Caro Lettore, oggi nella rubrica Tre libri parliamo di armonia.
La parola armonia ha origini antiche e inizialmente riguardava l’universo e le sfere celesti. Solo verso la fine del 1400 è entrata a far parte del mondo della musica.
Ma il termine armonia viene utilizzato anche con riferimento al sentirsi bene con sé stessi e con gli altri.
Ma cosa vuol dire essere in armonia?
Per sentirsi in armonia tutto in noi deve “accordarsi” alla perfezione: la parola chiave è coerenza, quindi far sì che ci sia allineamento tra ciò che si pensa, ciò che si fa e i propri valori.
Quando ciò non accade alcuni sintomi di disagio ci avvertono che qualcosa non va e se non ci rendiamo conto per tempo la mancanza di armonia può portare veramente a stare male.
Per evitarlo è importante ascoltarsi e dare seguito a quei piccoli avvertimenti, non ignorarli mai.
Per ispirarti ho scelto alcune letture che potranno aiutarti.
Il libro per curare Mi chiamo Lucy Barton di Elizabeth Strout, perchè a volte bisogna perdersi per ritrovarsi.
In una stanza d’ospedale nel cuore di Manhattan, davanti allo scintillio del grattacielo Chrysler che si staglia oltre la finestra, per cinque giorni e cinque notti due donne parlano con intensità.
Non si vedono da molti anni, ma il flusso delle parole sembra poter cancellare il tempo e coprire l’assordante rumore del non detto.
In quella stanza d’ospedale, per cinque giorni e cinque notti, le due donne non sono altro che la cosa più antica e pericolosa e struggente: una madre e una figlia che ricordano di amarsi.
Il libro per ispirare Il rumore di una chiocciola che mangia di Elizabeth Tova Bailey che racconta il singolare incontro con una Neohelix albolabris, ovvero una comune chiocciola dei boschi.
Costretta a letto da una malattia, riceve un giorno in regalo un vaso di violette selvatiche e, sotto le foglie, scopre una chiocciola. Totalmente affascinata, comincia a osservarla: il tempo non le manca.
Incuriosita dall’anatomia del bizzarro mollusco, dai suoi criptici meccanismi di difesa, dalla sua determinazione nel prendere le decisioni, istante per istante, e dalle sue oscure attività di corteggiamento, ne diventa una studiosa acuta ed entusiasta.
«Il suono minuscolo e intimo della chiocciola che mangia» le dà una sensazione di compagnia e spazio condiviso. Da questa singolare relazione con la misteriosa creatura, che diventa a tutti gli effetti la sua coinquilina, ricava un grande conforto e un profondo senso di meraviglia. Dopo un lungo anno di immobilità, scrive questo libro: un elogio della lentezza e un invito a scoprire la ricchezza – e la bellezza – della vita nei piccoli dettagli di quello che ci sta intorno.
Il libro per viaggiare Accabadora di Michela Murgia per immergersi nelle usanze e superstizioni sarde e vivere l’intensa forza emotiva di questo romanzo che affronta temi difficili come l’eutanasia e l’adozione.
Quarta figlia femmina di madre vedova, Maria è abituata a pensarsi, lei per prima, come “l’ultima”. Per questo non finiscono di sorprenderla il rispetto e le attenzioni della vecchia sarta del paese, che le ha offerto una casa e un futuro, ma soprattutto la lascia vivere e non sembra desiderare niente al posto suo.
“Tutt’a un tratto era come se fosse stato sempre così, anima e fili’e anima, un modo meno colpevole di essere madre e figlia”.
Eppure c’è qualcosa in questa vecchia vestita di nero e nei suoi silenzi lunghi, c’è un’aura misteriosa che l’accompagna, insieme a quell’ombra di spavento che accende negli occhi di chi la incontra.
Ci sono uscite notturne che Maria intercetta ma non capisce, e una sapienza quasi millenaria riguardo alle cose della vita e della morte. Quello che tutti sanno e che Maria non immagina, è che Tzia Bonaria Urrai cuce gli abiti e conforta gli animi, conosce i sortilegi e le fatture, ma quando è necessario è pronta a entrare nelle case per portare una morte pietosa. Il suo è il gesto amorevole e finale dell’accabadora, l’ultima madre.
Spero che queste letture ti siano d’ispirazione. Come sempre buona lettura!