Caro iCrewer, il 2 febbraio 2022 ricadono due importanti anniversari legati allo scrittore irlandese James Joyce. Il primo anniversario è legato ai 140 anni dalla nascita dello scrittore, il secondo, invece, è dedicato ai 100 anni dell’opera Ulisse.
L’Ulisse di James Joyce rappresenta la base del romanzo moderno ed è caratterizzato dal monologo interiore, cioè quel flusso di coscienza che va a formare l’anima e il pensiero dei protagonisti.
Ulisse di James Joyce: un’opera censurata prima della pubblicazione
Nell’opera Ulisse, James Joyce racconta un’intera giornata degli abitanti di Dublino. Ma non è un giorno qualunque, Joyce si concentra sul 16 giugno 1904. Una data importante per l’autore. In questo giorno Nora Barnacle, futura moglie, capì di essere innamorata di lui. Incrociando in modo apparentemente casuale le vite degli altri, i personaggi ne determinano lo svolgimento e lo descrivono, attraverso un continuo monologo interiore.
Il romanzo è la storia minuziosa di una sola giornata dell’ebreo irlandese Leopold Bloom e di Stephen Dedalus, del loro girovagare e dei loro incontri il 16 giugno 1904 (giorno che in Irlanda oramai si festeggia annualmente chiamandolo Bloomsday), narrati sull’eco del mitico viaggio dell’eroe dell’Odissea cui Joyce si riferisce ”per dare un senso e una forma all’immensa futilità e anarchia della storia contemporanea”, come ha scritto Eliot, e per descrivere il perdersi nell’esistenza quotidiana dell’uomo d’oggi.
Con uno stile che varia su tutti i registri, dal parodistico al dottrinale, lo scrittore insegue le divagazioni del pensiero, lascia emergere un flusso anche disordinato di parole creando il cosiddetto flusso di coscienza o monologo interiore, continuo succedersi di pensieri e immagini che passano per la testa di Bloom e di Dedalus in un disordine liberatorio, in cui la percezione del dentro e del fuori finisce per non avere più distinzione. La loro giornata è qualsiasi e ordinaria e proprio in questo è la sua forza esemplare, la capacità di scavare nel quotidiano di una persona comune per indagare il senso dell’esistenza umana, come fa ogni grande artista, ogni grande scrittore.
Lo scrittore irlandese riuscì a pubblicare l’opera a puntate su The Little Review, tra il marzo del 1918 e dicembre 1920, ma la sua pubblicazione ufficiale e finale in volume, che si celebra il 31 gennaio, viene datata giusto cento anni fa, 2 febbraio 1922, giorno in cui fu messa in vendita e che coincise con il quarantesimo compleanno dell’autore.
Il romanzo di Joyce era un libro tutt’altro che facile, anche se avvicinabile con un po’ d’impegno da qualsiasi lettore disposto a farsene affascinare. Joyce, che lo chiamava ”maledettissimo romanzaccione”, lo aveva iniziato a scrivere a Trieste e poi concluso a Zurigo, e non molti si accorsero subito di cosa si trattava e delle sue qualità, che ne avrebbero fatto quello che molti considerano il romanzo più significativo del Novecento.
In America venne pubblicato solo nel 1934, dopo essere stato processato e assolto dall’accusa di pornografia, grazie a Ezra Pound che aveva provato a farne uscire parti su riviste americane, che la censura faceva chiudere ogni volta per l’erotismo che contenevano e l’uso di parole volgari. Cinque anni dopo, il 18 maggio 1939, uscì col marchio di Faber&Faber l’altro grande e più inquietante libro di Joyce, Finnegans wake.
Il libro esce nel clima generale di quegli anni improntato alla crisi dei valori e alla scoperta di nuove dimensioni umane e della ricerca: Freud e Jung avevano iniziato a pubblicare i propri testi una decina di anni prima e del 1915 è la teoria della relatività di Einstein, Schoenberg dava vita alla sua musica prima atonale e poi dodecafonica e Picasso creava la pittura cubista con Les demoiselles d’Avignon, suscitando non meno scandalo di quanto farà poi Joyce col suo antinaturalistico narrare.
Iniziative dedicate a James Joyce
La Biblioteca Irish Princess Grace (Principato di Monaco) festeggia il centenario di James Joyce con una serie di eventi dedicati: Ulisse, James Joyce, Dublino e le città che lo hanno ispirato.
Anche l’Italia celebra lo scrittore irlandese, che ha trovata la sua ispirazione a Trieste. E proprio in questa città che, durante l’anno, si terranno conferenze dedicate a Joyce.
A Trieste si terranno speciali itinerari a piedi sulle tracce dello scrittore tra i luoghi del suo vissuto, come il Borgo Teresiano dove sul Ponterosso è collocata la sua statua, Piazza Barbacan, la Chiesa greco-ortodossa di S. Nicolò, le vie dove si trovano le numerose case in cui visse o il quartiere Cavana, che Joyce amava frequentare.
Qui si trova il percorso con le scritte d’artista di Neon Art a lui dedicate che fanno parte di Doublin, progetto ideato e inaugurato nel 2019 dall’Associazione culturale Cizerouno e DMAV Social Art Ensamble e che “raddoppiano” (doubling in inglese) il “red district” dublinese, sovrapponendolo alla Night Town triestina. Ulysses, Doublin sono alcune delle scritte visibili. Di recente è stata aggiunta Montgomery Street la “Monto” descritta nell’episodio Circe.
Se sei amante dei romanzi, non puoi perdere l’occasione di leggere Ulisse, omaggiando anche James Joyce.