Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo.
Caro Lettore, buon lunedì! Oggi nel nostro caffè letterario motivazionale parliamo di una donna straordinaria: Maria Montessori.
Da poco ( 31 agosto) è trascorso il centocinquantesimo anniversario dalla sua nascita.
Maria Tecla Artemisia Montessori ed è stata un’educatrice e pedagogista italiana ma anche filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata. In Italia, è stata una tra le prime donne a laurearsi nella facoltà di medicina.
Qual è l’insegnamento di Maria Montessori?
Maria è nata a Chiaravalle in provincia di Ancona nel 1870. Il padre, Alessandro Montessori, era un militare conservatore, mentre la madre, Renilde Stoppani, era una donna più aperta e pronta a sostenere la figlia nelle sue scelte, particolarmente insolite per l’epoca.
Maria era nipote, da parte di madre, di Antonio Stoppani, abate e naturalista, autore del libro Il Bel Paese, che per lei fu un punto di riferimento culturale.
Nonostante la contrarietà del padre, dopo le elementari, decise di iscriversi ad una Scuola tecnica con l’ambizione di diventare ingegnere.
Più tardi scoprì la passione per le materie scientifiche e in particolare per la biologia. Quando fu il momento di iscriversi all’Università era intenzionata ad iscriversi alla facoltà di Medicina ma non poté farlo direttamente perché non aveva il diploma di maturità classica.
Per questo s’iscrisse alla Facoltà di Scienze e, dopo due anni, poté trasferirsi presso la Facoltà di Medicina dell’Università “La Sapienza” di Roma. Durante il periodo della frequenza universitaria, essendo l’unica donna subì diverse limitazioni nei tempi e nei modi di fruizione delle lezioni universitarie ma lei dimostrò sempre che la sua motivazione era assolutamente più forte di ogni ostacolo che le si poneva davanti.
Nel 1896 è stata una delle prime donne in Italia a laurearsi in Medicina con una tesi sperimentale in neuropsichiatra dal titolo “Contributo clinico allo studio delle allucinazioni a contenuto antagonistico”.
Nei primi anni dopo la laurea ha vinto borse di studio e premi e ha iniziato a lavorare con Giuseppe Ferruccio Montesano, uno dei fondatori della neuropsichiatra infantile italiana, dedicandosi al recupero dei bambini con problemi psichici.
Maria all’età di 28 anni partorì il loro unico figlio: Mario. Purtroppo Giuseppe gli diede solo il suo cognome ma non sposò Maria che per questo fu costretta ad affidare il piccolo ad una balia e poi a una famiglia.
Spesso lei lo andava a trovare, ma sempre senza rivelargli che era sua madre. Quattordici anni più tardi, il suo senso di colpa la porterà a rivelargli il segreto e a portarlo via con lei, presentandolo come suo nipote.
Nel 1904 conseguì la libera docenza in antropologia ed ebbe l’opportunità di occuparsi dell’organizzazione educativa degli asili infantili. Nel 1907, a San Lorenzo, aprì la prima Casa dei Bambini.
In questa scuola applicò Il metodo della pedagogia scientifica, volume scritto e pubblicato a Città di Castello (Perugia) durante il primo corso di specializzazione nel 1909. Il testo fu tradotto in diverse lingue e molto apprezzato in tutto il mondo.
Nel 1926 Maria Montessori organizzò il primo corso di formazione nazionale per insegnanti che dovevano utilizzare il suo metodo. Ma i problemi non si fecero attendere e nel 1934 Mussolini ordinò la chiusura di tutte le scuole Montessori in Italia e così fece anche Adolf Hitler in Germania e Austria.
Maria decise allora di fuggire con il figlio Mario e si trasferì ad Amsterdam. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale si trovava in India per tenere un corso.
Finita la guerra, rientrò in Europa e nel 1947 in Italia. Successivamente le scuole Montessori riaprirono in tutto il mondo e lei fu nominata tre volte per il Premio Nobel, ma senza mai vincerlo. Morì ultraottantenne in Olanda nel 1952.
Maria Montessori si è anche impegnata in battaglie femministe attraverso le quali invitava le donne ad appropriarsi della scienza e a coltivare il sentimento della propria forza.
La sua è stata una vita piena di successi dal punto di vista lavorativo.
Maria Montessori ha saputo prendere le sue decisioni e andare avanti per la strada che sentiva essere quella giusta sempre e comunque, non fermandosi davanti a niente e nessuno.
Il Metodo Montessori
Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità
Dal successo dell’esperimento romano nacque il movimento montessoriano, dal quale nel 1924 avrà origine la “Scuola magistrale Montessori” e l'”Opera Nazionale Montessori”, poi Ente morale volto alla conoscenza, alla diffusione, all’attuazione e alla tutela del suo metodo. Maria Montessori ne divenne Presidente onoraria.
Maria Montessori ha ideato un nuovo modello pedagogico, una nuova visione del rapporto tra adulti e bambini.
Il metodo educativo di Maria Montessori si basa sull’idea che ogni bambino possiede un potenziale unico e irripetibile e va accompagnato nella crescita in modo da potersi esprimere liberamente.
Il suo metodo si fonda su tre aspetti fondamentali:
1.realizzazione di un ambiente educativo preparato scientificamente;
2.preparazione e uso di materiale educativo specifico ;
3. impiego di tecniche dell’insegnamento rispettose dell’individualità di ognuno.
Per approfondirlo: Educare alla libertà di Maria Montessori edito Mondadori.
Inoltre attualmente diverse sono le sperimentazioni del metodo, che comunque rimane invariato nel suo nucleo centrale.
Ad esempio a Bologna, gli insegnamenti di Maria Montessori sono stati introdotti in strutture sociosanitarie per anziani aderenti al Consorzio Colibrì.
Il metodo Montessori e gli anziani fragili. Principi e metodi per migliorare il benessere e le autonomie di Federica Taddia, Annalisa Perrino e Ruggero Poi edito Erickson racconta di questa sperimentazione.
Ciò che emerge è che anche gli anziani, attraverso l’applicazione del metodo Montessori, beneficiano di un miglioramento nella qualità di vita e nel benessere psicofisico, dimostrando che le persone con capacità mnesiche compromesse possono ancora essere in grado, se ricevono la giusta metodologia assistiva e sono guidate al recupero delle risorse sommerse, di apprendere nuovi comportamenti e trarre vantaggio da trattamenti non farmacologici, vivendo così una vita più ricca e più significativa.
Mi ha appassionato molto la storia di questa donna che si è battuta con tutta sé stessa per creare un mondo migliore per tutti i bambini.
Dalla luce che splende in ogni bambino può davvero prendere vita una rivoluzione positiva.
Perché il buono del mondo sta nel sorriso di un bambino che cresce libero e appassionato da quello che fa.
Spero che questa storia abbia appassionato anche te e come sempre buona lettura!