Caro iCrewer, oggi ti parlerò di un romanzo che mi ha devastato, non perchè non sapessi la storia, tutti purtroppo conosciamo i campi di sterminio e il motivo per cui sono stati creati.
Volontario ad Auschwitz
di Jack Fairweather racconta la storia di Witold Pilecki, militare polacco che durante la seconda guerra mondiale si fece arrestare volontariamente dalla Gestapo e fu internato ad Auschwitz. Il suo compito era quello di organizzare una rivolta armata dei prigionieri, quando arrivò al campo capì che la sua missione era anche far sapere al mondo le atrocità che venivano perpetrate al suo interno.
La vita nel campo di concentramento a volte è così dura che la gente è sempre pronta al peggio.
Rimase nel campo di sterminio per mille giorni, in cui scrisse rapporti dove raccontava dettagliatamente gli orrori del campo di sterminio, denunciando le eccessive ore di lavoro massacranti, le insufficienti razioni di cibo, le torture fisiche e psicologiche, le condizioni igieniche praticamente inesistenti.
Fuori dal campo di concentramento l’SS sembrava un uomo rispettabile, ma una volta varcata la soglia non diventava altro che un sadico omicida. E la cosa più mostruosa era che fosse capace di abitare entrambi i mondi contemporaneamente.
La cosa che mi ha colpito è stato il suo provare ad aiutare i più deboli cercando di coinvolgere anche altri prigionieri, non riuscendo sempre nel suo intento.
Il campo di concentramento aveva il potere di spogliare un uomo di ogni sovrastruttura mostrandone la vera natura. «Alcuni affogavano nell’amoralità», scrisse più in là lo stesso Witold. «Altri scolpivano il proprio carattere.
[…] giunse anche ad altre conclusioni, più amare: non si potevano salvare tutti, né fisicamente né spiritualmente.
Mentre leggevo questo libro l’unica parola che mi girava per la testa era AGGHIACCIANTE, non solo quello che è successo ad Auschwitz, la cosa che ho trovato incredibile è stato il completo disinteresse dei potenti ai rapporti di Pilecki e di quello che stava accadendo nei campi di sterminio, soprattutto quando iniziarono le operazioni di annientamento di massa degli ebrei con l’ausilio delle camere a gas.
L’incapacità degli Alleati di comprendere il ruolo centrale di Auschwitz nell’Olocausto fu la motivazione che spinse diversi ufficiali a ritenere l’accanimento tedesco contro gli ebrei un fenomeno diffuso che poteva essere fermato solo vincendo la guerra. Era una considerazione che sottovalutava il genocidio in atto e scoraggiava ulteriori indagini.
Il romanzo, grazie ai rapporti di Witold Pilecki, da cui sono tratte la maggior parte delle informazioni, è una fotografia nitida della Polonia a partire dalla fine degli anni ’30 e di quanto è accaduto nel periodo successivo fino all’invasione russa, forse capaci di altrettante atrocità rispetto ai nazisti. La scrittura di Jack Fairweather è cruda e non risparmia nulla delle misere condizioni in cui versavano i prigionieri.
Jack Fairweather è riuscito a far trasudare, dalle pagine di Volontario ad Auschwitz, la disperazione e la paura che hanno vissuto. Ricordo di aver fatto una gita scolastica in un campo di concentramento. Nonostante fossero passati circa cinquant’anni da quei terribili fatti l’aria era ancora cupa e impregnata delle emozioni dei prigionieri. Era terribile stare lì come visitatore non oso immaginare come poteva essere, fisicamente e psicologicamente, logorante esserci ogni giorno senza sapere se saresti vissuto un’altra ora.
Tre anni dopo la fine della guerra, Witold Pilecki, continuando ad appoggiare la resistenza contro l’invasione russa, a seguito della decisione di Churchill e Roosevelt di concedere a Stalin l’annessione di parte della Polonia orientale nell’Unione Sovietica, fu arrestato, torturato e dopo un processo farsa, condannato a morte e ucciso con un colpo di pistola alla nuca per ordine della polizia segreta. Il suo corpo fu seppellito in luogo segreto.
Scrisse per il suo aguzzino Różański una confessione sotto forma di poesia:
Con queste parole
supplico di essere punito
con la somma delle pene,
perché preferisco perdere la vita
che vivere con una simile ferita nel cuore
Cinque stelle a Volontario ad Auschwitz di Jack Fairweather, romanzo biografico, in cui la scrittura chiara e dettagliata, grazie anche ai numerosi studi e documenti da cui sono state prese le informazioni, lo rendono un prezioso strumento per non dimenticare, perchè è vero che non è il giorno della memoria, ma è nostro dover ricordare gli orrori del passato ogni giorno, per evitare di ripeterli.