Volevo solo salutarti è il romanzo d’esordio di Raffaele Sciannimanico, disponibile in tutte le librerie fisiche e digitali a partire dal 16 settembre, edito da Tulipani Edizioni. Lo scrittore esordisce con un romanzo introspettivo, quasi come a invitare il lettore a entrare nel suo mondo interiore e attraverso i pensieri che scrive, si pone molte riflessioni su alcuni accadimenti della vita. Ti ho incuriosito? Andiamo a leggere la trama!
La trama di Volevo solo salutarti di Raffaele Sciannimanico
Entriamo nel vivo di questo romanzo, che propone uno sliding doors dei tempi moderni, o una DeLorean temporale con cui tornare indietro nel passato e modificare tutti quegli eventi che hanno causato dolore a noi stessi e a coloro che amiamo. Quanto influenzano le nostre azioni sul destino nostro e di chi ci circonda, dei nostri affetti? Lo scrittore accompagna il lettore in questa serie di riflessioni, in un viaggio nel tempo della sua infanzia.
Ognuno di noi ha un bagaglio di esperienze e di scelte fatte. Ognuno tenta di convivere con gesti non fatti o parole non dette che hanno irrimediabilmente portato la nostra esistenza a quella che viviamo tutti i giorni.
Quanti di voi hanno pensato, almeno una volta nella vita, a cosa sarebbe successo se avessimo deciso per una strada diversa da quella che abbiamo imboccato.
Il protagonista, carico di sensi di colpa per ciò che è successo a sé stesso e a coloro a cui vuole bene, si ritroverà a rivivere la sua infanzia e avrà la possibilità di intervenire nei momenti chiave che lo hanno portato ad essere ciò che è. Esiste una storia alternativa in cui diverse scelte portano a diversi effetti? Qual è il nostro vero potere sulle nostre vite e su quelle degli altri?
Il romanzo introspettivo
Tra i generi letterari più complessi e difficili da scrivere c’è sicuramente il romanzo psicologico, introspettivo. Questo perché non è semplice dare un peso alle parole e quando quest’ultime devono dare voce alla propria anima, magari tormentata da ricordi del passato, oppure al proprio Io interiore, si vanno a toccare corde delicatissime e fragili.
Un altro aspetto che caratterizza questo tipo di scrittura è l’osservare sé stessi; uno sguardo allo specchio che deve essere anche autocritico e un pochino razionale. Di certo non si deve mai tralasciare la parte emozionale, perché è il cuore che spinge a dare una sorta di sfogo letterario, facendo volare liberi i pensieri, che magari si sono assopiti dentro per tanto tempo. Quello che amo del romanzo introspettivo è la capacità di essere speciale a tal punto da renderlo un’opera unica: ogni essere umano è diverso e possiede una mente e un’esplorazione della coscienza differente.
Non perdere di vista questo tipo di scrittura, perché è un viaggio nei sentimenti e nei luoghi inesplorati della mente umana.