fu quella che loro ebbero l’uno con l’altra; fu il catalizzatore e il tema principale di gran parte della loro produzione letteraria. Le lettere che si scambiavano racconto con le loro stesse parole la storia di questa relazione così centrale.»
Caro Scott, carissima Zelda. Le lettere d’amore di F. Scott e Zelda Fitzgerald
Un appassionato scambio di lettere che disegna la biografia emotiva e la vita di una coppia bella e dannata, quella di Francis Scott Fitzgerald e sua moglie Zelda. Poche storie d’amore sono diventate una leggenda come questa: uno scrittore di disarmante talento che morì a quarantaquattro anni consumato dalla tubercolosi e dall’alcol, soltanto otto anni prima che l’eterna ragazza in cui aveva specchiato tutte le sue turbolente eroine bruciasse nel rogo di una clinica per malattie mentali. Il giovanissimo Scott incontra per la prima volta a un ballo del country club la bella ed estrosa debuttante dell’Alabama e tra i due nasce un sentimento profondo che saprà sopravvivere a tutte le vicissitudini delle loro esistenze.
Insieme, lasciandosi alle spalle le ombre della provincia, conquistano la ribalta newyorkese dove assurgono a simboli di successo, vitalità e sregolatezza dopo l’improvviso trionfo del primo romanzo di Scott “Di qua dal paradiso”. Poi, decisi entrambi a inseguire un destino speciale, eccoli in Europa, sulle spiagge della Costa Azzurra, a Parigi, tra il bel mondo…
Ma ben presto la rincorsa al successo di Scott, ogni giorno sempre più logorato dall’alcol, e gli spasmodici tentativi d’indipendenza di Zelda, rivelatori di una insospettata fragilità nervosa, rendono il sogno della coppia più invidiata e infelice della generazione perduta sempre più impossibile. Il brillante scenario si infrange contro la dura realtà, ma non spezza il profondo e tormentato legame che unisce Scott e Zelda, lacerante fino all’ultima lettera. Introduzione della nipote Eleanor lanahan.
Infine, i miei suggerimenti finiscono con quest’ultimo libro di Pietro Citati: La morte della farfalla. Zelda e Francis Scott Fitzgerald.
La morte della farfalla. Zelda e Francis Scott Fitzgerald
“Citati segue con impressionante precisione la progressiva caduta nel buio delle due farfalle, come prima la loro ascesa nella luce sfolgorante. Penetra a fondo nell’animo dei Fitzgerald, nell”incrinatura’ che in lui si fa sempre più profonda, nella molteplicità e nella metamorfosi dello scrittore: nelle crisi di lei, nella complessità e tenacia del loro rapporto. Il ritratto che disegna della malattia mentale di Zelda, rapido e ritardato, pieno di particolari ma sovrastato dall’incombente Dümmerung, è un’opera al nero di prima grandezza che fa venire i brividi.” (Piero Boltani)