Volevo una mamma bionda è un bellissimo libro scritto dalla giornalista di RAI 1 Susanna Petruni e distribuito da librerie per Piemme Editore. Non è la la solita storia di fantasia o le scontate quanto strategiche autobiografia che, attualmente, riempiono gli scaffali delle librerie. La storia raccontata da Susanna Petruni è una storia vera, fatta di emozioni , tenerezza, drammaticità e speranza e di questi tempi, ne abbiamo bisogno.
Volevo una mamma bionda, la giornalista della RAI racconta l’esperienza di madre adottiva.
Di Volevo una mamma bionda avevo già letto qualche anticipazione via web, ascoltando in seguito l’intervista della giornalista in un talk show ho avuto la conferma che oltre alla storia in sé c’era ben altro. Susanna Petruni non è certo una sconosciuta.
Nata a Roma nel 1961, la giornalista si è laureata con lode in Programmazione e Gestione delle Politiche e dei Servizi Sociali.
Nel 1981 inizia il percorso giornalistico come praticante nel quotidiano economico Ore 12 Il Globo. Dal 1984 al 1989 collabora con Il Messaggero e Italia Oggi occupandosi di telecomunicazioni, siderurgia, agroalimentare, informatica e industria aerospaziale e di difesa.
Nel 1986 entra nella redazione radiofonica della prima rete della RAI oltre che nella direzione Servizi Giornalistici e Programmi per l’Estero, collaborando alle rubriche Radio anch’io, Onda Verde e Notturno dall’Italia. Nel 1991 viene assunta ufficialmente in qualità di redattore e nel 1993 è chiamata al Tg1 dove, dal 1995 al 2009, è inviata e conduttrice delle fasce di punta del telegiornale.
Nello stesso anno assume, in qualità di Caporedattrice, le funzioni di Vicedirettrice del telegiornale della prima rete e dall’ottobre 2016 ricopre il ruolo di Vicedirettrice di Rai Parlamento. Non solo, è stata responsabile responsabile di Uno Mattina e la si può apprezzare tutti i sabati mattina su Rai 1 al timone di Settegiorni, talk di politica ed economia. Non solo, dal 1994 al 2014 è stata anche la prima telecronista donna della storica corsa del Palio di Siena.
Al di là del suo curriculum prestigioso, durante la conversazione mi ha colpito la sua proverbiale riservatezza, l’umiltà professionale oltre che la delicatezza nel raccontare la sua meravigliosa e drammatica esperienza di madre. Una storia non certo facile che la vede protagonista di una vicenda che non lascia indifferenti per le tensioni, la drammaticità e l’intensità con la quale è stata vissuta.
Ancora oggi, ripercorrendo quei momenti la giornalista non ha potuto fare a meno di commuoversi. Come darle torto,
“Nel mio libro parlo della storia dell’adozione di mia figlia. Io e mio marito avevamo provato ad adottare un bimbo etiope tramite un’associazione che in due anni ci ha chiesto 17.500 euro. Purtroppo però si è trattato di qualcosa di non vero. Tempo dopo, a Saxa Rubra ho incontrato un magistrato che mi ha detto che in una casa famiglia aveva una bimba rom di nove anni che voleva una mamma bionda. Io e mio marito siamo andati a trovarla”.
Volevo una mamma bionda, la storia di Stella , la bimba rom e il miracolo di un adozione felice
Comincia così la favola di Stella, una bambina rom che ad appena 4 anni vive già una vita fatta di stenti, maltrattata e usata dal padre, destinata a diventare merce di scambio o all’elemosina per strada.
Fin da piccola la piccola vive una vita di mortificazioni e vessazioni che condivide con altri bambini come lei. La fortuna vuole, è proprio il caso di dirlo che per un intervento della polizia Stella venga prelevata per essere inserita in una casa famiglia.
“Era in un angolino perché era la bimba più grande e pensava che anche quella volta avrebbe fatto tappezzeria. Mi viene da piangere solo a pensarci. Io ho detto a voce alta che volevo una bambina grande e lei ha iniziato a parlarmi. Poi alla fine dell’incontro mi ha detto ‘Voglio una mamma bionda e un coniglio’. E da allora siamo insieme”.
Storie come questa lasciano senza fiato. Quasi la vita non possa colpire chi, all’apparenza è destinato a raccogliere benefici e successi. Non è così.
La verità è che è la stessa vita a decidere per noi, misurare la nostra forza e la capacità di amare anche verso chi non ci appartiene biologicamente.
Susanna e Massimo hanno dimostrato che, al di là di ogni convenzione, si può donare amore ma soprattutto la speranza di una vita normale. Certamente l’incontro con Papa Francesco è stata un’iniezione di fiducia per raggiungere il loro sogno.
Raggiungere tutto questo non è stato comunque facile. A creare i problemi però è la solita burocrazia, oltre al timore che una volta adottata, Stella potesse in qualche modo essere spinta a fuggire o che venisse rapita per riportarla sulla strada.
“Volevo una mamma bionda” è una storia forte, di amore e resilienza, scritta da una mamma che, con uno stile mai patetico o tragico, apre il cuore al lettore, rendendolo partecipe di un’avventura straordinaria e commovente”.
“Stella è la nostra gioia e il nostro futuro. Voglio che scacci i fantasmi e realizzi i suoi sogni: vorrebbe diventare magistrato dei bambini e ne sono felice. Una volta sentii una persona dire: per adottare un bambino oggi ci vuole fegato. Una mia amica replicò: no, ci vuole cuore. Ha ragione lei: per adottare un bambino ci vuole un cuore grande” A tutti dico: fare del bene fa bene anche a se stessi”
Stella ora vive serena con i suoi nuovi genitori, i migliori che potesse avere.