La Galleria Nazionale delle Marche si arricchisce di un’opera di inestimabile valore: il Codice Santini, un prezioso manoscritto su pergamena risalente ai primi decenni del Cinquecento. Il volume, che documenta le avanzate conoscenze ingegneristiche e belliche dell’epoca, è giunto a Palazzo Ducale di Urbino lo scorso 19 febbraio 2025.
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Il Codice Santini: un manoscritto di grande interesse storico e scientifico
Il Codice Santini testimonia l’importanza delle discipline matematiche e scientifiche nella Urbino rinascimentale, sotto le dinastie Montefeltro e Della Rovere. L’autore del manoscritto resta ignoto, ma tra i nomi possibili emergono figure di spicco come Francesco di Giorgio Martini e Giovan Battista Comandino. L’opera si ricollega direttamente a Palazzo Ducale, grazie ai riferimenti alle formelle del Fregio dell’Arte della Guerra, recentemente riallestite nelle Soprallogge al piano nobile.
Già dichiarato nel 2012 patrimonio culturale dallo Stato, il codice è composto di 68 fogli, per 136 pagine disegnate interamente con macchine ingegneristiche a uso civile e militare. Per l’esattezza, 51 macchine civili, 29 macchine idrauliche, 23 macchine militari, 11 carri da lavoro, 9 navi o ponti mobili, 7 strumenti o utensili, 4 strutture lignee, 2 sistemi di rilevamento per gallerie e 1 orologio.
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Realizzato in pergamena, di dimensioni 21 per 15 centimetri, ha una rilegatura in pelle coeva su assi di legno con ricchi decori a secco. Magistralmente illustrato e redatto presso la corte feltresca, è databile intorno agli inizi del Cinquecento, in un periodo in cui potevano regnare Guidobaldo da Montefeltro o il successore Francesco Maria I. L’acquisizione da parte della Galleria potrà essere l’occasione per maggiori studi sull’attribuzione, data a grandi maestri come il senese Mariano di Jacopo, meglio noto come il Taccola, Francesco di Giorgio Martini, che proprio a Urbino fu ideatore dei disegni preparatori alle settantadue formelle del Fregio dell’Arte della Guerra, e Leonardo da Vinci, che studiò i disegni martiniani e possedette un suo trattato.
Una storia affascinante tra le famiglie nobili di Urbino
Secondo gli studi, il manoscritto faceva parte della prestigiosa biblioteca ducale, oggi conservata alla Biblioteca Vaticana. Un inventario del 1632 ne segnala l’assenza, facendo ipotizzare che sia rimasto a Urbino, tramandato tra nobili famiglie locali fino ad arrivare agli ultimi proprietari.
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Un acquisto in linea con la politica di arricchimento della Galleria
L’acquisizione del Codice Santini rientra nella strategia della Galleria Nazionale delle Marche, che dal 2022 punta a incrementare le collezioni e valorizzare il patrimonio artistico. Tra le recenti acquisizioni si ricordano:
- 2023: recupero di una porzione dello studiolo in ebano e avorio di Francesco Maria II Della Rovere dal mercato antiquario;
- 2024: assegnazione da parte del MiC di un dipinto del Sassoferrato, raffigurante Sant’Antonio da Padova.
L’arrivo del Codice Santini a Urbino rappresenta un passo fondamentale nella valorizzazione del patrimonio storico della città, consolidando il ruolo della Galleria Nazionale delle Marche come punto di riferimento per la conservazione e la promozione della cultura rinascimentale.